ALTOFEST EN 2016

TO GIVE RISE TO a Human / Urban requalication

Altofest is the space of the beginning, built by uncertain steps and persons waiting in front of the doors of the houses. Here, in Naples, where every moment is lived as the first time, the first sound, the first light. We care about falling in love. Here, where this is possible because nothing is as it seems, here, where no “seems” is known. Here you happen.

Walking around the streets, here it may happen to see women wearing nightgowns while standing outside their “basso” (typical Neapolitan ground level house). They dominate a tiny plot of public land, showing their identity, that waters down with the one of their neighbour. This space sets the two inhabitants in and out their houses, at the same time. Naples moves the border of what is private or public not in front or behind. The border means inhabiting. A not physical border, but the result of inhabiting.

What we do with Altofest is creating a space for promiscuity in which everybody takes the risk of his own exposition to the other. What is private is not yours anymore, it becomes shared intimacy. Expropriation and displacement are usually felt as traumatic. During Altofest these feelings are like a storm where strangers are blocked under the same roof or in the same hall offering shelter from the rain. 

We love saying that the festival is a trap you chose to fall into. It is a trap for the artist, chosing to leave the formal space. It is a trap for the space donor letting an artistic work live in his own intimacy. It is a trap for the audience that will recognize the private space as something different, as a space where his sight will write and read something new.

The houses themselves become a white paper in the very moment the artists go beyond the doorstep. As inhabitants of the same place, both artists and citizens are totally and mutually exposed. No excuses for missing their encounter. Altofest activates generative “dispositifs” of relation, thinking and knowledge, mixing public and intimacy. It creates a space of promiscuity in which artists and audience can go beyond their roles, participating in a total experience that generates “original relationships”. Altofest emancipates itself from the function of mere “programming” and/or “production” of shows and artworks, as festivals are usually considered, to prefigure itself as a space for an experimental sociality. In this way the city becomes the home for innovative and shared art practices, for artists who are “full of life” and brave citizens.

foto Vicky Solli, disegni Ilaria Garzillo e i contributi dei nostri spettatori

ALTOFEST IT 2016

DARE LUOGO ad una riqualicazione Umana / Urbana

Altofest si configura come luogo d’inizio, fatto di passi incerti e attese sugli usci delle case. A Napoli, perché ogni istante vissuto in questa città è come la prima volta, il primo suono, la prima luce. Ci interessa l’innamoramento, e non il rinnovamento. Qui è possibile perché nulla è comesembra, qui non si conosce “sembra”. Qui si accade.

Qui capita di camminare per strada e vedere le donne che fuori dal proprio “basso” troneggiano in vestaglia, conquistando un fazzoletto di suolo pubblico, manifestando la propria identità, che si diluisce in quella del dirimpettaio, definendo un luogo che rende i due abitanti contemporaneamente a casa e fuori casa. In questo modo Napoli sposta il confine tra pubblico e privato non più avanti o più dietro, ma nell’atto di abitare, esso non è confine fisico bensì confine abitativo.

Ciò che facciamo con Altofest è creare un luogo di promiscuità in cui ognuno accoglie il rischio di esporsi all’altro. Il privato non è più proprio, ma intimità condivisa. L’espropriazione, il dislocamento che spesso sono vissuti come traumi, nel caso di Altofest sono come il temporale che blocca sconosciuti inaspettatamente sotto la stessa tettoia o nello stesso androne a cercar riparo. Amiamo dire che il festival è una trappola nella quale si sceglie di capitare, essa lo è per l’artista che sceglie di portare i propri materiali fuori dallo spazio formale e lo è per il donatore che decide di lasciare che un’opera abiti il suo spazio intimo, lo è per il pubblico che riconosce il luogo privato come un luogo altro, uno spazio di scrittura. La casa del donatore diventa foglio bianco nel momento stesso in cui l’artista varca la soglia. Totalmente e reciprocamente esposti, abitanti dello stesso luogo, artisti e cittadini non hanno più scuse per mancare l’incontro.

Altofest innesca dispositivi generativi di relazione, pensiero e conoscenza, miscela la dimensione intima e quella pubblica, predispone uno spazio di promiscuità tra artisti e cittadini, tendendo al superamento dei ruoli, a favore di una partecipazione corale, di un’esperienza totale che genera “relazioni inedite”.

Altofest tende quindi ad emanciparsi progressivamente dalla funzione di mera “produzione” e/o “programmazione” di spettacoli ed opere artistiche, abitualmente attribuita ai festival, per prefigurarsi come uno spazio di socialità sperimentale. La città diventa in questo modo dimora per pratiche d’arte innovative e condivise, per artisti vivi e cittadini audaci.

foto Vicky Solli, disegni Ilaria Garzillo e i contributi dei nostri spettatori

OSSERVATORIO CRITICO 2016

OSSERVATORIO CRITICO

L’Osservatorio Critico rappresenta uno spazio permanente di riflessione e ricerca interdisciplinare, organicamente legato ad ALTO FEST, che mette in dialogo prospettive e competenze eterogenee con l’obiettivo di esercitare uno sguardo collegiale e poliprospettico sul festival, sui processi estetici, le dinamiche partecipative, le strategie organizzative che ALTO FEST attiva.
È stato costituito nel 2012, in occasione della seconda edizione del festival, con il compito principale di assegnare a uno degli artisti in programma la residenza “Operappartamento” per l’edizione successiva. Durante ALTO FEST 2013 la struttura dell’Osservatorio evolve fino a inaugurare un’attività di natura speculativa e creativa, organica alla programmazione del festival, che coinvolge in maniera continuativa alcuni dei suoi membri.
Quest’anno l’Osservatorio Critico sarà siglato con l’etichetta OCr, sul modello dell’acronimo del sistema di riconoscimento ottico e digitale dei caratteri, a rimarcare la funzione critica di monitoraggio e di specola delle arti dal vivo in relazione al festival. Le sue attività si giovano di molteplici sguardi attrezzati (di critici, operatori, artisti, studiosi, curatori) e precipitano in differenti interventi, mettendo a disposizione degli artisti in programma e degli spettatori del festival strumenti e percorsi partecipati sull’arte.

Il Foglio del Fest

Coordinamento a cura di

Silvia Mei, producer teatrale, web editor "Culture Teatrali"

silvia meiOpera da indipendente nella cultura teatrale contemporanea come studiosa, producer, consulente artistica, critica teatrale. Dopo il dottorato in Storia dell’arte e dello spettacolo (Università di Pisa, 2014) e una borsa di studio presso la Fondazione Cini di Venezia, è oggi assegnista di ricerca presso l’Università di Torino (Dipartimento di Studi Umanistici). Svolge parte della sua ricerca per il Centro Studi del Teatro Stabile di Torino alla cui Scuola per attori insegna Teoria e storia del teatro. Con Fabio Acca è responsabile de L’occhio del Principe, scuola per spettatori promossa da ERT per Arena del Sole di Bologna.

Membri

Salvatore Margiotta, ricercatore, redattore "Acting Archives Review"

salvatore margiottaDottore di ricerca in Storia del teatro moderno e contemporaneo, collabora con la cattedra di Storia del Teatro e dello Spettacolo presso L’Università di Napoli L’Orientale. Attualmente è redattore della rivista online «Acting Archives Review» ed è impegnato in qualità di assegnista di ricerca nel progetto “Nuovo Teatro Italiano. Archivio Storico”. Autore di diversi saggi riguardanti la nascita della regia in Italia, il Nuovo Teatro italiano, le trasformazioni della scena moderna, l’attore nel teatro di Robert Lepage, ha pubblicato il volume Il Nuovo Teatro in Italia. 1967-1975 (2013).

Mimma Valentino, ricercatrice, redattrice "Acting Archives Review"

mimma valentinoDottore di ricerca in Storia del teatro moderno e contemporaneo, nel 2010 ha vinto un assegno di ricerca per il progetto Archivio internazionale trattati di recitazione e nel 2013 ha preso parte al PRIN Teorie della recitazione e nascita della regia. Archivio e catalogo critico delle fonti documentarie presso l’Università di Napoli L’Orientale. Attualmente collabora con la cattedra di Storia del Teatro e dello Spettacolo per il progetto Nuovo Teatro Italiano. Archivio Storico ed è redattore di «Acting Archives». Autrice di diversi saggi e ha pubblicato il volume Il Nuovo Teatro in Italia. 1976-1985 (2015).

Riccardo Limongi, donatore di spazio, direttore di teatro.it, giornalista, critico

Direttore di www.teatro.it, giornalista, critico, con un piede da quasi vent’anni nella Pubblica Amministrazione alla guida di alcune tecnostrutture in enti locali, ed un altro in forme d’arte variamente frequentate, dal canto alla scrittura ad un lontano pianoforte. Attualmente, dopo averla inventata, produce la web-TV del Comune di Napoli, all’interno dell’Ufficio stampa del Sindaco.

Claudia Fabris, artista

claudia-fabris

Claudia Fabris nasce a Padova nel 1973. Progetta spazi, installazioni ed interventi performativi che creano relazioni e sinergie tra la parola e la visione, l’ascolto e il gusto, in una ricerca artistica che trova nel corpo il proprio fulcro, coinvolgendo gli spettatori su differenti piani percettivi nella convinzione che la Bellezza e lo stupore silenzioso che genera possano ancora ricondurre ogni uomo allo spazio intimo e sacro della propria anima dove ogni trasformazione e rinascita trae origine, forza e nutrimento.

CRITIQUE PANEL 2016

CRITIQUE PANEL

The Critique Panel is a permanent space of reflection and interdisciplinary research, organic to ALTO FEST, connecting different perspectives and heterogeneous competencies in order to give a plural and multi-perspective look on the festival, on the aesthetic processes, and on the participatory dynamics and organizational strategies that ALTO FEST activates.
It was created in 2012, during the second edition of the festival, with the main task of assigning for the next edition the “Operappartamento” residency to one of the artists in the program.
During ALTO FEST 2013 the structure of the Critique Panel changed, inaugurating a speculative and creative activity, organic to the program of the festival, and involving some of its members continuously since then.
This year the Critique Panel will be identified with the OCr label (acronym of Osservatorio Critico, in Italian) like Optical Character Recognition system, to highlight the function of monitoring and observation of the live arts in relation to the festival. Its activities rely on the observations of critics, operators, artists, researchers and curators. Several interventions by the OCr offer the artists and audience of the festival tools and participatory paths into arts.

