ALTOFEST IT 2018

#Leparolesonoimportanti
#Wordsmatter

Tutto intorno a noi è parola. “Dammi la tua parola” si dice per stringere un patto; “Ti credo sulla parola” per manifestare fiducia. La parola contiene il principio della creazione. Nominare è creare.
Quando nascono in punta di lingua vestendosi di suono, le parole ci sollevano, sfidando ogni gravità, muovono il nostro passo. Allineate al tono si fanno canto, le parole. Se trattenute sono tonfo che ci stende al suolo. Nella folla sciamano. Lasciate giacere sul bianco si fanno eredità. Pronunciate lente sono lame, nella fornace della bocca battute, affilate. In questo tempo di parole ostili, abusate, sbrigliate, lasciate andare in caduta libera, perdono peso, massa e misura.
Nel passaggio dal plurale al singolare la parola si fa verbo dunque azione. Allora la parola è potere del corpo, capace di com-muovere. Ecco che la drammaturgia di Altofest 2018 prende forma di Commovimento Poietico-Politico, incarnandosi in parola custodita poi condivisa, esposta, dichiarata, manifesta, fino a farsi spazio del discorso.

foto Vicky Solli, disegni Ilaria Garzillo e i contributi dei nostri spettatori

ALTOFEST EN 2018

#Wordsmatter
#Leparolesonoimportanti

We are surrounded by words. One says “Give me your word” to make a pact; “I take your word for it” to show trust. Words contain the origins and principles of creation. To name is to create.
When they come to life on the tip of the tongue, clothing themselves in sound, words lift us up, defying gravity, and they lead our way. With tone, words become chants. If withheld, words thud down to the ground, drawing us with them. They swarm in the crowd. Resting on the white page they become legacy. Pronounced slowly they are blades, in the furnace of the mouth, beating, sharpened. In these times, hostile, abusive, unbridled words, left in free fall, lose weight, mass and measure.
When moving from plural to singular, “words” become “the Word”, a verb, therefore an action. The Word is one of the powers of the body, and is capable of moving us, together. The dramaturgy of Altofest 2018 takes the form of a “Poietico-Politico Commovimento”, a composition that moves us physically and aesthetically, that embodies the Word, cherished, then shared, exposed, declared, revealed, until it becomes space in discourse.

foto Vicky Solli, disegni Ilaria Garzillo e i contributi dei nostri spettatori

CRITIQUE PANEL 2018

CRITIQUE PANEL

The Critique Panel is a permanent space of reflection and interdisciplinary research, organic to ALTO FEST, connecting different perspectives and heterogeneous competencies in order to give a plural and multi-perspective look on the festival, on the aesthetic processes, and on the participatory dynamics and organizational strategies that ALTO FEST activates.
It was created in 2012, during the second edition of the festival, with the main task of assigning for the next edition the “Operappartamento” residency to one of the artists in the program.
During ALTO FEST 2013 the structure of the Critique Panel changed, inaugurating a speculative and creative activity, organic to the program of the festival, and involving some of its members continuously since then.
This year the Critique Panel will be identified with the OCr label (acronym of Osservatorio Critico, in Italian) like Optical Character Recognition system, to highlight the function of monitoring and observation of the live arts in relation to the festival. Its activities rely on the observations of critics, operators, artists, researchers and curators. Several interventions by the OCr offer the artists and audience of the festival tools and participatory paths into arts.

I Membri

Silvia Mei producer teatrale, web editor "Culture Teatrali"

silvia meiSilvia Mei Opera da indipendente nella cultura teatrale contemporanea come ricercatrice, producer, consulente artistica, critica teatrale. Insegna come docente a contratto presso il Dipartimento delle Arti dell’Università di Bologna e presso la Scuola per attori del Teatro Stabile di Torino. Scrive per la webzine «Culture Teatrali», di cui è co-editor; svolge formazione del pubblico per diverse realtà, tra cui l’Arena del Sole – ERT Fondazione; cura progettualità per La Soffitta di Bologna e collabora con festival multidisciplinari. Si occupa di estetica teatrale e di ibridazione dei linguaggi scenici in una prospettiva storica. Dal 2008 frequenta il teatro argentino e ne cura la trasmissione italiana (con speciale interesse per la drammaturgia di Claudio Tolcachir e Rafael Spregelburd). Ha realizzato, con Fabio Acca, Il teatro e il suo dopo, volume in omaggio a Marco De Marinis (2014); e curato il monografico La terza avanguardia. Ortografie dell’ultima scena italiana (in «Culture Teatrali», n. 24 – 2015).

https://www.unibo.it/sitoweb/silvia.mei3
Loretta Mesiti writer and dramaturg

Loretta Mesiti, writer and dramaturg. She achieved a master degree in philosophy at the Università Statale – Milan and a master degree in dramaturgy at the Goethe Universität – Frankfurt am Main. She accompanies collective creation´s processes with a focus on the reformulation of aesthetical and geo-political spatial categories. In the frame of the long-standing dialogue with TeatrInGestAzione she took part in the development of several performances such as Alto Fragile. Exposition of creative processes for active spectators, Alto Fest. International contemporary live arts and avVento a platform for the artistic exploration of contemporary founding myths. With La sindrome di Elettra she won the Scriptwriting-Award Oltreparola – as best author under 30 in 2009. Among her works the performance Blickakte directed by Daniel Schauf won the jury prize Was heisst hier fremd” (What is here stranger) at Theater Drachengasse in Vienna in 2012 and the Cycle Geologhemi was honored with the special mention by the jury of the Lorenzo Montano award for poetry in 2017.

Salvatore Margiotta ricercatore, redattore "Acting Archives Review"

Dottore di ricerca in Storia del teatro moderno e contemporaneo, collabora con la cattedra di Storia del Teatro e dello Spettacolo presso L’Università di Napoli L’Orientale. Attualmente è redattore della rivista online «Acting Archives Review» ed è impegnato in qualità di assegnista di ricerca nel progetto “Nuovo Teatro Italiano. Archivio Storico”. Autore di diversi saggi riguardanti la nascita della regia in Italia, il Nuovo Teatro italiano, le trasformazioni della scena moderna, l’attore nel teatro di Robert Lepage, ha pubblicato il volume Il Nuovo Teatro in Italia. 1967-1975 (2013).

