Aperto a chi (attraverso precedenti esperienze laboratoriali, e/o artistico/performative) abbia maturato il bisogno di prendersi cura in modo meticoloso ed esigente della propria presenza scenica, approfondendo le dinamiche di relazione, di scrittura di scena, di composizione corale in modo da coltivare la propria autonomia creativa e sviluppare la propria autorialità. I partecipanti potranno sviluppare il proprio spazio d’indagine in una struttura di lavoro che valorizza e sostiene il cammino individuale, che allo stesso tempo si fa traduttore di un’istanza condivisa, di un discorso molteplice e pluridimensionale. Nella nostra prassi movimento, canto, danza, parola, gesto, suono, si rispondono, si richiamano e si continuano, come in una partitura corale, in cui ogni voce è chiamata ad accordarsi con tutte le altre e, contemporaneamente, è portatrice della propria linea melodica, della propria singolarità.
Scenderemo nelle profondità del nostro corpo, per rivoltarlo esposto in atto poetico.
Faremo tutto il possibile per essere vivi. Definire la nostra presenza. Portare alla luce quel desiderio riposto oltre l’umano sentire in quell’altrove inspiegabile ove risiedono i nostri fiori migliori, quell’orto delle possibilità, quelle azioni in potenza che rendono il corpo in scena molteplice e multi direzionale. Capace di comporre un discorso sempre nuovo, che non recita non ripete l’evidente, ma vive la scena, ne fa esperienza condivisa con lo spettatore.
Il laboratorio è per noi il tempo della conoscenza reciproca, del nutrimento, il tempo dell’onestà, della fragilità; il luogo della cura, dell’allenamento che mira a costruire una presenza che si fonda su una forma di agilità dell’ascolto, sulla ricezione e sulla reazione; un’occasione per riconoscerci e dare luogo a un progetto comune, e magari scoprire di poter condividere nel futuro un tempo più lungo.
Gli autori di riferimento:
SAMUEL BECKETT e ANTON ČECHOV
L’osservatore contagia l’osservato con la propria mutevolezza.
S. B.
Sono necessarie nuove forme. Nuove forme sono necessarie e, se non ce ne sono, è meglio che nulla sia necessario.
A. P. C.
Le strutture drammaturgiche di Beckett e Čechov introducono l’attore a un lavoro complesso di costruzione della propria presenza, e nello stesso tempo richiedono quella trasparenza necessaria per farsi assorbire dalla geometria della scena, fino a farsi paesaggio. Il corpo, la voce, il silenzio, la parola-immagine, che si fa visione, compongono l’architettura dell’altrove verso cui è sempre teso l’apparente immobile infinito spazio scenico, in stato di permanenza. In questi luoghi, l’incontro tra spettatore e attore, si fa testimonianza, segno indelebile, sensibile memoria.
La cura del lavoro è affidata a Gesualdi / Trono di TEATRINGESTAZIONE
TEATRINGESTAZIONE
Organismo creativo intersoggettivo in costante rivoluzione poetica.
Il lavoro del collettivo muove dall‘esigenza di ridefinire il concetto di arte scenica, svincolando l‘atto performativo dal contesto spettacolare, e qualificando la “scena“ come sede di una “socialità sperimentale“.
Affinché ciascun attore sia in grado di sostenere la propria presenza autoriale, TeatrInGestAzione dedica parte determinante del proprio lavoro allo studio del corpo in scena, considerato come una macchina di scoperta infinita (meccanicAEmozionale). Il lavoro attoriale tende quindi a sublimare la presenza quotidiana, facendosi elemento oggettivo fra gli altri elementi (spazio, testo, suono, luce), per conquistare la verticalità della poesia. I corpi in scena compongono dal vivo l‘architettura della creazione, reagendo all‘evolvere del discorso corale ed interrogando di volta in volta, in maniera singolare, la relazione che l‘evento scenico dischiude fra un tessuto di domande portanti. Si apre così uno spazio di ricerca condiviso.
Con i progetti giunti nel 2013 alla loro terza edizione Alto Fragile (rassegna di processi creativi per spettatori attivi) e Alto Fest (festival di arti performative e interventi trasversali, negli spazi privati donati dai cittadini. Per una riqualificazione UMANA/URBANA), di cui cura la direzione artistica, TIGA intende dare luogo ad innesti dell‘azione artistica nell‘architettura sociourbana ed umana in cui il collettivo agisce, disegnando spazi di condivisione in cui artisti ed intellettuali di diverse discipline possano entrare in dialogo e mettere in discussione, in maniera pubblica e collettiva, le proprie pratiche.
Anna Gesualdi, regista e pedagoga / Giovanni Trono, performer e pedagogo
Dopo diverse esperienze formative vincono la borsa di studio europea “dannati maestri”, dedicato alla memoria di Carmelo Bene, promossa da PROTEI (ora ITACA) – Progetti Teatrali Internazionali, Direzione artistica J. Alschitz, grazie alla quale conseguono il perfezionamento post accademico in TECNICHE E METODOLOGIE DELLE ARTI DRAMMATICHE, studiando con docenti provenienti dal Gitis (Mosca), Akt-Zent (Berlino), Scut (Oslo).
Subito dopo il diploma, per tre anni lavorano al fianco di Barbara Bonriposi e Riccardo Tordoni, fondatori di Laboratorio365 (già assistenti di Gabriele Vacis).