Il Foglio del Fest

Coordinamento a cura di

Silvia Mei, producer teatrale, web editor "Culture Teatrali"

silvia meiOpera da indipendente nella cultura teatrale contemporanea come studiosa, producer, consulente artistica, critica teatrale. Dopo il dottorato in Storia dell’arte e dello spettacolo (Università di Pisa, 2014) e una borsa di studio presso la Fondazione Cini di Venezia, è oggi assegnista di ricerca presso l’Università di Torino (Dipartimento di Studi Umanistici). Svolge parte della sua ricerca per il Centro Studi del Teatro Stabile di Torino alla cui Scuola per attori insegna Teoria e storia del teatro. Con Fabio Acca è responsabile de L’occhio del Principe, scuola per spettatori promossa da ERT per Arena del Sole di Bologna.

Membri

Salvatore Margiotta, ricercatore, redattore "Acting Archives Review"

salvatore margiottaDottore di ricerca in Storia del teatro moderno e contemporaneo, collabora con la cattedra di Storia del Teatro e dello Spettacolo presso L’Università di Napoli L’Orientale. Attualmente è redattore della rivista online «Acting Archives Review» ed è impegnato in qualità di assegnista di ricerca nel progetto “Nuovo Teatro Italiano. Archivio Storico”. Autore di diversi saggi riguardanti la nascita della regia in Italia, il Nuovo Teatro italiano, le trasformazioni della scena moderna, l’attore nel teatro di Robert Lepage, ha pubblicato il volume Il Nuovo Teatro in Italia. 1967-1975 (2013).

Mimma Valentino, ricercatrice, redattrice "Acting Archives Review"

mimma valentinoDottore di ricerca in Storia del teatro moderno e contemporaneo, nel 2010 ha vinto un assegno di ricerca per il progetto Archivio internazionale trattati di recitazione e nel 2013 ha preso parte al PRIN Teorie della recitazione e nascita della regia. Archivio e catalogo critico delle fonti documentarie presso l’Università di Napoli L’Orientale. Attualmente collabora con la cattedra di Storia del Teatro e dello Spettacolo per il progetto Nuovo Teatro Italiano. Archivio Storico ed è redattore di «Acting Archives». Autrice di diversi saggi e ha pubblicato il volume Il Nuovo Teatro in Italia. 1976-1985 (2015).

Riccardo Limongi, donatore di spazio, direttore di teatro.it, giornalista, critico

Direttore di www.teatro.it, giornalista, critico, con un piede da quasi vent’anni nella Pubblica Amministrazione alla guida di alcune tecnostrutture in enti locali, ed un altro in forme d’arte variamente frequentate, dal canto alla scrittura ad un lontano pianoforte. Attualmente, dopo averla inventata, produce la web-TV del Comune di Napoli, all’interno dell’Ufficio stampa del Sindaco.

Claudia Fabris, artista

claudia-fabris

Claudia Fabris nasce a Padova nel 1973. Progetta spazi, installazioni ed interventi performativi che creano relazioni e sinergie tra la parola e la visione, l’ascolto e il gusto, in una ricerca artistica che trova nel corpo il proprio fulcro, coinvolgendo gli spettatori su differenti piani percettivi nella convinzione che la Bellezza e lo stupore silenzioso che genera possano ancora ricondurre ogni uomo allo spazio intimo e sacro della propria anima dove ogni trasformazione e rinascita trae origine, forza e nutrimento.

Artists2016

ARTISTS

#Residency – Leading Project Variaciones en torno a El Éxtasis de los Insaciables

Réplika Teatro (ESP)
Réplika Teatro (ESP)  #Residency – Leading Project Variaciones en torno a El Éxtasis de los Insaciables Altofest

This sixth edition of the Altofest is the protagonist of a structural change, whose experimentation we have entrust to Company Réplika Theater, based in Madrid, which last year was in the program with a work inspired by the texts of S. I. Witkiewicz, a Polish fundamental author to understand the evolution of the theater in the XX century. We asked the Spanish company to revise their performance, El Éxtasis de los Insaciables – performed in the last edition of the Altofest, involving the inhabitants of via Pedamentina, donors of space for the Altofest since the II edition. We chose Réplika because they have fully grasped the spirit of the fest and have a great understanding of it. We recognised their ability of reading the festival dynamics, their rare attitude towards human relationships, and their great predisposition to dialogue. With this pilot project the Altofest get ready to become permanently a place of experimental sociality.

Production Réplika Teatro

with the inhabitants of Via Pedamentina a San Martino
and with Réplika Teatro actors: Eeva Alvarado, Raúl Chacón, Malcolm T. Sittè, Rebeca Vecino

Director, dramaturg, costumes, scenography: Mikolaj Bielski
Sound Víctor García
based on a play of Stanislaw Ignacy Witkiewicz


Réplika Teatro (ESP)

Réplika Theater is a company based in Madrid. There they manage a theatrical and multifunctional contemporary space, dedicated to the production and to theater training. The company was found in 1989 by the couple Anadón/Bielski, who entrust the guide of a new and young formation to the Son Mikolaj, today deputy director of the Réplika Theater and collaborator of the Scenic Art at the Institute of Polish Culture. The Compañía Joven de Réplika Theater deals with new theater forms and collective creation.



replikateatro.com/

Trapped Sounds

Khaled Kaddal (EGY)
Khaled Kaddal (EGY)  Trapped Sounds Altofest

“Trapped sounds” is a conceptual sonic performance, designed by Khaled Kaddal, that aims to examine the conflict between the individual and the collective intelligence that is manifested in the massive production evident in our urban surroundings. We are witnesses of an era in which isolation is the strategy of the powerful. We suffer its effects and forms. We spend most of our time living a materialistic existence. Distractions and distortions cut us off from the truth of being. The project investigates these dichotomies (internal/external, individual/companies etc…), leaving out the dissonance between the intimate feeling and the obligation to act.

Is it possible to escape the homogenization?

Funded by

AFAC
Rawabet Theater, Cairo
Goethe institute, Alexandria
Theater is a must Festival, Alexandria


Khaled Kaddal (EGY)

Khaled Kaddal is an Egyptian musician/sound artist. Through sound, music and mixed medias he creates installations and performances.
He conducts an investigation on the social and political structures of our time through the exploration of various sound phenomena.
Khaled was granted a scholarships by the British Council and The Arab funds For Art and Culture (AFAC). Currently, based in London pursuing a Masters degree in Sound Arts in University of the Arts London (UAL).



khaledkaddal.com/

Permanent Exhibition

Cervo Home Gallery (IT)
Cervo Home Gallery (IT)  Permanent Exhibition Altofest

The house-atelier of Sergio and Teresa Cervo is located in the heart of the ancient center of Naples: a “basso”(typical Neapolitan house at the same level of the street)connected to a magical underground space that develops under the skin of the city, between the sacred of the basilica of San Domenico Maggiore and the profane of San Severo chapel.
A place of MAKING crowded with canvases, panels made of combined materials, sculptures, tables, lamps, chairs, jewellery.
The refined craftsmanship of these two artisans is expressed by the use of iron, leather, silver, wood, textiles, paper and soil.
Teresa e Sergio from 1977 create unique pieces in which the moment of the drawing and the creation are fused together in an indissoluble way.


Cervo Home Gallery (IT)



teresasergiocervo.eu/

Περί έρωτος. About love.

Emmanouela Korki – Ohi Pezoume (GRC)
Emmanouela Korki - Ohi Pezoume (GRC)  Περί έρωτος. About love. Altofest

From Plato to Dante, from antiquity to our present, a question arises. A question I perceive as the most political of all: “what is love and how it makes us act?”
Bring to light the processes that our body activates when related with the other, through the sight, touch, hearing, to abandon oneself to the beauty of the encounter.
What if love is a Demon (neither good or bad, neither beautiful or ugly) and he is our only guide to the truth?

Miss Omonoia

by UrbanDig Project by Ohi Pezoume Performing Arts Company

Choreography Eirini Alexiou – Ohi Pezoume Performing Arts Company
Site-specific adaptation and performance: Emmanouela Korki
Composition / live music: Antonino Talamo.
Video, music: D. Vergados.

“Some time ago in Dourgouti, a neighbourhood in Athens, three women met and between them a strong bond was created. They came to Athens from different places and times, afterwards they were separated again. In this piece we will meet one of them, imagining this woman in her house we can listen to her desire to leave, to go to Omonoia. We will follow her voyage through deserts, seas, bodies, blood and solitude. Borrowed lives intertwined with personal memories and oblivion. You need to breath to lighten up and go far. “Miss Omonoia” is part of the new project “UrbanDig Omonoia”, developed by “Ohi Pezoume Performing Arts Company”, that is composed by a web of 17 actions in Omonoia square, in the center of Athens. The project aims to connect the citizens with urban public space through a collective action, the game, and live performance.

What is love and how does it make us act?

OPERAPPARTAMENTO RESIDENCY
Site-specific work, on behalf of Eirini Alexiou Prize Operappartamento Altofest 2015 (Eurydice – Ευριδίκη)

Idea and coreography: Emmanouela Korki / UrbanDig Project by Ohi Pezoume Performing Arts Company

Music: Chris Rozakis


Emmanouela Korki – Ohi Pezoume (GRC)

“Ohi Pezoume” is a company of performing arts focused on local and cultural developments through artistic practices shared with the community.
Emmanouela Korki works as a freelance performer, choreographer and teacher. From 2015 she is collaborating with “Ohi Paizoume”. As a performer she has worked also with A. Marathaki, Duende Ensemble – J.Britton , Nostalgia company – T. Ralli, G. Simona, M. Klein – V. Kotsalou, S. Hatzaki – Athens and Epidaurus Festival, G. Katafigi, H. Monteiro, Athens Video Dance.

The Operappartamento

The Operappartamento is a residency and a production award. Since the second edition of the Altofest, it is assigned to one of the artists in the program, inviting them for the next edition to create exclusive work. A project that is intimately connected with the space given and its inhabitants.
The Critical Panel (TCP) assigns the creation of OPERAPPARTAMENTO 2016 to the company Ohi Pezoume (GRC). The dancer Emmanouela Korki, in creative residency at Casa Limongi, will give life to a site-specific Operappartamento, on behalf of Eirini Alexiou and the company Ohi Pezoume.

The motivation expressed by TCP: the correspondence between Eirini Alexiou’s artistic and curatorial path and the Altofest format, makes this artist an excellent interpreter of the spaces and their emotional temperature.
Eurydice is a touching intervention, exploiting the local atmosphere and physical elements in order to create relevant dramaturgical signs within a coherent system and several languages.
Therefore, the Artistic Direction of the Festival is glad to invite Ohi Pezoume Performing Art Company for a creative residency in one of the spaces of the festival, to create an OPERAPPARTAMENTO that will debut in Naples in July 2016 during the VI edition of the ALTOFEST.



urbandig-dih-participants2015.tumblr.com/


Contemporary?