Mimma Valentino ricercatrice, redattrice "Acting Archives Review"

mimma valentinoDottore di ricerca in Storia del teatro moderno e contemporaneo, nel 2010 ha vinto un assegno di ricerca per il progetto Archivio internazionale trattati di recitazione e nel 2013 ha preso parte al PRIN Teorie della recitazione e nascita della regia. Archivio e catalogo critico delle fonti documentarie presso l’Università di Napoli L’Orientale. Attualmente collabora con la cattedra di Storia del Teatro e dello Spettacolo per il progetto Nuovo Teatro Italiano. Archivio Storico ed è redattore di «Acting Archives». Autrice di diversi saggi e ha pubblicato il volume Il Nuovo Teatro in Italia. 1976-1985 (2015)

Guest Member - Meike Schmidt-Gleim philosopher and artist
Meike Schmidt-Gleim is a philosopher and artist working at the crossroads between the two practices. She lives in Brussels. Selected exhibitions: “Antenna Futura”, Kunsthalle Exnergasse, Vienna 2016; “Und eine Welt noch”, Kunsthalle Hamburg 2016, “Atlas of Arcadia”, Academy of Fine Arts Vienna 2015; “Tomorrow is already the question”, Fabra I Coats, Barcelona 2014; The barbarians are back“, Palais de Tokyo, Paris 2004. Selected publications: “Atlas of Arcadia”, Vienna (forthcoming); “Was hätte Virginia Woolf dazu gesagt?”, Marta Press, Hamburg 2018; “The meanings of Europe. Changes and Exchanges of a contested concept”, Routledge 2013; “Die Regierung der Demokratie”, Passagen Verlag, Vienna 2009.

Le Attività

Table of Matters

Lo spazio della Cucina Sociale ospita la Table of Matters, un dispositivo di analisi e discussione che genera occasioni di confronto fra artisti ed Osservatorio Critico, elaborando/registrando il tracciato in divenire delle questioni estetiche sollevate dagli interventi in programma.

La Table of Matters è a cura di Loretta Mesiti in dialogo con Meike Gleim. Interventi di Silvia Mei, Salvatore Margiotta, Mimma Valentino. Mappature visive di Federica Terracina.

La città scritta – Luoghi quotidiani e spazi del possibile

Percorso di osservazione critica e scrittura per studenti di scuola superiore
a cura di Loretta Mesiti

in collaborazione con la prof.ssa Mariella De Simone, Liceo Vittorio Emanuele

Il laboratorio di osservazione critica e scrittura, curato da Loretta Mesiti, dramaturg e membro dell´Osservatorio Critico di Altofest, accompagnerà una piccola comunità di studenti del Liceo Vittorio Emanuele di Napoli, lungo un itinerario di esplorazione delle poetiche e delle estetiche dello spazio che caratterizzano le pratiche artistiche contemporanee.

Prendendo spunto dal tema di Altofest 2018 – Wordsmatter/Le parole sono importanti – si rifletterà assieme agli studenti sull’importanza della parola nella definizione degli spazi urbani e sulle forme dell’abitare, che è possibile immaginare lasciandosi interrogare dalle operazioni poetiche messe in atto dai processi di creazione artistica osservati attraversando il programma di Altofest.

Il Foglio del Fest

Distribuito presso la cucina sociale, concepito come una guida estetica che combina l’approccio teorico con le proposte artistiche in programma

OSSERVATORIO CRITICO 2018

OSSERVATORIO CRITICO

L’Osservatorio Critico rappresenta uno spazio permanente di riflessione e ricerca interdisciplinare, organicamente legato ad Altofest, che mette in dialogo prospettive e competenze eterogenee con l’obiettivo di esercitare uno sguardo collegiale e poliprospettico sui processi estetici e le dinamiche partecipative che Altofest attiva.

Le sue attività si giovano di molteplici sguardi attrezzati (di critici, operatori, artisti, studiosi, curatori) e precipitano in differenti interventi, mettendo a disposizione degli artisti in programma e degli spettatori del festival strumenti e percorsi partecipati sull’arte.

Le attività 2018 – foglio del fest, dialoghi brevi, Table of Matters, Mappature Visive – sono a cura di Silvia Mei, Salvatore Margiotta, Mimma Valentino, Loretta Mesiti, Meike Gleim, Federica Terracina.

Dopo ogni lavoro l’Osservatorio Critico modera dialoghi brevi fra gli artisti e i cittadini donatori di spazio.

I Membri

Silvia Mei producer teatrale, web editor "Culture Teatrali"

silvia meiSilvia Mei Opera da indipendente nella cultura teatrale contemporanea come ricercatrice, producer, consulente artistica, critica teatrale. Insegna come docente a contratto presso il Dipartimento delle Arti dell’Università di Bologna e presso la Scuola per attori del Teatro Stabile di Torino. Scrive per la webzine «Culture Teatrali», di cui è co-editor; svolge formazione del pubblico per diverse realtà, tra cui l’Arena del Sole – ERT Fondazione; cura progettualità per La Soffitta di Bologna e collabora con festival multidisciplinari. Si occupa di estetica teatrale e di ibridazione dei linguaggi scenici in una prospettiva storica. Dal 2008 frequenta il teatro argentino e ne cura la trasmissione italiana (con speciale interesse per la drammaturgia di Claudio Tolcachir e Rafael Spregelburd). Ha realizzato, con Fabio Acca, Il teatro e il suo dopo, volume in omaggio a Marco De Marinis (2014); e curato il monografico La terza avanguardia. Ortografie dell’ultima scena italiana (in «Culture Teatrali», n. 24 – 2015).

https://www.unibo.it/sitoweb/silvia.mei3
Loretta Mesiti writer and dramaturg

Loretta Mesiti, writer and dramaturg. She achieved a master degree in philosophy at the Università Statale – Milan and a master degree in dramaturgy at the Goethe Universität – Frankfurt am Main. She accompanies collective creation´s processes with a focus on the reformulation of aesthetical and geo-political spatial categories. In the frame of the long-standing dialogue with TeatrInGestAzione she took part in the development of several performances such as Alto Fragile. Exposition of creative processes for active spectators, Alto Fest. International contemporary live arts and avVento a platform for the artistic exploration of contemporary founding myths. With La sindrome di Elettra she won the Scriptwriting-Award Oltreparola – as best author under 30 in 2009. Among her works the performance Blickakte directed by Daniel Schauf won the jury prize Was heisst hier fremd” (What is here stranger) at Theater Drachengasse in Vienna in 2012 and the Cycle Geologhemi was honored with the special mention by the jury of the Lorenzo Montano award for poetry in 2017.

