Ad Occhi Aperti – α/ω dream
«Noi sappiamo che sotto l’immagine rivelata ce n’è un’altra più fedele alla realtà, e sotto quest’altra un’altra ancora, e di nuovo un’altra sotto quest’ultima, fino alla vera immagine di quella realtà, assoluta, misteriosa che nessuno vedrà mai, o forse fino alla scomposizione di qualsiasi immagine, di qualsiasi realtà.»
Michelangelo Antonioni
Ad occhi aperti – #sogno A/Ω è un progetto di ricerca che combina cinema e performance: un’operazione cinepoietica partecipata, site-human-specific, che coinvolge le comunità di abitanti di una determinata area urbana, o di un più vasto territorio, nella elaborazione di una performance di live streaming cinema, di lunga durata, e condivide con il pubblico il processo di significazione.
La struttura della performance è specifica ed esclusiva per ogni luogo protagonista della tappa del progetto.
La performance finale si compone di uno o più episodi, disposti lungo una giornata, innestati nello scorrere abituale della vita di un determinato luogo. Lo spazio quotidiano diventa naturale set cinematografico, dove si combinano la dimensione reale e la finzione.
Le riprese si sviluppano lungo un’area definita, all’aperto, e in alcuni interni laddove reso possibile dalla partecipazione dagli abitanti del territorio.
I singoli episodi si presentano come brevi percorsi a piedi che il pubblico segue con un ritmo regolato dall’andamento del piano sequenza. Gli spettatori, camminanti, seguono lo sviluppo del film dal vivo e allo stesso tempo guardano la sua resa cinematografica sugli schermi dei loro dispositivi mobili, grazie allo streaming simultaneo.
Scene riprese dal vivo e scene registrate si compongono in un montaggio istantaneo, restituendo sui dispositivi mobili il film.
Il rapporto tra l’individuo e il paesaggio, naturale, urbano o umano che sia, determina il tema visivo di ogni #sogno. Le storie locali e le memorie personali degli abitanti, nutrono la scrittura di una sceneggiatura site-specific, da mettere in atto con la comunità. L’architettura umana e quella paesaggistica si fondono in una composizione discontinua, ispirata all’innovazione formale introdotta nel cinema da Michelangelo Antonioni, alla cui poetica il progetto si ispira.
L’impianto narrativo si sviluppa secondo quel “neorealismo interiore”, attribuito dai critici francesi alle prime opere di Antonioni. Non una sequenza di avvenimenti, ma uno sguardo che indugia sui silenzi e sull’assenza, sulle conseguenze personali e sugli effetti sociali di un intreccio di esistenze.
La trama emerge come sintomo di accadimenti evocati, collocati in un tempo indefinito, ispirati ad eventi realmente accaduti in seno alla comunità e legati alla memoria storica del luogo, ma decontestualizzati e rielaborati in un soggetto di fantasia. Il particolare e l’universale si combinano nell’alternanza tra profondità di campo e soggettive, in un unico piano sequenza, ad occhi aperti.