Arts Printing House (LTU)
Arts Printing House (LTU)  Contemporary? Altofest

This is probably the first time in Lithuania that three artists have cooperated to create a performance that looks at the Lithuanian contemporary dance scene with a self-irony glance, quoting cliché movements, phrases, even costume details. “Contemporary?” is focusing ironically on the processes of dance making. What does contemporary dance piece consist of? What does it talk about? Which objects are necessary and which are optional? Does audience understand what it is all about? Do we need to explain the meaning of the piece to the audience? The answer is – just do it.

What does a contemporary dance piece consist of? Does the audience understand what it is all about? Do we need to explain the meaning of the piece to the audience?

The Performance won the Golden Stage Cross as Performing Arts Phenomenon of the year (2013) in Lithuania

Idea, choreography and performance: Agnė Ramanauskaitė, Paulius Tamolė and Mantas Stabačinskas
Dramaturgy Sigita Ivaškaitė
Light design Povilas Laurinaitis


Arts Printing House (LTU)

Mantas together with his long time stage partners, Agnė and Paulius participated in the program for young artists – “Open Stage’13”, hosted by Arts Printing House and presented an ironic contemporary dance performance “Contemporary?”
Agné Ramanauskaitė – dancer, actor, teacher and choreographer – received her professional degree at The Lithuanian Theatre and Music Academy (MA in acting-contemporary dance, 2009).
Mantas Stabačinskas – one of the most famous Lithuanian dancers, teacher and choreographer. In almost sixteen years of his professional career Mantas collaborated with many different choreographers from all over the world. For eleven years Mantas has been a part of Aura Dance Theater (Lithuania).
Paulius Tamolė – is a dancer and well known Lithuanian theater and television actor, choreographer. Paulius began his professional actor career at the National Drama Theater (Lithuania) in 2005. Since then Paulius has collaborated with the well known theater directors such as Jonas Vaitkus, Oskaras Korsunovas, Jana Ross and etc. In 2008 Paulius has been nominated for the theater award as the Best Young Artists of the year.



menuspaustuve.lt/

Secret sound stories

V XX ZWEETZ (CHE)
V XX ZWEETZ (CHE)  Secret sound stories Altofest

“Secret Sound Stories” is a guided path, intimate and personal, for individual spectators. The sound of a story transmitted through wifi headset, which offers a new way of seeing, to relate to the space in which the listener is immersed together with other spectators.
A delicate merger between poetry and music to face/confront the existence. If there are one or more truth, they are identified by the absence, not by the substance.
In a world catapulted toward the abundance, the sound is what is nearer to the subtraction: it does not accumulate, it exists only for a moment and then it vanishes leaving a trace in the memory. The sound is what remains of the story, stimulating the listeners’ imagination and the opportunity to create their own story through a positive relationship with the space that surrounds them. If people listened, they would change.
The project was born from an Alan Alpenfelt idea after being asked, by the commissioner of the 9th Biennale dell’immagine di Chiasso, to “amplify” the visit at the photographic exhibition through radio and sound.

Do you ever stop to listen to…?

Winner of the Bando della Consulta / Trasparenze Festival – Modena 2016

Director Alan Alpenfelt
with Gabriele Ciavarra, Ramona Tripodi, Andrea Cioffi, Nello Provenzano, Carla Valente


V XX ZWEETZ (CHE)

The experience of the company V XX ZWEETZ, founded in Switzerland in 2013, was born from the deep correlation/connection with the sound and the radio as the main source for understanding the world. It then hit the theatre, expanding their cultural and artistic reach to photography and documentary.
The fil rouge that connects all their productions is the sound.
Its main objective is to increase awareness of social problems, historic and existential.
In 2016 are among the 7 best productions of Rencontre du Théâtre Suisse.



vxxzweetz.com/

Eye Lie

Valeria Caboi (PRT)
Valeria Caboi (PRT)  Eye Lie Altofest

Feeling the space around not being able to see, guided by voices that suggest the movement, the direction. EYE LIE is a multi-sensorial dialogue between the audience and the performer in which the perception of sound and space varies altogether with the movement. This develops itself within pre-established structures on schemes linked to vocal inputs, not depending on a predetermined choreography as it is called. The artist, blindfolded, can just perform the movement’s orders that she hears. The sequence of vocal commands is re-organised for each performance. Therefore the sound and the choreographic composition becomes a surprise for the artist herself. The audience is invited to take part in the process of score composing, encouraging the performer with short instructions.

What does happen to the body in motion when the spatial reference comes only through audio commands?

with the support of Cem Centro em Movimento, Inimpetus Teatro and Escola de Attorse

Coreography Valeria Caboi
Sound Design Manuel Pinheiro
In collaboration with Claudia Canarim, Joana Furtado, Flora Detraz
Photo and Video Joanna Barra Vaz


Valeria Caboi (PRT)

Valeria Caboi, performer and choreographer, after having met Ohad Naharin Batsheva Dance Company and the Hofesh Shechter’s Company, turns her research toward the non-traumatic movement. As preformer she worked with Elisa Monte Dance Company (U.S.A – Pergine Spettacolo Aperto), NineBobeNote (The Place – UK), FattoreKappa (Singapore Arts Festival-Napoli teatro Festival), Arthur Pita (London – UK), Guido Tuberi (Balletto di Sardegna), Companhia de Dança do Norte (Portugal), PIA (Portugal). As choreographer she was the author of GestAzione (PrimoPremioMarteLive2010) and curator of Red T-Shirt Project (Italy, UK, Portugal), of the Swedish project Open Lab Halland 2015(Svezia), and of Eye Lie (co-productionC.E.M e Inimpetus).



valeriacaboi85.wix.com/valeriacaboi

IgnorHead

Tasto Esc (ITA)
Tasto Esc (ITA)  IgnorHead Altofest

A “laid out table” with nails, rubber bands, and pieces of iron; a handcrafted instrument. A work fully developed with the awareness that a process of distraction can cause damage even between interpersonal processes, and that a conscious and free from prejudice listening can produce a state of grace. Cage writings on the sound and listenings were his source of inspiration. To ignore the “Forms” and plunge into transformations.
In Giulio Escalona tool bag you can find: recordings of ambient sounds, voice samples, bulbs, radio, DIY tools, VHS and some delay; odds and ends used for assembling things like “rarefied sonic landscapes”. A sort of primitive music in the era of technology. Music for wood, metal spikes, and other things inserted one into another.

Can you be more listener and less specatator?

Instruments and sounds by Giulio Escalona


Tasto Esc (ITA)

La Capra, when is not La Capra, is Giulio Escalona (but the opposite is not true).
Born in 1985. Becomes Psychologist, works as music therapist, and invents strange instruments, which he doesn’t always know how to play.
In 2015 he began to perform, mainly with the pseudonym Tasto Esc, with video and audio, always with scrap metal and electronic circuits, noise and anything else without too many frills (either in audio or video format).



giulioescalona.weebly.com/

Rettifilo Ritmico

Antonino Talamo (ITA) / La Belva e le Bestie (ITA)
Antonino Talamo (ITA) / La Belva e le Bestie (ITA)  Rettifilo Ritmico Altofest

A car. Three spectators. A driver. All around the city. The music inside.
“I was taught that percussions must be played only in contexts where they are contemplate. I think this is a choice that leads to a homogenization of the instrument, neglecting the history, culture, and the suffering of those who forge it, only for a trivial spirit of social acceptance”.

What moves you?


Antonino Talamo (ITA) / La Belva e le Bestie (ITA)

Musician, Drummer, Live Instrumentalist and Studio Recording.

His playful virtuosity mixes sounds and rhythms, improvising passionate scores through the intersection of various sources, from electronic to tribal, involving the audience in a totally amazing and unexpected present moment. His music is a crossroad for the musical languages coming from the South of the World. Collaborates with Peppe Sannino, Pietro Sinigaglia, Gloria Clemente, Kal Dos Santos,Iacopo Pellegrini, Gilson Silveira, Armanda Desidery, Rino Borriello, Galo Cadena, Roberto Lagoa, Corrado Cordoba, Nunzio Toscano, Annalisa Madonna, Fabio Gallucci, Antonio Pinto, Angelo Ricci, Michele Maione, Gianluca Campanino, Alberto Falco (MOMODUO 2010), Paolo Licastri, Giulia Capolino, Guido Schiraldi, Luca Cioffi, Francesco Manna, Duccio D’alò, DIONISO FOLK BAND, Fabrizio Alessandrini, Mario Sapia and others.



cosaltro.net

Our House

Polisonum (ITA)
Polisonum (ITA)  Our House Altofest

Our House is the acoustic exploration of an apartment. A mapping and a sonic redefinition of a place. The sounds are events in a constant reconfiguration. The listening and research of the sounds that surround us stimulates an attentive gaze, and provide information on the nature of the objects that surround us, on the relations and their constant becoming. The research, carried out together with the tenants, translates itself into an interactive work, a real musical instrument, an open device to compose music, a way for playing with the sounds that usually escape our perception. The apartment planimetry, equipped with sensors, allows the viewer to interact, mix and rebuild its own personalised soundtrack of the space.

Have you ever listened to a house, a road, a city as you would listen to a symphony, an opera?

Filippo Lilli, Vittorio Antonacci


Polisonum (ITA)

POLISONUM is a sound research project about places. It is about reinventing the urban space, deconstructing it, breaking the structures and routine, connecting all the things that escape the human eye. The project was born from an attempt to use urban environments in a playful way. The idea is to build new sonic spaces, whose main features are the short duration, the permanent mutation and the mobility to observe, perceive and live in the city. Polisonum has been recently selected for the THE INDEPENDENT, a research project focused on the identification and promotion of the spaces, and the independent thought . A project started last year by the MAXXI museum ­Museum of 21st century Arts of Rome.



polisonum.tumblr.com/

#1. Take to the Mediterranean bush
#2. The Social Services of the Waitress of Poetry

Claudia Fabris (ITA)
Claudia Fabris (ITA)  #1. Take to the Mediterranean bush</br>#2. The Social Services of the Waitress of Poetry Altofest”  style=”float:left;clear:both”/>
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#1. Darsi alla Macchia (mediterranea)

After its debuts in a laundry, in Reggio Emilia, this photographic project arrives in Naples where artists and public will be invited to dirty their clothes with their favorite Mediterranean stain (oil, wine, coffee…). The picture will document what happened and will be sent to anyone who attendended. Take to the Mediterranean bush (in Italian we say “Darsi alla macchia” and it is a play on words, because “macchia” means both dirty and stain) is an unconditional declaration of love towards the Mediterranean basin nowadays so painful and sore and it is also a symbolic action of civil brigandage. The brigand is not an outlaw, but someone who does not choose roads already taken, who does not like well-trodden paths and looks for fertility where it is more abundant. Because he knows that trodden paths are the ones where nothing will ever grow.

