3_to_1

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ciò a cui aspiriamo è una vita
che noia, signori miei, vivere a questo mondo
come è allegra e vivace la musica, come si ha voglia di vivere

il coraggio, l’abitudine, l’invisibile

Il silenzio e il vuoto diventano quasi rassicuranti per chi non ha la forza di realizzare i propri desideri. Il niente a portata di mano è tutto ciò di cui hanno bisogno gli esseri fragili per esistere, in un indefinito tempo che con fatica può chiamarsi vita. Una vita, che si spera ogni giorno nuova al mattino, in cui le tre sorelle aspettano l’occasione buona; e allora cantano, ballano, parlano da sole, o rivolgendosi ad altri leggono parti di libri: una prigione fatta di regole, di ordine, di educazione. Ma la vita scorre “nella completa inazione. Certi giorni passano senza che si sia detto niente o quasi, senza che si sia fatto niente o quasi”. Se e’ vero che loro continuano a fare “tutto il possibile”, in effetti sono immobili. Un salto nel buio ci vorrebbe, una corsa ad occhi chiusi come da bambini.
Un ballo in maschera, la musica che ti ubriaca, l’amore quello vero, un lavoro proprio quello fatto per te, A Mosca! A Mosca! A Mosca! In un viaggio tra Cechov e Beckett ci inabissiamo nella fragilità di tutti i sommersi, i dimenticati. In un’epoca dominata dalla rinuncia, l’abitudine è la salvezza degli umili. Una carcerazione a cui ci si prepara fin dall’infanzia, coll’educazione, la scuola, la famiglia, l’amore: bisogna essere pronti, può accadere da un momento all’altro.
Le loro vite scorrono, ogni giorno uguale a quello precedente, come se il tempo non potesse andare avanti, inceppato in un eterno imperfetto verbale. Ciò che resta di Cechov e Beckett è l’atmosfera, i suoni, i silenzi, le linee dure del significante, la solitudine delle occasioni perdute.

3 TO 1 (2011)

di TeatrInGestAzione, da Le tre sorelle di Anton Čechov e gli universi beckettiani

directed by
Gesualdi | Trono

dramaturg
Loretta Mesiti

with
Alessia Mete, Ilaria Montalto, Michela Vietri