Salvatore Margiotta ricercatore, redattore "Acting Archives Review"

Dottore di ricerca in Storia del teatro moderno e contemporaneo, collabora con la cattedra di Storia del Teatro e dello Spettacolo presso L’Università di Napoli L’Orientale. Attualmente è redattore della rivista online «Acting Archives Review» ed è impegnato in qualità di assegnista di ricerca nel progetto “Nuovo Teatro Italiano. Archivio Storico”. Autore di diversi saggi riguardanti la nascita della regia in Italia, il Nuovo Teatro italiano, le trasformazioni della scena moderna, l’attore nel teatro di Robert Lepage, ha pubblicato il volume Il Nuovo Teatro in Italia. 1967-1975 (2013).

Mimma Valentino ricercatrice, redattrice "Acting Archives Review"

mimma valentinoDottore di ricerca in Storia del teatro moderno e contemporaneo, nel 2010 ha vinto un assegno di ricerca per il progetto Archivio internazionale trattati di recitazione e nel 2013 ha preso parte al PRIN Teorie della recitazione e nascita della regia. Archivio e catalogo critico delle fonti documentarie presso l’Università di Napoli L’Orientale. Attualmente collabora con la cattedra di Storia del Teatro e dello Spettacolo per il progetto Nuovo Teatro Italiano. Archivio Storico ed è redattore di «Acting Archives». Autrice di diversi saggi e ha pubblicato il volume Il Nuovo Teatro in Italia. 1976-1985 (2015)

Guest Member - Meike Schmidt-Gleim philosopher and artist
Meike Schmidt-Gleim is a philosopher and artist working at the crossroads between the two practices. She lives in Brussels. Selected exhibitions: “Antenna Futura”, Kunsthalle Exnergasse, Vienna 2016; “Und eine Welt noch”, Kunsthalle Hamburg 2016, “Atlas of Arcadia”, Academy of Fine Arts Vienna 2015; “Tomorrow is already the question”, Fabra I Coats, Barcelona 2014; The barbarians are back“, Palais de Tokyo, Paris 2004. Selected publications: “Atlas of Arcadia”, Vienna (forthcoming); “Was hätte Virginia Woolf dazu gesagt?”, Marta Press, Hamburg 2018; “The meanings of Europe. Changes and Exchanges of a contested concept”, Routledge 2013; “Die Regierung der Demokratie”, Passagen Verlag, Vienna 2009.

Le Attività

Table of Matters

Lo spazio della Cucina Sociale ospita la Table of Matters, un dispositivo di analisi e discussione che genera occasioni di confronto fra artisti ed Osservatorio Critico, elaborando/registrando il tracciato in divenire delle questioni estetiche sollevate dagli interventi in programma.

La Table of Matters è a cura di Loretta Mesiti in dialogo con Meike Gleim. Interventi di Silvia Mei, Salvatore Margiotta, Mimma Valentino. Mappature visive di Federica Terracina.

La città scritta – Luoghi quotidiani e spazi del possibile

Percorso di osservazione critica e scrittura per studenti di scuola superiore
a cura di Loretta Mesiti

in collaborazione con la prof.ssa Mariella De Simone, Liceo Vittorio Emanuele

Il laboratorio di osservazione critica e scrittura, curato da Loretta Mesiti, dramaturg e membro dell´Osservatorio Critico di Altofest, accompagnerà una piccola comunità di studenti del Liceo Vittorio Emanuele di Napoli, lungo un itinerario di esplorazione delle poetiche e delle estetiche dello spazio che caratterizzano le pratiche artistiche contemporanee.

Prendendo spunto dal tema di Altofest 2018 – Wordsmatter/Le parole sono importanti – si rifletterà assieme agli studenti sull’importanza della parola nella definizione degli spazi urbani e sulle forme dell’abitare, che è possibile immaginare lasciandosi interrogare dalle operazioni poetiche messe in atto dai processi di creazione artistica osservati attraversando il programma di Altofest.

Il Foglio del Fest

Distribuito presso la cucina sociale, concepito come una guida estetica che combina l’approccio teorico con le proposte artistiche in programma

TEXTURE_IT_2018

Piattaforma di confronto tra operatori internazionali su pratiche culturali e visioni artistiche di rigenerazione urbana.

Make your actions reflect your words

Le parole dichiarate, rese pubbliche, sono agenti di cambiamento. Hanno forza inaugurale, non sono semplicemente al servizio del racconto, ma come le opere che rappresentano, generano una “mutazione del contesto” in cui agiscono, “orientandolo in senso alternativo rispetto alla comune comprensione, in ragione della sua singolarità” (F. Guattari).
L’edizione 2018 di Altofest è dedicata allo spazio del discorso; vorremmo dunque invitarvi in questa sede a riflettere insieme sulle parole che fanno la differenza, quelle che meglio rappresentano i progetti che curiamo, sulla loro aderenza all’idea, sul potere che hanno di trasmettere la visione che ci guida e l’urgenza che ci muove. Queste parole ci permettono di stringere accordi, alleanze, di inaugurare dialoghi.

Queste parole sono promesse di futuro, dichiarazioni d’impegno, richiami all’azione politica dell’arte.

Sono le parole che definiscono il tempo, il modo, lo spazio, il contesto, le risorse e i limiti d’intervento, le strategie d’azione.

Durante questo incontro, ci confronteremo su alcune delle parole-azione che hanno dato vita a processi di rigenerazione umana/urbana. Azioni artistiche e culturali spesso radicate ai margini del consenso, mai contro, ma spina nel fianco del sistema culturale preminentemente votato al consumo sì.
Proviamo insieme a misurare le distanze, valutare le differenze, condividere rischi e fragilità, punti di forza, risultati comuni. Proviamo a riconfigurare la mappa delle azioni culturali presenti a questo appuntamento, per convenire ad un discorso comune che possa sollevare una critica sulle strutture economiche e politiche che governano le nostre comunità.