#2a   –   Our Lady of Balloons

Our Lady of Balloons walks through the space like a vision, a temporary suspension of everyday life, a tear in the continuum, an impetus upwards, a revelation that the human condition is like a chalice, with the earth under your feet and the sky in your hair, where the earth and the sky blends together in our breath. She challenges the governing gravity with her lightness. If you come across her and you speak to her she will give you the possibility to choose at random one world among a hundred, each one bears a different definition from her Little Poetic Vocabulary she has been writing for the last three years.

#2b   – The Poetic Money Laundering / a little action of civil regeneration

Money circulates so fast. What if we recycle it as a means of communication, triggering little daily revelations directly in the hands of people while they are paying? Changing banknotes in blank notes, stamping them with a poetic action, using for this purpose some words from my little Poetic Vocabulary, and afterwards making them circulating like an antibody. Superposing a value on a price, a lightening of conscience on the glittering of gold, the Art creativity on the inexorable rules of the market. A little rite that is also an invitation, a wish, a bet, an inspiration and a confident impulse towards the unknown hands that the banknotes will meet in the future and with which they will build that future together.

Which is the greatest thing Arts can do for you? Be unreasonable and brave in the answer

#1 Are you willing to take to the bush (get dirty?) Are you worried to not be able to remove the stains anymore?
What do you think about what is happening in the Mediterranean Sea in the last few years?
#2a What do you think is possible and what impossible? How do you explain a coincidence when it happens in your life?
#2b What does money mean to you? Do you really believe that a tomato can have a price? Can you really put a price on one hour of your life and believe it?

created and performed by Claudia Fabris


Claudia Fabris (ITA)

Claudia Fabris was born in Padua in 1973. She plans spaces, installations and performances that create relations and synergies between the words and the visions, hearing and taste. Her artistic research finds its fulcrum in the body, involving the audience in different perceptive levels.
She strongly believe that Beauty and the silent wonder that Beauty creates can reconnect each man with the intimate and sacred space of his soul where each transformation and rebirth take origin, strength and nourishment.



lacamerieradipoesia.tumblr.com/

Dopolavoro #Memoriedalsuolo

Compagnia Pietribiasi / Tedeschi
Compagnia Pietribiasi / Tedeschi  Dopolavoro #Memoriedalsuolo Altofest

DOPOLAVORO, born during the Verdecoprente Festival in 2015, is a historic, social and anthropological exploration of the small town of Alviano (1600 inhabitants), near Terni. An opportunity to reflect on our “place” of residence, work and leisure. A deep research on the complex theme of identity and Place. In particular, “Dopolavoro” wants to investigate and analyse the relationship between the sense of belonging and putting down roots of a community, and the places in which this community resides and/or recognises as its own.
The project is also aimed to discover if the community (cities or neighbourhoods or villages) are or are not “places”.

What do you do in your “free time”?

Supported by Residency Verdecoprente Festival 2015

Pietribiasi/Tedeschi Production
Authors: Cinzia Pietribiasi e Pierluigi Tedeschi
With:Cinzia Pietribiasi e Pierluigi Tedeschi
Videomaker: Antonio Saracino
Music: Alfredo De Vincentiis


Compagnia Pietribiasi / Tedeschi

The theatre company Pietribiasi/Tedeschi was founded in Reggio Emilia in 2012. Its interests range from video-installation (Kinect and animation video) to Social Theatre. It has developed its own research between scientific and humanistic thought. Its productions include, besides DOPOLAVORO#MemorieDelSuolo, PUNTO TRIPLO (2015) a multimedia performance about the triple point of the water in thermodynamics; BIOS (2014) a multimedia performance inspired by the writer Julio Cortázar’s work; FREEZE (2013) a drama inspired by the psychiatrist Ronald D. Laing’s work.



cinziapietribiasi.wix.com/compagniateatrale

Papelão

Lara Russo (ITA)
Lara Russo (ITA)  Papelão Altofest

A mass of cardboards is the primary condition to transform and live the stage. To build is the urgency which moves the performer into the action of transforming the materials: dynamic that modify also his human condition. The very intimate moving structure, that first is protected and than destroyed, is echoed by the possibility to free itself in space and to give form to the movement.
Papelão is a reflection on the necessity of solidify the images of the mind, to live them temporarily, to perceive them with the body, and then give them back to the dance.

How can the landscape change through the movement?

Director: Lara Russo
with: Lucas Delfino
scenography: Yesenia Trobbiani


Lara Russo (ITA)

Lara Russo develops her works around the interaction of the body with the matter, and the element of risk and unpredictability that the matter introduces in the choreographic composition.
Her path evolved between Barcelona and Berlin and then moves on in Italy.
She joined the I.F.A Inteatro Festival in 2013; she won the prize GD’A Giovani Danz’autori with the show Allumin-io; was finalist at the festival ‘Dominio Pubblico’ with LEGAME; received a special mention for the competition Danzè, Oriente Occidente; won the scholarship for Ecite, teachers meeting of C.I. Ponderosa 2014, Germany; in 2015 she won the contest Dna Appunti coreografici a Romaeuropa Festival with the show Ra-me that debuted at the Venice Biennale 2016.



lararusso.org/

WORKSTATION / CLELIA BALLA

Giusto il tempo di un té (ITA)
Giusto il tempo di un té (ITA)  WORKSTATION / CLELIA BALLA Altofest

Giusto il tempo di un tè will interpret the moments and spaces of transition of the Altofest’s agenda. Perceptive segments will join the places that host the talks in the programme, tracing an urban route that will be recounted through the recordings of ambient sounds, narrative glimpses, and visual cues. Anyone who wants to participate, can send this material, via smartphone, at a fixed station. A WORKSTATION that can be visited at any time, set up during the days of the fest at its headquarter in Via mezzocannone.
These data will be collected and reprocessed during the fest, to give a processual shape to the audiovisual composition, CLELIA BALLA, presented for the Altofest closure.

How an experience related to a space can be told?

Giusto il tempo di un tè and Clelia Borino


Giusto il tempo di un té (ITA)

Giusto il tempo di un tè develops itself as an artistic lab widespread in many areas around Naples, dedicated to the experimentation of a cognitive, processual and relational practice aiming to share ideas and knowledge.
The lab is composed by a twine of spaces, times, and individuals. It’s structured as a cycle of encounters, in different locations and on specific topics , to whom artists, art historians, architects, designers, journalists, and choreographers take part to.
The hypothesis consists in imagining fluid modalities of storytelling and alternatives to narrative structures and relational mechanisms.
All the production – videos, texts, images, ideas, reports – is communicated following the wide spreading logic, through specific platforms: Vimeo, Pinterest, Whatsapp, Instagram, Medium, Twitter, Youtube, Facebook Soundcloud.



facebook.com/giustoiltempodiunte/?fref=ts

Little Star_Inside

Francesca Antonino (ITA)
Francesca Antonino (ITA)  Little Star_Inside Altofest
foto: Marco Mastroianni e Guido Calamosca

A pair of lips
Divine, spent
a blinding glitter
a fallen neon sign’s light
a divine image of a star projected on a ruffled screen
losing oneself within the flight, within the vortex
to be riding high
to collapse
the decay
letting go into the intimacy
gradually disposing of the self.

Little Star defines itself in a pop imagery, referring to music and films’ idols from the 1950’s and 1960’s: the outset of the rock and roll and the great Hollywood stars.
In an emotional sway between brio and decline, the body recovers only by placing itself into the space. It finds a place where recognize and declare itself, to get lost again.

Who is the Star, in your life?

supported by H(abita)T – Rete di Spazi per la Danza; Comune di Budrio; Fienile Fluo; Maison Ventidue
acknowledgement: Agostino Bontà e Spazio Danza Bologna

by and with: Francesca Antonino
sonic nourishment: Francesca Antonino, Valerio Sirna, Silvio Marino


Francesca Antonino (ITA)

Dancer and performer, she improves her education in Paris and Amsterdam. She was selected for Scritture per la danza contemporanea, a training with Raffaella Giordano. In June 2015 she was selected for the Biennale College in Venice by Salva Sanchis, for his work Islands Revisited. She is involved in C.U.T.E., a Laura Pante’s project, selected by Choreographic Collision 7. She is a founder and member of Agostino Bontà, an associated collective Sosta Palmizi. She is involved in Ballo 1890_Natura Morta, a Virgilio Sieni’s project.





Abito

Federica Terracina
Federica Terracina  Abito Altofest

An exploration of the urban space through the creation of a tailor-made dress.
Defining anew the shapes, interacting with the environment: who lives it, its architecture and its social structure. Abito is a textile participatory installation that calls the neighbourhood inhabitants and the spectators to the construction of this action, to intertweave to redefine the spaces. The urban fabric is a dialog between codes and social structures, a variable and multiform organisation of the community. The fabric is an intertweave of threads, the characteristic of the material varies according to their structure and percentage. “The fabrics are living fibres, if natural, are plants.. as the paper. If we think of the flesh and to sever, put, exit, play, what comes up to mind? I think the birth beyond the love for the flesh.
Grab, hold, resist, pins brings to my mind the passion, the impatience and then the newfound calm, because the eye of the tailor, like the embroidery machine ones is always a step ahead in the vacuum of the moment. Sew in public spaces is to bring home, build a place”.

How can a neighbourhood be organised?


Federica Terracina

After decoration studies at the Fine Arts Academy of Rome, Federica Terracina get interested in the textile installation. She studies historical costume in Paris. In 2015, she creates the independent brand “Incredible Fox & Co”. In contrast to the production of poor quality fabrics, based on the logic of exploitation, she proposes a reflection on the ecology.
The interaction with the space is the key of his research, both in painting and in textile installations. The first person who introduced her to this path was the master Michele Cossyro, then over the years other suggestions arrived.



incrediblefox.com/
atelierterracina.wordpress.com/

Dynamis (ITA)
Dynamis (ITA)  m² Altofest

The United Nations High Commissioner Refugee Agency’s (UNHCR) annual report of June 2015 attests that in the last year about 60 million people have been forced to migrate to escape war scenarios. The participatory performance m2 wonders pragmatically about the unit of measure from which it takes the name, the square meter. It ends revealing the possible nuances between human and inhuman that such unit takes on a daily basis. The audience is the real essence of the installation. It’s the matrix of the action that orchestrates itself through instructions conveyed by a hostess and a steward, in a collaborative game among strangers. Starting from esteems gathered from real cases used as example, the performance develops itself around the unit rate of 1:20 – 1:5 – 1:10 between the circumscribed surface and the people involved. In the referenced squares, following the rules of the game, 5, 16, and 9 people would proportionally fit in the space.