Nel 2006 si stabiliscono a Napoli dove fondano insieme TeatrInGestAzione, a cui si dedicano totalmente, rinunciando ad una strada individuale a favore di una ricerca collettiva, che li porta ad elaborare una metodologia di lavoro originale, oggi riconosciuta nelle diverse tesi scritte sul loro lavoro e nelle pubblicazioni che ne raccontano l’esperienza: Il tempo a Napoli di Piermario Vescovo, Ed. Marsilio; Recito, dunque so(g)no Ed. Nuove Catarsi, dedicato al Teatro e Carcere, redatto per il Corso di Teatro e Spettacolo 2009‐2010 alla Facoltà di sociologia dell’Università di Urbino, a cura di Emilio Pozzi e Vito Minoia (con prefazione di Meldolesi, allo stesso dedicato); Incontri notevoli di un libraio militante, a cura di Davide D’Urso, Ed. Valtrend; Annual Young Blood 2011, ed. FM con il sostegno del Ministero della Gioventù, annuario dei talenti italiani che hanno ottenuto riconoscimenti nel campo della creatività e della ricerca.
Sviluppano un’originale pedagogia teatrale nel loro Laboratorio Permanente Arti Sceniche a Napoli, e nei workshop intensivi e itineranti ospitati in teatri ed eventi nazionali e internazionali, e in diversi istituti d’istruzione secondaria; sono chiamati alla docenza nel corso d’Alta Formazione Operatori teatrali in aree disagiate e strutture carcerarie – progetto FormArt Lavoro (già progetto Technè) Scuola per i Mestieri dello Spettacolo diretta da Ruggero Cappuccio.
Il loro lavoro è stato ospitato e sostenuto all’estero da Ella Fiskum Danz con la residenza R.E.D. (Norvegia); dall’INSTITUT FUR THEATER FILM UND MEDIENWISSENS CHAFT – GOETHE UNIVERSITAT di Francoforte (Germania), in collaborazione con il Frankfurt LAB, Hessische Theaterakademie (Accademia teatrale dell’Assia) e Tanz der Künste.
Sono vincitori del premio DE.MO./ Movin’UP a supporto della circuitazione dei talenti italiani emergenti nel mondo (GAI e MiBAC).
Nel 2012 gli affidano la talk di apertura del TEDx Napoli (sul tema “crisi e creatività”).
Nel 2010 sono tra le compagnie del Progetto L’Attesa, per cui creano 3 diversi interventi performativi e due trasposizioni radiofoniche per Radio 3 RAI, commissionato e prodotto dal Napoli Teatro Festival Italia 2010 (Dir. Art. Renato Quaglia) – Napoli.
Tra gli ultimi lavori prodotti: Morse, installazione performativa presso il PAN Palazzo delle Arti di Napoli; avVento # 1. Absolute Beginners; avVento # 2. Alle pendici della gola; Canto Trasfigurato di Moby Dick e d’altri mostri che ho amato; 3 TO 1; Mamma!Sontanto Felice; Alfredo #On Air; hAPPY bIRTHDAY, Alfredo!; Not Am Let; I Soccombenti; progetti radiofonici in onda su RADIO 3 RAI; Radiolina Officina99; Radio Onda Rossa Roma.
Il loro lavoro è presente in molti festival e rassegne nazionali tra cui Trasparenze2013 – Modena; Finestre sul Giovane Teatro – Bologna; E’(C)CENTRICO – Torino; LuminAZIONE anteprima di Luminaria – Napoli; Sound Makers Festival – Lecce; Presente/Futuro 2011 – Palermo; ExPolis 2011 – Milano; Rossobastardo Live 2010 fringe Festival dei Due Mondi – Spoleto; TEATRIaperti 09 – Firenze; Ravello Festival 09 – Ravello; XXIX Benevento Città Spettacolo (Dir. Art. Enzo Moscato) – Benevento; K-now/il Centro del Discorso – Lecce.
Nel 2010 sono tra i soci fondatori del Coordinamento Nazionale Teatro in Carcere. Dal 2006 conducono stabilmente il Laboratorio Permanente di Espressione Teatrale presso il Manicomio Criminale di Aversa, fondando una compagnia parallela con gli internati detenuti, portata al debutto con gli spettacoli: Che ne sarà dei Fiori; Fratello Mio, Caino; La Giostra, ovvero l’eccezione E’ la regola; Noi Aspettiamo (Godot?).
Nel 2011 debutta Caini d’Aversa film documentario (di Nicois e Palamara, produzione Prima Pagina), sul laboratorio teatrale all’interno del Manicomio Criminale di Aversa.
Ideano e curano la direzione artistica di tre eventi sotto la guida dell’etica del DARE LUOGO:
‐ ALTO FRAGILE (altofragile.eu), nuova pratica di condivisione dell’atto creativo tra Pubblico e Scena, che alla sua III edizione viene ospitata in residenza al PAN Palazzo delle Arti di Napoli;
‐ ALTOFEST (altofest.net) occasione di incontro tra realtà indipendenti della ricerca italiana e internazionale. Giunto alla sua III edizione;
‐ ALTA STAGIONE, stagione d’arti performative, I ed. 2012
Curano inoltre presso il complesso Ex Asilo Filangeri la I ed. di QUEST¿ON, libera giornata di studi teatrali aperti al pubblico.