Con la partecipazione di:

Katja Somrak – Dance Theatre Ljubljana (Ljubljana, SI)
www.ptl.si
word: Perspective

Karine Decorne – Migrations (Wales, UK)
www.migrations.uk
word: Transformation

Claudio Angelini – Ipercorpo (Forlì, IT)
http://exatr.it/
www.ipercorpo.it
word: Intempestivo

Serena Nesti – Open Houses e EX-ATR per il Comune di Forlì (Forlì, IT)
urbact.eu/weekend-open-houses
exatr.it/
word: Discorso

Helene and Tommy Lawson – Collectif Art Mouv’ / Zone Libre (Bastia, FR-COR)
www.artmouv.com
word: Trasversalità

Rita Sebestyen – Otherness Project (Helsingør, DK)
othernessproject.org
word: Research

Giovanna Maroccolo – Fusion Art Center (Padova, IT)
www.fusionartcenter.it
word: Generatività

Clemente Tafuri – Teatro Akropolis (Genova, IT)
http://www.teatroakropolis.com/
word: Contronatura

Federica Rocchi – Ovest Lab (Modena, IT)
www.ovestlab.it
word: Intrapresa

Michelangelo Bellani – L’altra Mente Festival e Performing Santa Caterina – residenza artistica (Foligno, IT)
http://www.laltramente.org/
word: Luogo

Andrea Mochi Sismondi – Ateliersi (Bologna, IT)
http://ateliersi.it
word: Sì

TEXTURE_EN_2018

Platform for a dialogue between International operators on cultural practices and artistic visions of urban regeneration.

Make your actions reflect your words

Words declared, made public, are agents of change. They carry an inaugural energy, they do not simply serve storytelling, but, like the pieces of work they represent, they generate a “mutation of the context” in which they take place, “pointing towards an alternative sense distinct from common understanding, due to its singularity” (F. Guattari).

The 2018 edition of Altofest is devoted to space in discourse; thus, we would like to invite you to reflect here with us, on words that make the difference, words which better represent the projects we are taking care of, their relevance, their power of transmitting visions that lead us, and, beyond this, the urgency that drives us. These words allow us to make pacts, alliances, and to open dialogues.

These words are promises of the future, statements of commitment, calls to political action in art. These are the words defining time, method, space, context, resources and limits of intervention, strategic actions. During the roundtable, we will debate some of the words-action that have given life to processes of human/urban regeneration. Artistic and cultural actions often take root on the edge of consensus, never against it; they are a thorn in the side of the cultural system which is predominantly devoted to consumerism. We will try together to measure distances, to evaluate differences, to share risks and weaknesses, strengths, and common results. We will try to reconfigure the map of the cultural actions led by the organizations invited to the roundtable, in order to agree on a common discourse that might raise questions about the economic and political structures that rule our communities.

With the participation of:

Katja Somrak – Dance Theatre Ljubljana (Ljubljana, SI)
www.ptl.si
word: Perspective

Karine Decorne – Migrations (Wales, UK)
www.migrations.uk
word: Transformation

Claudio Angelini – Ipercorpo (Forlì, IT)
http://exatr.it/
www.ipercorpo.it
word: Intempestivo

Serena Nesti – Open Houses e EX-ATR per il Comune di Forlì (Forlì, IT)
urbact.eu/weekend-open-houses
exatr.it/
word: Discorso

Helene and Tommy Lawson – Collectif Art Mouv’ / Zone Libre (Bastia, FR-COR)
www.artmouv.com
word: Trasversalità

Rita Sebestyen – Otherness Project (Helsingør, DK)
othernessproject.org
word: Research

Giovanna Maroccolo – Fusion Art Center (Padova, IT)
www.fusionartcenter.it
word: Generatività

Clemente Tafuri – Teatro Akropolis (Genova, IT)
http://www.teatroakropolis.com/
word: Contronatura

Federica Rocchi – Ovest Lab (Modena, IT)
www.ovestlab.it
word: Intrapresa

Michelangelo Bellani – L’altra Mente Festival e Performing Santa Caterina – residenza artistica (Foligno, IT)
http://www.laltramente.org/
word: Luogo

Andrea Mochi Sismondi – Ateliersi (Bologna, IT)
http://ateliersi.it
word: Sì

Artisti2018

ARTISTI

Aftertaste

Tangaj Dance (RO)
Tangaj Dance (RO)  Aftertaste Altofest
Ph: Ionut Rusu

Alle due interpreti di Aftertaste è stato chiesto di spersonalizzarsi completamente, di lavorare dissociando il senso dall’azione, per creare una realtà diversa, governata da leggi casuali. Per poter vedere il mondo bisognerebbe provare a fermarlo. Aftertaste si basa su una serie di interviste con persone affette da Sinestesia, Autismo e con un campione di genitori che hanno figli transgender. L’indagine ha raccolto le diverse esperienze sensoriali. In “Aftertaste” il corpo diviene informe, disgiunto, informato e ricomposto, in un processo di costante ritorno all’origine. Ogni nuova singola informazione viaggia a velocità multiple, avanti e indietro, attraverso i corpi e i suoni delle macchine. “Aftertaste” ha debuttato in eXplore dance festival #10 a WASP-Working Art Space and Production ed è poi stata presentata a : National Museum of Contemporary Art Bucharest, FIX Theatre Iasi, REACTOR Theatre Cluj-Napoca, Ambasada Timisoara, dotdotdot festival Vienna.

Choreographer: Simona Deaconescu
Dramaturgical support: Krõõt Juurak,
Sound designer: Denis Bolborea
Performers: Simona Dabija, Corina Mitrovici

Co-produced by 4Culture & WASP-Working Art Space
Supported by AFCN – The Administration of the National Cultural Fund as part of the project “Room 0003_Lines of flight”


Tangaj Dance (RO)

Simona Deaconescu è nata nel 1987. Studia Coreografia e Regia per il Cinema a Bucharest. Nel 2004 riceve la borsa di studio danceWEB dal Life Long Burning Network. Simona continua la sua ricerca artistica durante periodi di residenza grazie a: Gabriela Tudor Foundation, 4Culture, Battery Dance New York e Forum Dança. Nel 2006 riceve il premio The National Center of Dance Bucharest Award per il suo contributo alla crescita della danza contemporanea in Romania. Nel 2017 viene nominata come artista Aerowaves Twenty18 con la sua ultima creazione: “Counterboy”. Nel 2013 fonda Tangaj Dance Collective, compagnia di danza indipendente. Le sue opere sono state presentate in Europa, Asia, Sud e Nord America. Simona insegna tecniche di danza e composizione dal 2010 e negli ultimi tre anni ha cominciato a sviluppare il suo proprio metodo. Dal 2015 è direttrice artistica del Bucharest International Dance Film Festival.



tangajdance.com/

Patrocinato da: Accademia di Romania a Roma

ETMAC Extra-Territorial Ministry of Arab Culture

Hafez/Kucharski (US/EG)
Hafez/Kucharski (US/EG)  ETMAC Extra-Territorial Ministry of Arab Culture Altofest