Does the context define if hundred people are too many or too few: hundred people to do what?

Production DYNAMIS / Teatro Vascello – TSI La Fabbrica dell’Attore in collaboration with ASINITAS ONLUS

by DYNAMIS

visual project and communication CO-CO

press office Marta Scandorza on behalf F/M PRESS


Dynamis (ITA)

Dynamis is a group of artistic research, a community study dedicated to the performing arts. It’s based in Rome at the Teatro Vascello, a valuable space for its daily research. If the pretext is theatrical, the level of research moves continuously on different extents, enriching itself with collaborations apparently and canonically distant from the field: pedagogues, illustrators, enlightened teachers, hackers, ufologist, dj, students, pirate film makers, ONLUS working with political refugees, magazines and friends.
Including collaborations: The MAXXI Museum, MACRO, Fondazione Romaeuropa. Winners of the prize Movin up, they’ve been hosted at the Festuge Festival for the 50 years of the Odin Teatret.



dynamisteatro.it/

Artisti2016

ARTISTS

#Residenza – Progetto Pilota Variaciones en torno a El Éxtasis de los Insaciables

Réplika Teatro (ESP)
Réplika Teatro (ESP)  #Residenza – Progetto Pilota Variaciones en torno a El Éxtasis de los Insaciables Altofest

Questa sesta edizione di Altofest è protagonista di un cambiamento strutturale, la cui sperimentazione abbiamo voluto affidare alla Compagnia Réplika Teatro di Madrid, che l’anno scorso era in programma con un lavoro ispirato ai testi di S. I. Witkiewicz, autore polacco fondamentale per capire l’evoluzione del teatro nel XX secolo. Abbiamo chiesto alla compagnia spagnola di rielaborare il loro spettacolo, El Éxtasis de los Insaciables – programmato nella scorsa edizione di Altofest, coinvolgendo gli abitanti della via Pedamentina, donatori di spazio di Altofest fin dalla II edizione.
La nostra scelta è ricaduta sui Réplika perché hanno colto appieno lo spirito del fest e ne hanno fatta piena esperienza. Abbiamo riconosciuto in loro una capacità di lettura delle dinamiche del fest, un’attitudine alla relazione umana non comune e una predisposizione sana al dialogo.
Con questo Progetto Pilota Altofest si appresta a trasformarsi definitivamente in un luogo di socialità sperimentale.

Produzione: Réplika Teatro

con gli abitanti di Via Pedamentina a San Martino
e con gli attori di Réplika Teatro: Eeva Alvarado, Raúl Chacón, Malcolm T. Sittè, Rebeca Vecino

Regia, drammaturgia, costumi e scene: Mikolaj Bielski
Spazio sonoro: Víctor García
Testi: Stanislaw Ignacy Witkiewicz


Réplika Teatro (ESP)

Réplika Teatro è una compagnia di stanza a Madrid, dove gestisce anche uno spazio teatrale contemporaneo e multifunzionale, dedito alla produzione e alla formazione teatrale. La compagnia è stata fondata nel 1989 dalla coppia Anadón/Bielski, che affidano la guida di una nuova e giovane formazione al figlio Mikolaj, oggi direttore aggiunto di Réplika Teatro e collaboratore della sezione Arte Scenica dell’Istituto di Cultura Polacco. La Compañía Joven de Réplika Teatro si occupa di nuove forme teatrali e creazione collettiva.



replikateatro.com/

Trapped Sounds

Khaled Kaddal (EGY)
Khaled Kaddal (EGY)  Trapped Sounds Altofest

“Trapped Sound” (Suoni Intrappolati) mira ad esaminare il conflitto tra l’individuo e l’intelligenza collettiva, che si manifesta nella produzione massiva evidente nei nostri ambienti urbani. Siamo testimoni di un’epoca in cui l’isolamento è la strategia dei potenti. Ne subiamo gli effetti e le forme. Spendiamo la maggior parte del nostro tempo vivendo un esistenza materialistica. Distrazioni e distorsioni ci allontanano dalla verità dell’essere. Il progetto indaga queste dicotomie (interno/esterno, individuo/società ecc..), lasciando emergere la dissonanza tra l’intimo sentire e l’obbligo ad agire.

E’ possibile sfuggire alla omologazione?

con il sostegno di

AFAC
Rawabet Theater, Cairo
Goethe institute, Alexandria
Theater is a must Festival, Alexandria


Khaled Kaddal (EGY)

Khaled Kaddal è un musicista, artista del suono egiziano. Attraverso il suono, la musica e mixed media ricrea installazione e performance. Conduce una ricerca sulle strutture politiche e sociali del nostro tempo attraverso l’esplorazione di vari fenomeni del suono.
Khaled ha vinto una borsa di studio dal British Council and The Arab funds For Art and Culture (AFAC). Al momento studia a Londra per conseguire un Master in Arte e Suoni all’Università delle Arti di Londra.



khaledkaddal.com/

Esposizione Permanente

Cervo Home Gallery (IT)
Cervo Home Gallery (IT)  Esposizione Permanente Altofest

La casa-atelier di Sergio e Teresa Cervo si trova nel cuore del centro antico di Napoli: un “basso” collegato a un magico spazio sotterraneo che si snoda sotto la pelle della città, tra il sacro della basilica di San Domenico Maggiore e il profano della cappella San Severo.
In questo luogo del FARE si affollano tele, pannelli polimaterici, sculture, tavoli, lampade, sedie, gioielli.
La raffinata artigianalità di questi due lavoratori dell’arte si esprime attraverso l’utilizzo di differenti materiali: ferro, cuoio, argento, legno, tessuti, carta e terre. Teresa e Sergio dal 1977 creano pezzi unici in cui il momento del disegno e della realizzazione sono fusi in modo indissolubile.


Cervo Home Gallery (IT)



teresasergiocervo.eu/

Περί έρωτος. About love.

Emmanouela Korki – Ohi Pezoume (GRC)
Emmanouela Korki - Ohi Pezoume (GRC)  Περί έρωτος. About love. Altofest

Da Platone a Dante, dall’antichità al nostro presente, una domanda nasce. Una domanda che io sento essere la più politica di tutte: “cos’è l’amore e come ci fa comportare?”
Portare in luce i processi che il nostro corpo mette in atto nella relazione con l’altro, attraverso i sensi della vista, del tatto, dell’udito, per abbandonarsi alla bellezza dell’incontro.
Cosa accadrebbe se l’amore fosse un Demone (né buono né cattivo, né bello né brutto) e se fosse lui la sola guida verso la verità?

Miss Omonoia
di UrbanDig Project / Ohi Pezoume Performing Arts Company

Coreografia Eirini Alexiou – Ohi Pezoume Performing Arts Company
Adattamento e interpretazione: Emmanouela Korki
Composizione musicale e musica dal vivo: Antonino Talamo.
Video, musica: D. Vergados

Qualche tempo fa, a Dourgouti, un quartiere di Atene, tre donne si incontrano e tra loro si stringe un forte legame. Arrivarono ad Atene da diversi paesi e in tempi diversi, ma poi sono state separate di nuovo. E’ una di loro che incontreremo in questo lavoro, immaginandola nella sua casa e ascoltando il suo desiderio di partire, andare ad Omonoia. La seguiremo nel suo viaggio attraverso deserti, mari, incontrando corpi, sangue e solitudine.
Vite prese in prestito si intrecciano a ricordi personali e oblio. Bisogna allora respirare per farsi leggeri e viaggiare lontano.
Miss Omonoia è parte del nuovo progetto “UrbanDig Omonoia”, sviluppato da “Ohi Pezoume Performing Arts Company “, che presenta una rete di 17 azioni in piazza Omonia, nel centro di Atene. Il progetto vuole metterre i cittadini in relazione allo spazio pubblico attraverso un’azione collettiva, il gioco, e lo spettacolo dal vivo.

Cosa è l’amore e come ci fa agire?

RESIDENZA OPERAPPARTAMENTO
Premio di produzione Operappartamento Altofest 2015
Si ringrazia il sostegno e la generosità della comunità di Altofest e l’ospitalità di Riccardo Limongi

uno speciale ringraziamento a Eirini Alexieou

Ideazione e Coreografia Emmanouela Korki
Musica: Chris Rozakis


Emmanouela Korki – Ohi Pezoume (GRC)

“Ohi Pezoume” è una compagnia di arti performative che si occupa di sviluppo locale e culturale attraverso pratiche artistiche condivise e comunitarie.
Emmanouela Korki è una performer, coreografa e insegnante. Dal 2015 collabora con la Compagnia Ohi Pezoume. Come performer ha lavorato anche con A. Marathaki, Duende Ensemble – J.Britton , Nostalgia company – T. Ralli, G. Simona, M. Klein – V. Kotsalou, S. Hatzaki – Atene e Epidaurus Festival, G. Katafigi, H. Monteiro, Atene Video progetto di Danza, SaLtaTor fisica Gruppo di danza – G. Karouni, B. Dramisioti, A. Kazouri, P. Voulgari, K. Prepi.

L’Operappartamento

L’Operappartamento consiste in una residenza e un premio di produzione. Fin dalla seconda edizione di Altofest viene assegnata ad uno degli artisti in programma, invitandolo per l’edizione successiva a creare in esclusiva per Altofest un’opera che entri in stretta relazione con lo spazio donato e i suoi abitanti.
L’Osservatorio Critico (OCR) assegna la creazione dell’OPERAPPARTAMENTO 2016 alla compagnia Ohi Pezoume (GR). La danzatrice Emmanouela Korki, in residenza creativa presso Casa Limongi, darà vita ad un’operappartamento site-specific, per conto di Eirini Alexiou e della compagnia Ohi Pezoume.

