Canto Trasfigurato

 

 

 

 

Canto Trasfigurato

Un inno alla sopravvivenza della propria umanità, in un mare pieno di pescecani, per ritrovare in sé ciò che c’è di divino e di eterno.
Ovvero di Moby Dick canto, e d’altri mostri che ho amato.

*nota per il pubblico

Si passeggia per interminabili minuti col corpo rivoltato e l’anima all’aperto nei cortili del Manicomio Criminale di Aversa. In questi cortili ho incrociato gli occhi del mio mostro, e la sua tenerezza mi ha fatto schiavo. Seiano, è uno dei “mostri” che ho amato, nelle ore dell’attività teatrale, in manicomio, nella danza di passi lenti, nei canti squarciati al sapore di tabacco, amato in viaggio con Caino, in discesa libera all’inferno. E all’inferno è finito Seiano, e anch’io. Siamo saliti in scena insieme, da pari a pari il volo. “Meraviglioso” abbiamo gridato al nostro pubblico, e poi più nulla. Dopo pochi giorni massacrato a morte da “compagni” di cella lasciati agire indisturbati. Ma a lui la scena lo aveva risvegliato e ho deciso di regalargli il mio studio sul Moby Dick, il mio corpo e la mia demenza. Insieme dannati nel Paradiso.