In un momento in cui i paesi arabi si svuotano del loro capitale creativo con la partenza, l’emigrazione o l’esilio di molti artisti e intellettuali, viene naturale farsi domande sul futuro delle pratiche artistiche e sulla loro eredità. Può un Ministero della Cultura essere riabilitato per servire questa nuova comunità diffusa di artisti, ed essere centro della produzione culturale nonostante si collochi fuori dai confine di una determinata nazione? Può un’istituzione evolvere per soddisfare i bisogni di una comunità artistica e culturale che è, almeno temporaneamente, extra-territoriale? E può essere d’aiuto per riconfigurare i ministeri di diverse nazioni, seguendo i termini e le condizione degli artisti? Ideato come un ministero immaginario che supporta la creazione artistica contemporanea di artisti arabi rifugiati ed esiliati, ETMAC opera come un’entità fittizia che gestisce programmi, dà consulenza alle istituzioni su questioni di politica culturale e pianificazione finanziaria, e presenta performance in forma di conferenza. ETMAC è un progetto interdisciplinare, che unisce i linguaggi e gli ambienti istituzionali, con diverse teorie della performance e le strategie di pianificazione finanziaria. Attualmente il “ministero” è impegnato nello studio per lo sviluppo di aree ulteriori come la vecchia regione industriale nel Nord-Est degli USA, detta “Rust Belt”, New York City’s East Village e il centro di Napoli. L’ETMAC scandisce il cambiamento urbano contemporaneo come un complesso sistema di maglie prodotto dal tardo capitalismo, dai mali del post-colonialismo, da incombenti disastri naturali ed economici, e dal fallimento della vita politica delle città e delle società. Per Napoli, ETMAC crea una struttura effimera che analizza le dinamiche messe in atto dalle istituzioni e rappresentanze culturali, gli effetti della gentrificazione e la gestione del patrimonio urbano, in periodi di sfollamento e dislocazione delle risorse umane ed economiche.

Ideato, diretto ed eseguito da Adam Kucharski e Adham Hafez
Prodotto da HaRaKa Platform, Kuchar&Co.


Hafez/Kucharski (US/EG)

Adham Hafez, è un artista e teorico della performance, fondatore di HaRaKa project, la sua ricerca abbraccia il campo della coreografia, della performance e del suono attraverso azioni dal vivo, installazioni, pubblicazioni, proiezioni, e performance. Le sue opere sono state presentate in importanti contesti internazionali come la Damascus Opera House, Hebbel Am Ufer, German Dance Congress, Impulstanz Vienna, Cairo Opera House, e MoMA PS1. Il suo lavoro si focalizza sulle rotture storiche, sulla densità critica, sui rituali, e su cosa voglia dire essere un soggetto arabo al centro di discorsi miopi. Hafez è attualmente un dottorando presso il Dipartimento di studi sulla performing art della New York University.

Adam Kucharski studia all’università di Chicago e alla MIT-Sloan School of Management. E’ un urbanista, un artista, e si occupa di innovazione e politiche civiche, lavorando sul legame tra la creazione di spazi pubblici e la costituzione di istituzioni cittadine. Adam ha ricoperto importanti ruoli e collaborato alla riabilitazione e rigenerazione di diversi centri urbani nel Medio Oriente, contribuendo alla riconfigurazione delle politiche cittadine, puntando su innovazione, inclusione e resilienza. In città come il Cairo, Jerusalem, e Utrecht, Adam ha sviluppato interventi artistici e strategici, politiche e programmi, basati su diritti dei cittadini, equità, produzione culturale e giustizia ambientale. Adam è il fondatore di Kuchar&Co, una piattaforma per artisti unica e ibrida, che promuove collaborazioni tra artisti, ricercatori, e urbanisti per informare e collaborare allo sviluppo delle politiche sociali e urbane.





With the support of: STEP travel grants, an initiative by the European Cultural Foundation with the support of Compagnia di San Paolo

   

With the patronage of the German Embassy in Rome

L ‘ A N I T R A S E L V A T I C A

Federica Santoro / Luca Tilli (IT)
Federica Santoro / Luca Tilli (IT)  L ‘ A N I T R A S E L V A T I C A Altofest

Liberamente ispirato all’opera di H. Ibsen

Quadro I° “i Sommersi”- Il signor Werle e il figlio Gregor – il fotografo Hjalmar Ekdal e la figlia Edvige.

Il concetto di quadro, crea una distanza, il senso si manifesta, si ri-de-costruisce. Cut up. L’anitra Selvatica, testo in 5 atti di H. Ibsen, è opera bizzarra, intimamente spirituale, respingente ed ironica. Il confronto tra ciò che eravamo e quello che stiamo per essere è molto crudele e pauroso, se si cade poi addirittura nel non essere! Anteffatti: Un uomo ricco, un industriale, il signor Werle, 15 anni prima degli eventi in azione, intraprende con il vecchio tenente Ekdal un comune affare (in certe foreste dello stato) che però fallisce tragicamente. A causa di questo ambiguo fallimento, Il vecchio Ekdal come unico accusato, viene incriminato, imprigionato, quindi cade in disgrazia e con lui suo figlio, Hjalmar Ekdal. l’Uomo ricco, l’Industriale Werle, per 15 anni elargisce favori a livello personale ed economico alla famiglia decaduta. Ma i suoi benevoli aiuti, rendono tutti gli Ekdal ancora più miseri e succubi del suo essere ricco e generoso. in quel tempo di 15 anni prima, Gina Hansen ha una relazione con L’industriale Werle. Gina all’epoca, è cameriera dei Werle. Lasciata la famiglia, per non dare scandalo, Gina si sposa subito con Hjalmar Ekdal e hanno una figlia, Edvige, ora quasi quattordicenne. E poi c’è l’Amico dei vecchi tempi, il figlio dell’industriale Werle, Gregor, che ri-appare dopo 15 anni, in casa del padre.