La motivazione espressa dall’OCR: la corrispondenza che intercorre tra il percorso artistico-curatoriale di Erini Alexiou con il format di Altofest rende questa artista una speciale interprete dei luoghi e della loro temperatura emotiva. Eurydice è un intervento toccante che sfrutta l’atmosfera e il reale sensibile locali per trarne segni drammaturgicamente rilevanti dentro un sistema coerente di segni e una gamma articolata di linguaggi.
Pertanto la direzione del festival è felice di invitare Ohi Pezoume a svolgere una residenza creativa, in uno dei luoghi del festival, per la creazione esclusiva di un’OPERAPPARTAMENTO, che debutterà a Napoli nel luglio 2016 durante la VI edizione di ALTO FEST.



urbandig-dih-participants2015.tumblr.com/


Contemporary?

Arts Printing House (LTU)
Arts Printing House (LTU)  Contemporary? Altofest

Questa è probabilmente la prima volta in cui tre artisti, in Lituania, hanno collaborato per creare una performance che guarda alla danza contemporanea locale con auto ironia, citando movimenti stereotipati, frasi, perfino dettagli di costume. “Contemporary?” riflette ironicamente sui processi di creazione contemporanea della danza, sulle tematiche, le sue strutture, le poetiche, gli eccessi e la relazione con gli spettatori, per arrivare ad una lampante ed essenziale verità. Si danza senz’altro motivo che danzare.

In cosa consiste uno spettacolo di danza contemporanea? Il pubblico capisce di cosa si tratta? E’ necessario spiegare agli spettatori il suo significato?

Vince il Golden Stage Cross as Performing Arts Phenomenon of the year (2013) in Lithuania

Ideazione e coreografia e interpretazione Agnė Ramanauskaitė, Paulius Tamolė and Mantas Stabačinskas
Drammaturgia Sigita Ivaškaitė
Disegno luci Povilas Laurinaitis


Arts Printing House (LTU)

Mantas, Agné and Paulius, hanno partecipato al programma per giovani artisti “Open Stage ’13”, ospitato da Arts Printing House. Da questa esperienza comune nasce “Contemporary?”
Agné Ramanauskaitė – ballerina, attrice, insegnante e coreografa – ha conseguito il Master in Recitazione e Danza Contemporanea nel 2009, presso The Lithuanian Theatre and Music Academy.
Mantas Stabačinskas è tra i più famosi danzatori, insegnanti e coreografi lituani. In oltre sedici anni della sua carriera professionale Mantas ha collaborato con diversi coreografi internazionali. Fa parte dell’ Aura Dance Theater (Lituania) da undici anni.
Paulius Tamolė è un danzatore e un famoso attore teatrale e televisivo, nonchè coreografo.
Ha iniziato la sua carriera al National Drama Theater (Lituania) nel 2005. Da allora ha collaborato con rinomati direttori di teatro quali Onas Vaitkus, Oskaras Korsunovas, Jana Ross, ecc. Nel 2008 è ha stato nominato per il premio teatrale Miglior Artista dell’Anno in Lituania.



menuspaustuve.lt/

Secret sound stories

V XX ZWEETZ (CHE)
V XX ZWEETZ (CHE)  Secret sound stories Altofest

“Secret Sound Stories” è un percorso guidato, intimo e personale, per spettatori singoli. Il suono di una storia trasmesso all’istante in cuffie wifi, che offre un nuovo modo di vedere, di relazionarsi allo spazio in cui l’ascoltatore è immerso insieme ad altri spettatori. Una delicata fusione tra poesia e musica per affrontare l’esistenza. Se ci sono una o più verità, esse sono individuabili attraverso l’assenza, non la sostanza. In un mondo catapultato verso l’abbondanza, il suono è ciò che si avvicina più alla sottrazione: non si accumula, esiste soltanto per un momento e poi svanisce lasciando una traccia nella memoria. Il suono è ciò che rimane del racconto, stimolando negli ascoltatori l’immaginazione e l’opportunità di creare la propria storia in una relazione concreta con lo spazio che li circonda. Se le persone ascoltassero, cambierebbero.
Il progetto nasce dall’idea di Alan Alpenfelt, al quale la commissione della 9° Biennale dell’Immagine di Chiasso ha chiesto di “amplificare” la visita ad una mostra fotografica tramite la radio e il suono.

Ti fermi mai un momento per ascoltare?

Vincitore del Bando della Consulta / Trasparenze Festival – Modena 2016

Regia Alan Alpenfelt
con Gabriele Ciavarra, Ramona Tripodi, Andrea Cioffi, Nello Provenzano, Carla Valente


V XX ZWEETZ (CHE)

L’esperienza della compagnia V XX ZWEETZ, fondata in Svizzera nel 2013, nasce dal profondo legame con il suono e la radio come fonte principale per comprendere il mondo. Approda poi al teatro, ampliando il proprio campo d’azione anche alla fotografia e al documentario. Il fil rouge che collega tutte le sue produzioni è il suono. Il suo principale obiettivo è aumentare la consapevolezza su problematiche sociali, storiche ed esistenziali.
Nel 2016 sono tra le 7 migliori produzioni del Rencontre du Théâtre Suisse.



vxxzweetz.com/

Eye Lie

Valeria Caboi (PRT)
Valeria Caboi (PRT)  Eye Lie Altofest

Sentire lo spazio senza poter vedere, lasciarsi guidare da voci che suggeriscono il movimento, la direzione. EYE LIE é un dialogo multisensoriale tra pubblico e performer, in cui la percezione del suono e dello spazio variano insieme al movimento. Quest’ultimo si sviluppa all’interno di strutture prestabilite su schemi legati agli input vocali, non essendo soggetto a una pre-determinazione coreografica propriamente detta. La performer, bendata, non può che eseguire gli ordini di movimento che le arrivano attraverso l’udito, e dei quali l’ordine muta completamente ad ogni spettacolo, rendendo la composizione sonora e coreografica una sorpresa per la coreografa stessa. Il pubblico é invitato a partecipare alla partitura sonora incitando la performer con brevi istruzioni.

Cosa succede al corpo in movimento quando i riferimenti spaziali arrivano solo attraverso comandi sonori?

con il sostegno di Cem Centro em Movimento, Inimpetus Teatro e Escola de Attorse

Coreografia Valeria Caboi
Sound Design Manuel Pinheiro
Collaborazione alla creazione Claudia Canarim, Joana Furtado, Flora Detraz
Foto e Video Joanna Barra Vaz


Valeria Caboi (PRT)

Valeria Caboi, performer e coreografa, dopo l’incontro con la Batsheva Dance Company di Ohad Naharin e con la Hofesh Shechter Company, volge la propria ricerca al movimento non-traumatico. Come performer ha lavorato con Elisa Monte Dance Company (U.S.A – Pergine Spettacolo Aperto), NineBobeNote (The Place – UK), FattoreKappa (Singapore Arts Festival-Napoli teatro Festival), Arthur Pita (London – UK), Guido Tuberi (Balletto di Sardegna), Companhia de Dança do Norte (Portogallo), PIA (Portogallo). Come Coreografa è autrice di GestAzione (PrimoPremioMarteLive2010) e curatrice di Red T-Shirt Project (Italia, Inghilterra, Portogallo), del progetto svedese Open Lab Halland 2015(Svezia), di EYELIE (co-productionC.E.M e Inimpetus).



valeriacaboi85.wix.com/valeriacaboi

IgnorHead

Tasto Esc (ITA)
Tasto Esc (ITA)  IgnorHead Altofest

Una “tavola preparata” con chiodi, molle, e pezzi di ferro; uno strumento artigianale. Un lavoro maturato con la consapevolezza che un processo di distrazione può causare danni anche tra i processi interpersonali e che un ascolto consapevole e privo di giudizi può produrre uno stato di grazia. Gli scritti di Cage sul suono e sull’ascolto sono stati ispiratori. Ignorare la “Forme” per tuffarsi nelle trasformazioni.
Nella borsa degli attrezzi di Giulio Escalona si possono trovare: registrazioni di suoni ambientali, campionamenti vocali, lampadine, radio, strumenti fai-da-te, VHS e qualche delay; queste carabattole servono ad assemblare cose del tipo “paesaggi sonori rarefatti”.
Una sorta di musica primitiva nell’era della tecnologia. Musica per legno, chiodi e altre cose infilate l’una dentro l’altra.

Si può essere più ascoltatore e meno spettatore?

Strumento e suono di Giulio Escalon


Tasto Esc (ITA)

La Capra, quando non è La Capra, è Giulio Escalona (ma non è vero il contrario). Nato nel 1985. Diventa Psicologo, fa il musicoterapeuta e inventa strumenti strani che non sempre sa come suonare. Nel 2015 inizia ad esibirsi soprattutto con lo pseudonimo Tasto Esc sia con video che con audio e sempre con ferraglia e circuiti, rumore e basta senza troppi fronzoli (quando in formato audio e quando in formato video).



giulioescalona.weebly.com/

Rettifilo Ritmico

Antonino Talamo (ITA) / La Belva e le Bestie (ITA)
Antonino Talamo (ITA) / La Belva e le Bestie (ITA)  Rettifilo Ritmico Altofest

Un automobile. 3 spettatori. Un autista. La città intorno. La musica dentro.
“Mi hanno insegnato che gli strumenti a percussione devono essere utilizzati solo nei contesti in cui vengono contemplati. Io penso che questa sia una scelta che porta ad una costante omologazione dello strumento, che trascura la storia, la cultura e la sofferenza che l’ha forgiata, per un banale spirito di accondiscendenza sociale”.

Cosa ti muove?


Antonino Talamo (ITA) / La Belva e le Bestie (ITA)

Musicista, Percussionista, Strumentista Live e Studio Recording.

Capace di un virtuosismo ludico con cui dosa sonorità e ritmi, creando estemporaneamente partiture travolgenti in cui si incrociano le fonti disparate, dall’elettronico al tribale, con una spiccata capacità di coinvolgere il pubblico in un qui ed ora inatteso, continuamente sorprendente. In lui si incrociano i linguaggi musicali del sud del mondo.
Suona con Peppe Sannino, Pietro Sinigaglia, Gloria Clemente, Kal Dos Santos,Iacopo Pellegrini, Gilson Silveira, Armanda Desidery, Rino Borriello, Galo Cadena, Roberto Lagoa, Corrado Cordoba, Nunzio Toscano, Annalisa Madonna, Fabio Gallucci, Antonio Pinto, Angelo Ricci, Michele Maione, Gianluca Campanino, Alberto Falco (MOMODUO 2010), Paolo Licastri, Giulia Capolino, Guido Schiraldi, Luca Cioffi,Francesco Manna, Duccio D’alò, DIONISO FOLK BAND, Fabrizio Alessandrini, Mario Sapia e altri.



cosaltro.net

Our House

Polisonum (ITA)
Polisonum (ITA)  Our House Altofest

Our House è l’esplorazione acustica di un appartamento. Una mappatura e una ridefinizione sonora di un luogo. I suoni sono eventi in costante riconfigurazione. L’ascolto e la ricerca dei suoni che ci circondano stimolano uno sguardo attento, forniscono informazioni sulla natura degli oggetti che ci circondano, sulle relazioni e il loro costante divenire. La ricerca, condotta insieme agli inquilini, si traduce in un’opera interattiva, un vero e proprio strumento musicale, un dispositivo aperto per comporre musica, una modalità per giocare con i suoni che abitualmente sfuggono alla nostra percezione.
La planimetria dell’appartamento, dotata di sensori, permette allo spettatore di interagire, miscelare e ricomporre la propria personale soundtrack dello spazio.

