MISANTROPIE
Da Molière ai bestiari medievali, sotto la guida de Il riso di H. Bergson.

Mi prende l’umor nero e un profondo dolore quando vedo la gente comportarsi in tal modo. Io riscontro dovunque solo vili lusinghe, ingiustizia, interesse, scaltrezza, tradimento; non posso contenermi, mi adiro, e mi propongo di mandare all’inferno tutto il genere umano.
Il Misantropo – Molière
Cura della visione
Gesualdi | Trono
In scena
I Detenuti della Casa Circondariale di Poggioreale
Costumi
Federica Terracina
Produzione
Napoli Teatro Festival e TeatrInGestAzione
In collaborazione con la
Casa Circondariale Napoli Poggioreale
i bozzetti di Federica Terracina
Misantropie nasce come esito del laboratorio di creazione scenica rivolto ai detenuti della Casa Circondariale di Napoli Poggioreale.
Uno spettacolo che prende vita da una pratica che passa da corpo a corpo.
Il carcere rappresenta e ci rappresenta come sintesi della società viziata e deformata che viviamo. Luogo ai margini dell’esistenza, da consultare all’occorrenza come bestiario contemporaneo.
Qui, il nostro misantropo è l’uomo tra le bestie. In gabbia, accerchiato da pavoni, iene, camaleonti e altri animali, si dibatte tra istinto e morale mentre sprofonda nell’intestino di Célimène. Ma la bestia di cui parliamo non è riconducibile ad un soggetto, non ha nome e cognome, ma è massa, è atteggiamento, è resa.
Non una riscrittura del Misantropo ma un osservatorio sulla disumanizzazione, un decalogo sul divenire della bestia, una mappa per la discesa agli inferi, e su come l’uomo in fondo sia ridicolo nell’affermare la propria superiorità.