A cura di: Federica Santoro e Luca Tilli
Regia, allestimento e adattamento drammaturgico: Federica Santoro
Musiche: Luca Tilli realizzazione elementi scenici: Marina Schindler
Disegno luci: Dario Salvagnini Con: Federica Santoro, Gabriele Portoghese, Luca Tilli Collaboratori artistici: Ettore Frani e Paola Feraiorni
Il quadro in scena, del ciclo “ I Sommersi” è del pittore Ettore Frani

In residenza presso: Performing SantaCaterina; Fabbrica Europa; Angelo Mai; Kollatino Undergrond


Federica Santoro / Luca Tilli (IT)

Federica Santoro regista, interprete, performance artist. Dal 2000 ad oggi dirige e interpreta spettacoli teatrali, che scrive o di cui cura la drammaturgia da testi di autori come, S. Kane, Shakespeare, Elfriede Jelinek, Thomas Bernhard, Peter Handke, H. Ibsen. Attualmente è in creazione con il progetto da L’anitra Selvatica di H. Ibsen con il musicista Luca Tilli, con cui collabora dal 2009. Dal 2017 come performer è parte del collettivo multiplo degli Artisti§Innocenti (artisti visivi e non…). Vince il premio Ubu nel 2012 come miglior attrice non protagonista per L’origine del Mondo di Lucia Calamaro. Nel 2016 Viene candidata al premio Duse per il Teatro come miglior attrice. Lavora e ha lavorato come attrice con registi e drammaturghi in ambito contemporaneo, tra cui ricordiamo Giorgio Barberio Corsetti, Societas Raffaello Sanzio, Alfonso Santagata, Roberto Rustioni, Lucia Calamaro.

Luca Tilli, violocellista Dal 2005 collabora con musicisti come Luca Venitucci Fabrizio Spera, Sebi Tramontana, Paul Lytton, John Edwards, Phil Minton, Massimo Pupillo, LolCoxhill, Mike Cooper e Roberto Bellatalla nel trio RAST…Zu 93 con Zu e David Tibet (Current 93). Nel 2007 suona nell’ ensemble B for Bang di Katia Labéque sostituendo Giovanni Sollima. Dal 2006 compone musiche per spettacoli di danza butoh. Suona nello spettacolo di Daria Deflorian “Bianco” nel 2007. collabora con la compagnia teatrale Biancofango e con Santa Sangre nel progetto Konya. Suona in duo con la cantante attrice Monica Demuru, in performance e concerti in ambito contemporaneo. Dal 2009 collabora come musicista e performer agli spettacoli diretti da Federica Santoro.





Sublime Scum

André Chapatte (BE)
André Chapatte (BE)  Sublime Scum Altofest

Un’opera ibrida, che integra momenti che ricordano un concerto, un TED talk, un solo di danza moderna, un seminario e persino una serata al bar. Sviluppato in una sala-danza della piovosa Bruxelles tra 2016 e 2017, il lavoro Sublime Scum fa uso essenziale dello spazio, affidando la drammaturgia a pochi elementi scenici e alla varietà semantica del corpo. L’opera interroga direttamente lo spettatore sul tema del “rifiuto”, subito ed esercitato. Il discorso si sviluppa in maniera fluida tra danza, conversazioni brevi, domande, canzoni scritte dallo stesso A. Chapatte.

Produzione: ‘Institut Supérieure d’Art et Chorégraphie’ (ISAC) in Brussels


André Chapatte (BE)

André Chapatte inizia il suo percorso artistico come fumettista. Presso il dipartimento di audiovisivi della Gerrit Rietveld Academy, approfondisce le sue ricerche sulla semantica e la pittografia. Durante lo stesso periodo, fa esperienza di palcoscenico, sviluppando una poetica personale che unisce scenografia, performance, canto e danza. Attento ai paradossi della cultura occidentale, ai temi legati all’identità, al rapporto uomo-natura, Chapatte cerca un simbolismo nuovo e necessario. Crede che nuovi orizzonti di senso possano essere trovati negli attriti tra culture e idee e pregiudizi popolari, e che la strada verso l’illuminazione possa essere ottenuta con leggerezza, intelligenza e accessibilità.



andrechapatte.com/

IF

OthernessProject (DK)
OthernessProject (DK)  IF Altofest
Ph: Stine Ebbesen

Ogni spazio richiama una storia. Esseri minuscoli prendono vita. La lampadina che rimbalza evoca il paradiso, l’inferno o soltanto la vita umana. Lancia il dado, scommetti, corri il rischio. La performance “IF” evoca ogni volta la domanda “che cosa faresti… se?” e lascia il pubblico decidere fino a che punto vuole affondare nell’esperienza. “IF” è un dispositivo artistico performativo che esamina l’esistenza e la co-esistenza umana, in un più senso ampio rispetto a quello che viviamo nella vita quotidiana. Ci apre la porta su un universo parallelo, ogni volta diverso. Il pubblico partecipa come co-creatore alla ricostruzione di questi piccoli mondi. Ognuno è invitato a farsi domande sulla propria identità, sulle proprie scelte quando si è parte di una comunità, sulle proprie decisioni rispetto ai cambiamenti sociali. Allo stesso tempo, “IF” è un gioco, una bolla in cui si può sperimentare la vita nella sua gamma più estesa.

Ideazione e direzione: Rita Sebestyen
Performer: Sara Vilardo
Light and sound designer: Ivan Wahren
Drammaturgia: Mira Nadina Mertens
Assistente: Stine Ebbesen

Uno speciale ringraziamento agli artisti che hanno preso parte alla prima in Danimarca:
Performer: Minni Katina Mertens
Musica: Ya Tosiba

Con il sostegno alla ricerca di:
Forsøgsstationen, Copenhagen, in 2017.


OthernessProject (DK)

Othernessproject ha sede in Danimarca ed è composto da artisti internazionali provenienti dalla Norvegia, dalla Svezia, dall’Italia, dalla Romania, dall’Ungheria. Sono stati ospitati in importanti festival come: Bådteatret, CPH / Actor Training in a Globalised World, CPH / International Time Perspective Conference, Nantes (FR) / Passage Festival, Helsingor-Helsingborg (DK-SE) / Bridges Festival, Cluj-Napoca (RO), Rahvusvahekine A-Festival (EE).

Rita Sebestyén è specializzata in arti performative e filosofia, ed è affascinata dal rapporto tra pratica e teoria. Le interessa creare comunità temporanee, riunite in forti strutture artistiche. Crede che la libertà di immaginare mondi alternativi possa ispirare la nostra vita quotidiana. Rita ha lavorato sulla sua propria metodologia per co-imparare e co-creare, e la trasmette attraverso lezioni universitarie, lezioni informali, laboratori, performance e pratiche di ricerca in Danimarca, Svezia, Romania, Ungheria, Grecia, Germania, Portogallo e Italia.