Ti è mai capitato di ascoltare una casa, una strada, una città, come si ascolta una sinfonia, un’opera?

Filippo Lilli, Vittorio Antonacci


Polisonum (ITA)

POLISONUM è un progetto di ricerca sonora sui luoghi. È reinventare lo spazio urbano, destrutturandolo, rompendo gli schemi e la routine, mettendo in relazione tutto quello che sfugge all’occhio umano. Il progetto nasce da una visione ludica di utilizzo degli ambienti urbani. L’idea è quella di costruire nuovi spazi sonori, le cui caratteristiche principali sono la breve durata, la mutazione permanente e la mobilità per osservare, percepire, vivere e abitare la città. Polisonum è stato recentemente selezionato per THE INDEPENDENT, un progetto di ricerca incentrato sull’identificazione e promozione degli spazi e del pensiero indipendente avviato lo scorso anno dal MAXXI ­ Museo delle arti del XXI secolo di Roma.



polisonum.tumblr.com/

#1. Darsi alla Macchia (mediterranea)
#2. La Cameriera di Poesia e i suoi servizi sociali

Claudia Fabris (ITA)
Claudia Fabris (ITA)  #1. Darsi alla Macchia (mediterranea)</br>#2. La Cameriera di Poesia e i suoi servizi sociali Altofest”  style=”float:left;clear:both”/>
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#1. Darsi alla Macchia (mediterranea)

Nato per una lavanderia di Via Roma, a Reggio Emilia, fa tappa a Napoli dove artisti e pubblico verranno invitati a macchiarsi con la loro macchia mediterranea preferita (olio, vino, caffè…) e ritratti nell’atto. La fotografia verrà poi spedita come attestato per l’accaduto. Darsi alla macchia mediterranea è una dichiarazione d’amore incondizionata per il bacino del mediterraneo oggi tanto doloroso e dolorante e atto simbolico di brigantaggio civile, dove il brigante non è il fuorilegge ma chi non si conforma alle strade già tracciate, non si accontenta delle strade battute e cerca la fertilità della vita dov’è più rigogliosa, nella macchia per l’appunto. Anche perché le strade battute sono sempre l’unico luogo in cui non cresce mai nulla.

#2. La Cameriera di Poesia e i suoi servizi sociali

#2a Nostra Signora dei Palloncini

Nostra Signora dei Palloncini attraversa lo spazio come una visione, sospensione momentanea della consueta quotidianità, squarcio nel tempo lineare e razionale, slancio verso l’alto, rivelazione della condizione umana di calice, con la terra sotto i piedi e il cielo tra i capelli, nel cui respiro terra e cielo si mescolano, sfida della leggerezza sorridente alla gravità imperante. A chi le parla incrociandola, offre la possibilità di scegliere una parola arrotolata a caso tra cento differenti, ognuna con una definizione tratta dal Piccolo Vocabolario Poetico che sta scrivendo da alcuni anni e gliela regala come una Sibilla metropolitana.

#2b

Il Riciclaggio Poetico del Denaro / Piccolo atto poetico di rigenerazione civile

Il denaro è ciò che circola più velocemente nel mondo dopo le idee. E se lo riciclassimo utilizzandolo come mezzo di comunicazione, innescando piccole rivelazioni quotidiane direttamente nella mano di chi sta per pagare? Riciclare le banconote in “bianoconote”, farle uscire dal mercato per reinserirle dopo averle timbrate con un atto poetico utilizzando alcune parole tratte dal mio Piccolo Vocabolario Poetico e poi farle circolare, come un anticorpo. Sovrapporre un valore ad un prezzo, un lampo della coscienza al luccichio dell’oro, la creatività dell’Arte alle regole inesorabili del mercato.
Un piccolo rito che sia invito, augurio, scommessa, ispirazione, slancio fiducioso verso le mani sconosciute che le banconote incontreranno nel futuro e che quel futuro insieme costruiranno.

una domanda da condividere con il pubblico
Qual è la cosa più grande che l’arte può fare per voi? Siate irragionevoli e audaci nella risposta

#1 Sei disposto a darti alla macchia? Hai paura di non saperti più smacchiare? Cosa pensi di ciò che sta accadendo nel Mediterraneo in questi anni?
#2a Cosa pensi sia possibile e cosa pensi sia impossibile? Come leggi una coincidenza quando si manifesta nella tua vita?
#2b Cosa pensi sia il denaro? Credi davvero che un pomodoro possa avere un prezzo? Puoi davvero dare un prezzo ad un’ora della tua vita e crederci?

creazione Claudia Fabris


Claudia Fabris (ITA)

Claudia Fabris nasce a Padova nel 1973. Progetta spazi, installazioni ed interventi performativi che creano relazioni e sinergie tra la parola e la visione, l’ascolto e il gusto, in una ricerca artistica che trova nel corpo il proprio fulcro, coinvolgendo gli spettatori su differenti piani percettivi nella convinzione che la Bellezza e lo stupore silenzioso che genera possano ancora ricondurre ogni uomo allo spazio intimo e sacro della propria anima dove ogni trasformazione e rinascita trae origine, forza e nutrimento.



lacamerieradipoesia.tumblr.com/

Dopolavoro #Memoriedalsuolo

Compagnia Pietribiasi / Tedeschi
Compagnia Pietribiasi / Tedeschi  Dopolavoro #Memoriedalsuolo Altofest

DOPOLAVORO, nato durante Verdecoprente Festival 2015, è un’esplorazione storica, sociale, antropologica sul piccolo Comune di Alviano (1600 abitanti), in provincia di Terni. Un’occasione per riflettere sul proprio “luogo” di residenza, di lavoro, di svago. Una ricerca di ampio respiro sul tema dell’identità e del Luogo. In particolare, “Dopolavoro” vuole indagare e analizzare la relazione che intercorre tra il senso di appartenenza e di radicamento di una comunità e i luoghi in cui questa comunità risiede e/o riconosce come propri. Il progetto è teso anche a scoprire se le comunità (città o quartieri o borghi o piccoli comuni) siano o non siano “luoghi”.

Qual è il tuo “dopolavoro”?

con il sostegno della residenza Verdecoprente Festival 2015
una Produzione Compagnia Pietribiasi/Tedeschi
di e con: Cinzia Pietribiasi e Pierluigi Tedeschi
Videomaker: Antonio Saracino
Musiche: Alfredo De Vincentiis


Compagnia Pietribiasi / Tedeschi

La Compagnia Pietribiasi/Tedeschi è stata fondata a Reggio Emilia nel 2012. I suoi interessi spaziano dalla video-installazione (Kinect e Video animazione) al Teatro sociale. Ha sviluppato una propria ricerca tra il pensiero scientifico e quello umanistico. Le sue produzioni includono, oltre DOPOLAVORO#MemorieDelSuolo, PUNTO TRIPLO (2015) una performance multimediale sul concetto termodinamico di punto triplo; BIOS (2014) una performance multimediale ispirata al lavoro dello scrittore Julio Cortázar; FREEZE (2013) uno spettacolo ispirato al lavoro dello psichiatra Ronald D. Laing.



cinziapietribiasi.wix.com/compagniateatrale

Papelão

Lara Russo (ITA)
Lara Russo (ITA)  Papelão Altofest

Un ammasso di cartone come condizione per trasformare e abitare lo spazio scenico. Costruire è l’urgenza che muove l’interprete nell’azione di trasformazione sui materiali, dinamica che modifica anche la sua propria condizione di uomo. Ad una struttura intima di movimento, che viene dapprima protetta e poi decostruita, le fa eco la possibilità di liberarsi nello spazio e dar forma al movimento. Papelão è una riflessione sulla necessità di solidificare le immagini della mente, per viverle in modo transitorio, percepirle con il corpo e renderle danza.

Come può il paesaggio modificarsi attraverso il movimento?

Regia Lara Russo
con Lucas Delfino
scenografia Yesenia Trobbiani


Lara Russo (ITA)

Lara Russo sviluppa i suoi lavori intorno all’interazione del corpo con la materia, all’elemento di rischio e di imprevedibilità che la materia introduce nella composizione coreografica. Il suo percorso si sviluppa tra Barcellona e Berlino per poi continuare in Italia. Partecipa ad I.F.A Inteatro Festival 2013; vince il premio GD’A Giovani Danz’autori con lo spettacolo Allumin-io; finalista al festival ‘Dominio Pubblico’ con LEGAME; riceve la menzione speciale al concorso Danzè, Oriente Occidente; riceve la borsa di studio per Ecite, incontro d’insegnanti di C.I. Ponderosa 2014, Germania; nel 2015 vince il concorso Dna Appunti coreografici a Romaeuropa Festival con lo spettacolo Ra-me che debutta alla Biennale di Venezia 2016.



lararusso.org/

WORKSTATION / CLELIA BALLA

Giusto il tempo di un té (ITA)
Giusto il tempo di un té (ITA)  WORKSTATION / CLELIA BALLA Altofest

Giusto il tempo di un tè interpreterà i momenti e gli spazi di transizione tra gli appuntamenti di Alto Fest. Segmenti percettivi uniranno i luoghi che ospitano gli interventi in programma, tracciando un percorso urbano che sarà raccontato attraverso le registrazioni dei suoni ambientali, degli scorci narrativi e degli spunti visivi. Chi vorrà partecipare, potrà inviare tale materiale, via smartphone, a una postazione fissa, una WORKSTATION visitabile in qualunque momento, allestita durante i giorni del fest presso la sua sede principale in via mezzocannone. Gli elementi saranno raccolti e rielaborati durante lo svolgimento del festival, per dare forma processuale a una composizione audiovisiva, CLELIA BALLA, presentata in occasione della chiusura di Altofest.

Come si racconta l’esperienza di uno spazio?

Giusto il tempo di un tè and Clelia Borino


Giusto il tempo di un té (ITA)

Giusto il tempo di un tè si configura come laboratorio artistico diffuso tra vari luoghi di Napoli, dedicato alla sperimentazione di una pratica conoscitiva processuale e relazionale volta alla condivisione di idee e saperi. Il laboratorio è costituito da un intreccio di spazi, tempi e individui e si struttura come un ciclo di incontri, in luoghi diversi e su argomenti specifici, ai quali prendono parte artisti, storici dell’arte, architetti, designer, giornalisti, coreografi. L’ipotesi consiste nell’immaginare modalità del racconto fluide e alternative agli schemi narrativi e ai meccanismi relazionali.
Tutto ciò che produce – video, testi, immagini, idee, relazioni – viene comunicato seguendo la logica della dispersione, attraverso piattaforme specifiche: Vimeo, Pinterest, Whatsapp, Instagram, Medium, Twitter, Youtube, Facebook, Soundcloud.



facebook.com/giustoiltempodiunte/?fref=ts

Little Star_Inside

Francesca Antonino (ITA)
Francesca Antonino (ITA)  Little Star_Inside Altofest
foto: Marco Mastroianni e Guido Calamosca

Un paio di labbra.
Un luccichio, insegna al neon de-caduta.
L’immagine magnificata di un divo (o una diva?).
L’apparire di segrete zone di svago, l’abbandono alla vertigine
del flusso.
All’ebbrezza del volo.
Essere sulla cresta dell’onda.
Per poi precipitare. Di colpo.
Il decadimento. La decadenza.
Abbandonarsi all’intimità,
disfacendosi progressivamente del sé.

Little Star si precisa intorno ad un immaginario pop, riferendosi ad idoli musicali e cinematografici a cavallo tra gli anni ’50 e ’60: l’epoca del primo rock and roll e delle grandi stelle del cinema hollywoodiano. In un altalenare emotivo tra brio e declino, il corpo si ritrova posandosi nello spazio. Trova un luogo dove riconoscersi e dichiararsi, per perdersi nuovamente.

Chi è la Star, nella tua vita?

supported by H(abita)T – Rete di Spazi per la Danza; Comune di Budrio; Fienile Fluo; Maison Ventidue

si ringrazia Agostino Bontà e Spazio Danza Bologna

di e con Francesca Antonino

nutrimento sonoro: Francesca Antonino, Valerio Sirna, Silvio Marino


Francesca Antonino (ITA)

Danzatrice e performer, rifinisce la formazione vivendo a Parigi e ad Amsterdam. Viene selezionata per Scritture per la danza contemporanea, formazione con Raffaella Giordano. A giugno 2015 viene selezionata per la Biennale College Danza di Venezia dal coreografo Salva Sanchis per Islands Revisited. Fa parte del progetto C.U.T.E. di Laura Pante, scelto per Choreographic Collision 7. È fondatrice e membro di Agostino Bontà, collettivo associato Sosta Palmizi. Fa parte del progetto Ballo 1890_Natura Morta di Virgilio Sieni.





Abito

Federica Terracina
Federica Terracina  Abito Altofest

Esplorare lo spazio urbano creando un abito su misura. Ridefinire le forme, interagire con l’ambiente e le sue strutture: chi lo vive, l’architettura e la sua organizzazione. Abito è un installazione tessile partecipativa, richiama gli abitanti del quartiere e gli spettatori alla costruzione di questo intervento, a tessere per ridefinire gli spazi. Il tessuto urbano è un dialogo tra codici e strutture sociali, un’organizzazione variabile e multiforme della comunità. Il tessuto è una trama di fili, la caratteristica della materia varia secondo la loro struttura e percentuale. “I tessuti sono fibre vive, se naturali, sono piante.. come la carta. Se pensiamo alla carne e a recidere, mettere, uscire, giocare, cosa ci viene in mente? Io penso alla nascita oltre all’amore della carne. Acchiappare, tenere fermo, resistere, spilli mi fa venire in mente la passione, l’impazienza e poi la ritrovata calma, perché l’occhio del sarto, come quello della ricamatrice è sempre un punto avanti nel vuoto dell’istante. Cucire in spazi pubblici è portare casa, costruire un luogo”.

Come si organizza un quartiere?


Federica Terracina

Dopo gli studi di decorazione all’Accademia di Belle Arti di Roma, Federica Terracina si interessa all’installazione tessile. Segue una formazione in costume storico a Parigi. Nel 2015, crea il marchio indipendente «Incredible Fox & Co». In controtendenza alla produzione di merci scadenti: basate su logiche di sfruttamento, propone una riflessione sull’ecologia. L’ interazione con lo spazio è la chiave della sua ricerca, sia in pittura che nelle installazioni tessili. La prima persona che le ha aperto questa strada è stato il maestro Michele Cossyro poi sono arrivati altri suggerimenti negli anni.



incrediblefox.com/
atelierterracina.wordpress.com/

Dynamis (ITA)
Dynamis (ITA)  m² Altofest

Il resoconto annuale dell’Alto commissario delle Nazioni Unite per i Rifugiati (Acnur), del giugno 2015, attesta che nell’ultimo anno circa 60 milioni di persone sono state costrette a migrazione forzata per sfuggire a scenari di guerra. La performance partecipativa m2 si interroga pragmaticamente sull’unità di misura da cui prende nome, il metro quadro, svelando alla fine le possibili sfumature, al limite tra umano e disumano, che quotidianamente assume. Il pubblico è l’essenza stessa dell’istallazione, la matrice dell’azione che si orchestra, attraverso semplici istruzioni veicolate da una hostess e da uno stuart, in un gioco collaborativo tra sconosciuti. Partendo da stime dedotte da casi reali presi ad esempio, la performance si sviluppa attorno ad una proporzione in scala, tra superficie circoscritta e persone coinvolte, di 1:20 – 1:5 – 1:10. Nei quadrati relativi, seguendo le regole del gioco, potranno trovare proporzionalmente spazio 5, 16, e 9 persone.

È il contesto che ci permette di definire se cento persone sono troppe o pochissime: cento persone per fare cosa?

produzione DYNAMIS / Teatro Vascello – TSI La Fabbrica dell’Attore in collaborazione con ASINITAS ONLUS

Ideazione e realizzazione DYNAMIS

progetto visivo e comunicazione CO-CO

ufficio stampa Marta Scandorza per F/M PRESS


Dynamis (ITA)

Dynamis è un gruppo di ricerca artistica, una comunità di studio dedicata alle arti performative con base a Roma, al Teatro Vascello, dove trova uno spazio prezioso per la sua ricerca quotidiana. Se il pretesto è quello teatrale, il livello della ricerca si sposta continuamente su piani diversi, arricchendosi di collaborazioni apparentemente e canonicamente distanti dall’ambito: pedagoghi, illustratori, insegnanti illuminati, hackers, ufologi, agitatori, dj, studenti, pirate film makers, ONLUS che si occupano di rifugiati politici, riviste e amici. Tra le collaborazioni: Museo MAXXI, MACRO, Fondazione Romaeuropa. Vincitori del premio Movin’up, i loro interventi sono stati ospitati al Festuge Festival per i 50 anni dell’Odin Teatret.



dynamisteatro.it/

TEXTURE EN 2016

A platform for a dialogue between International operators on cultural practices and artistic visions of urban regeneration.

The topic that will guide our dialogue is Arts as Spillover Effect.

The use of the term Spillover, literally “overflow”, is relatively recent in the context of culture, the Arts, and the creative industries. Is the process through which the artistic activity has an unexpected impact, not programmed, on the society, the economy, and on the same place where it happens. In this context we want to collect the experiences of our guests to create fertile visions through the dialogue.

Welcoming

Armando Brunini
CEO Aeroporto Internazionale di Napoli

Introduction

Prof. Fabio Borghese
Director Creactivitas

Anna Gesualdi
Co-Direction Altofest

Open discussion coordinated by

Silvia Mei
Coordinator Critical Panel of Altofest
Curator / Editor in chief “Culture Teatrali online“

Speakers

Giuliana Barbaro-Sant (MT)
International Officer Valletta 2018 Foundation

Pawlu Mizzi (MT)
Programme Officer

Silvija Stipanov(HR)
Program Manager Ganz New Festival

Zoltán Gálovits (RO)
Artistic Consultant TESZT Euroregional Theatre – Festival Timișoara

Marie Kliiman (EE)
Main Organizer UIT Festival

Mikolaj Bielski (ES)
Director Adjunto Réplika Teatro

Claudio Bocci (IT)
Director Federculture

Andrea Viliani (IT)
Director Museum MADRE

Alison Driver (UK)
Arts Director, Relationships and Projects Manager British Council Italy

Franco Cappuccio (IT)
Arts Project Manager British Council Italy Director Salerno DOC Festival

TEXTURE IT 2016

Piattaforma di confronto tra operatori internazionali su pratiche culturali e visioni artistiche di rigenerazione urbana.

Il tema che guiderà il nostro dialogo è Arts as Spillover Effect.

L’utilizzo del termine Spillover, letteralmente “traboccamento”, è relativamente recente nel contesto della cultura, delle arti e dell’industria creativa. È quel processo attraverso il quale l’attività artistica ha un impatto inaspettato, non programmato, sulla società, sull’economia e sul luogo stesso in cui accade. In tale ambito vogliamo raccogliere le esperienze dei nostri ospiti affinché dal confronto possano nascere fertili visioni.

Saluto di:

Armando Brunini
CEO Aeroporto Internazionale di Napoli

Welcoming and introduction by:

Prof. Fabio Borghese
Director Creactivitas

Anna Gesualdi
Co-Direction Altofest

Open discussion coordinated by

Silvia Mei
Coordinator Critical Panel of Altofest
Curator / Editor in chief “Culture Teatrali online“

Speakers

Giuliana Barbaro-Sant (MT)
International Officer Valletta 2018 Foundation

Pawlu Mizzi (MT)
Programme Officer

Silvija Stipanov(HR)
Program Manager Ganz New Festival

Zoltán Gálovits (RO)
Artistic Consultant TESZT Euroregional Theatre – Festival Timișoara

Marie Kliiman (EE)
Main Organizer UIT Festival

Mikolaj Bielski (ES)
Director Adjunto Réplika Teatro

Claudio Bocci (IT)
Director Federculture

Andrea Viliani (IT)
Director Museum MADRE

Alison Driver (UK)
Arts Director, Relationships and Projects Manager British Council Italy

Franco Cappuccio (IT)
Arts Project Manager British Council Italy Director Salerno DOC Festival