Sara Vilardo è una performer/attrice/regista italiana, che vive tra Bruxelles e la Danimarca. Ha collaborato con diversi artisti internazionali e ha creato opere proprie. Questi ultimi anni ha deciso di specializzarsi nella performance site-specific e nei progetti interattivi. Crede nell’arte come un atto politico e poetico che ha l’ambizione di muovere la consapevolezza, formare un nuovo sguardo sulla realtà e diffondere la bellezza nel mondo.



othernessproject.org/

con il sostegno di: Kultur Ministeriet Agency for Culture and Palaces; Ambasciata di Danimarca a Roma

MUT_Solo Saxophone

Marc Vilanova (SP)
Marc Vilanova (SP)  MUT_Solo Saxophone Altofest

Il suono viaggia attraverso lo spazio, arriva fino alle nostre orecchie come una combinazione tra la sua fonte e lo spazio attraversato. Nel solo MUT, il sassofono diviene una fonte di suono che risponde alle caratteristiche fisiche, acustiche, storiche e specifiche di ogni spazio. Marc Vilanova usa una serie di tecniche estese che trattano il sassofono come un generatore di suoni. Un linguaggio unico che permette al pubblico di fare esperienza di un ascolto profondo. L’approccio di Marc a questo specifico uso del sassofono, si ispira all’esperienza che ognuno di noi può fare quando si trova in una città straniera e non comprende la lingua del posto. Ignorare, non capire, la lingua, ti permette di sentire il suono delle sillabe così come vengono pronunciate. Quando i suoni iniziano a prendere senso, allora cambia la relazione con la materia sonora. Il percorso musicale di Marc Vilanova è influenzato dal suo interesse e le sue personali ricerche sul linguaggio, la sua fisiologia e il suo sviluppo.


Marc Vilanova (SP)

Sassofonista e artista del suono, Marc Vilanova lavora all’intersezione tra arte e tecnologia spesso dialogando con i linguaggi dell’arte visiva, della danza, del teatro. Il suo lavoro esplora l’interazione tra esseri umani e macchine, la relazione tra elementi sonori e visivi. E’ un membro fondatore del Tunnel Ensemble e di The Strings Theatre Company. Le sue performance sono state presentate in festival in tutto il mondo, in Giappone, negli Stati Uniti, in Canada, Brasile, Colombia, Iran, Taiwan, Russia e tanti paesi in Europa, e ha collaborato con artisti come Fred Frith, Agustí Fernández, John Butcher, Émilie Girard-Charest e Alfred Zimmerlin. La sua ricerca negli ultimi quattro anni ha continuato a investigare gli strumenti come generatori di suoni usando tecniche estese. Ha condotto laboratori alla Tokyo National University “GEIDAI”, National Taiwan University Center for the Arts, Universidad de los Andes, Federal University of Rio de Janeiro “UNIRIO”, Sibelius Academy Helsinki, Hochschule für Musik Basel e tanti altri. Ha creato diversi installazioni sonore e video opere che hanno ricevuto premi internazionali come: First Prize, International Contest of Sound Art Performance – Zaragoza 2014; Encouragement Prize, Tokyo Experimental Festival – Tokyo 2016; Best Experimental Work, IV European Contest of Audiovisual Creation CTL’59; Jury Prize, World Saxophone Congress – Strasbourg 2015.



marcvilanova.com/

Patrocinato da: Ambasciata di Spagna a Roma

Au-delà de l’humain

Zora Snake (CM)
Zora Snake (CM)  Au-delà de l’humain Altofest

Thomas Sankara ha detto : «Un rivoluzionario può essere assassinato, ma non possono morire le sue idee». “Au-delà de l’humain” celebra questo principio e il sacrificio dei ferventi combattenti, di coloro che hanno lottato contro l’ingiustizia sociale e ogni tipo di oppressione, a difesa della libertà. Fonte d’ispirazione sono i rituali d’iniziazione dei Bamiléké e il loro culto dei crani volto a comunicare con gli antenati. “Au-delà de l’humain” è dunque una performance rituale che celebra la memoria degli eroi culturali di tutti i tempi.

Produzione: Compagnie Zora Snake
Partner: Festival Ambony Ambany 4 Madagascar; Festival Mantsina Sony sur Scène – Congo-Brazzaville; Festival Les Récréârales; La Triennale danse l’Afrique danse; Festival les Dètours de Babel; Othni (laboratoire de théâtre de Yaoundé-Cameroun)
Sostenuto dal: Goethe-Instituts Kamerun


Zora Snake (CM)

Zora Snake is a dancer – choreographer and a performing artist from Cameroon. Founder of the Zora Snake company in Yaoundé. Artistic director of a new dance platform in Cameroon « Modaperf International Festival ». Won the “Popping” dance competition in Cameroon several times. Snake describes himself as “a man, a dreamer, a dancer, a creator, a resistant, a revolutionary, a boxer, an anti-conformist, a warrior of artistic ideas. The choreographer’s creation is based on hip hop dance and the political origins of this dance, that appeared after the division between white majority and black minority in the USA between 1950-1960 in the Bronx ghetto. For Snake, the stage is not a place for performing, it is a sacred place, it is a boxing ring, it is life for a new art in Cameroon and in Africa.



ciezorasnake.over-blog.com/

Con il sostegno di: Institut français Italia, Ambasciata di Francia e Francia in Scena Spettacolo programmato in collaborazione con La Francia in Scena. La Francia in Scena, stagione artistica dell’Institut français Italia, è realizzata su iniziativa dell’Ambasciata di Francia in Italia, con il sostegno dell’Institut français, del Ministère de la Culture e della Fondazione Nuovi Mecenati.

The Method of National Constellations

Michał Stankiewicz (PL)
Michał Stankiewicz (PL)  The Method of National Constellations Altofest

Un dispositivo di gioco, durante il quale il pubblico si predispone ad un attraversamento della Struttura e dà corpo ad una drammaturgia istantanea, fatta di scelte e relazioni personali, intimi micro-mondi, dove l’intuizione, i sogni e l’immaginazione prosperano. Gli spettatori diventano Utenti: essi agiscono, interpretano, si rifiutano, stringono relazioni, provano, e si mettono alla prova. Tutto nasce dalla parola “Esperienza”, dal verbo “sperimentare, provare, esplorare, vivere, praticare”. Il lavoro si basa sul meccanismo di adozione e interpretazione di diversi ruoli sociali e indaga i confini del potere esercitato sugli e dagli individui, in situazioni diverse. Alcuni sociologi descrivono le strutture sociali come un sistema di connessioni tra ruoli sociali e posizioni che si occupano nello spazio sociale, piuttosto che connessioni tra individui specifici. Secondo tale prospettiva, la nostra immaginazione si limiterà a pensarsi nella vita e al posto di qualcun altro.

Scritto e diretto da Michał Stankiewicz
Assistente: Martyna Siemieńczuk
Narrazione: Joanna Żurawska Federowicz

Con il sostegno di: Fundacja Uniwersytetu w Białymstoku (University of Białystok Foundation)


Michał Stankiewicz (PL)

Michał Stankiewicz, specializzato in reportage presso la Scuola di Giornalismo, dell’Università di Varsavia. Lavora all’intersezione tra teatro, teoria dei giochi, arti visive, performance e realtà virtuale. I suoi lavori teatrali si compongono di eventi autonomi che conducono verso lo spettacolo. Vive a Varsavia.





Patrocinato da: Istituto Polacco di Roma

GIANNI

La società dello spettacolo (IT) Caroline Baglioni /Michelangelo Bellani
La società dello spettacolo (IT) Caroline Baglioni /Michelangelo Bellani  GIANNI Altofest

“Avevo circa tredici anni. Mio padre tornò a casa e disse che era arrivato il momento di occuparci di Gianni. Era un gigante Gianni. Alto quasi due metri, ma a me sembravano tre e nella mia mente è un film in bianco e nero. Gianni sembra oggi un ricordo lontano, ma era lontano anche quando c’era. Era lo zio con problemi maniaco-depressivi che mi faceva paura. Aveva lo sguardo di chi conosce le cose, ma le ripeteva dentro di sé mica ce le diceva. Fumava e le ripeteva dentro di sé. Non aveva pace Gianni. Ogni centimetro della sua pelle trasudava speranza di stare bene. Stare bene è stata la sua grande ricerca. Ma chi di noi non vuole stare bene? Nel 2004 in una scatola di vecchi dischi, ho trovato tre cassette. Tre cassette dove Gianni ha inciso la sua voce, gridato i suoi desideri, cantato la sua gioia, detto la sua tristezza. Per dieci anni le ho ascoltate riflettendo su quale strano destino ci aveva uniti. Un anno prima della mia nascita Gianni incideva parole che io, e solo io, avrei ascoltato solo venti anni dopo. E improvvisamente, ogni volta mi torna vicino, grande e grosso, alto tre metri e in bianco e nero.” (Caroline Baglioni)

Ispirato alla voce di Gianni Pampanini
Di e con: Caroline Baglioni
Supervisione alla regia: Michelangelo Bellani, C.L. Grugher
Luci: Gianni Staropoli
Suono: Valerio Di Loreto
Assistente alla regia: Nicol Martini
Tecnico luci: Luca Giovagnoli
Organizzazione: Mariella Nanni

Residenze artistiche: Auditorium Santa Caterina (Foligno InContemporanea); L’arboreto – Teatro Dimora di Mondaino
Si ringrazia la famiglia Baglioni per il sostegno e la collaborazione

Premio Scenario per Ustica 2015
Premio In-Box Blu 2016
Premio Museo Cervi – Teatro per la Memoria 2017


La società dello spettacolo (IT) Caroline Baglioni /Michelangelo Bellani

Caroline Baglioni diplomata al Centro Universitario Teatrale di Perugia. Nel 2007 lavora in Purificati di Sarah Kane per la regia di Antonio Latella. Nel 2010 realizza una regia collettiva, da Febbre di Sarah Kane. Dopo la laurea in Scienze dei Beni Antropologici, entra a far parte della compagnia La Società dello Spettacolo lavorando in diverse produzioni. Nel 2012 è selezionata per il corso di drammaturgia tenuto da Antonio Latella e Federico Bellini al Teatro Valle occupato e il suo testo ispirato a “Mephisto” di Klauss Mann, è pubblicato su Dramma.it come dramma del mese. Con la Compagnia dei giovani del Teatro Stabile dell’Umbria ha lavorato per la regia di Danilo Nigrelli, Antonio Latella, Liv Ferracchiati. Con il monologo Gianni vince il premio Scenario per Ustica nel 2015, il Premio In-Box blu nel 2016 e il Premio Museo Cervi nel 2017.

Michelangelo Bellani. Si laurea in Filosofia all’Università di Perugia con una tesi su Pasolini e Debord. Ha pubblicato i saggi L’estetica della presenza e La carne dell’io o la scrittura dell’invisibile in “Davar”, a cura di Anna Giannatiempo Quinzio, Ed. Diabasis. Con C. L. Grugher e Marianna Masciolini ha fondato e diretto dal 2007, La società dello spettacolo le cui produzioni hanno ricevuto riconoscimenti in festival nazionali e internazionali (Premio Independents ArtVerona 2014, Premio Scenario per Ustica 2015, In-Box 2016, Premio Museo Cervi – 2017). Ha lavorato come aiuto regista, attore e regista in documentari, cortometraggi e film in produzioni indipendenti, Rai e Mediaset. Il documentario Sòccantare di cui è co-autore e regista riceve il Premio Umbria in celluloide al PerSo Film Festival 2015. Nel triennio 2015-2017 ha ideato ed è stato co-curatore della rassegna internazionale Performing Santa Caterina e dal 2016 è curatore artistico del Festival L’altra Mente dedicato al disagio mentale.



lasocietadellospettacolo.org

Tracce – una tappa per After/Dopo

Effetto Larsen
Effetto Larsen  Tracce – una tappa per After/Dopo Altofest

“Le persone sono come quelle finestre di vetro a specchio. Brillano e luccicano quando il sole è alto, ma quando arriva l’oscurità, la loro vera bellezza si rivela solo se vi è una luce all’interno.” (Elisabeth Kübler-Ross, psichiatra svizzera, fondatrice della psicotanatologia)

Raramente si riflette sulla propria fine: la sola idea suscita spesso ansia e superstizioni, allontanando la possibilità di riflettere su ciò che fa parte di un ciclo naturale. Diversi percorsi iniziatici cominciano proprio con la presa di coscienza della propria mortalità: una consapevolezza lucida e serena, volta a rendere più prezioso il tempo che ci resta. Il mondo non finisce con noi: la vita prosegue, inesorabile quanto la fine. Essere consapevoli della sua fugacità significa da un lato prepararsi a lasciar andare ciò a cui teniamo, dall’altro riflettere su ciò che di noi, invece, resterà. Da oltre un anno stiamo lavorando ad After/Dopo, un progetto che riflette sulla fine e su ciò che resta. Il nostro passaggio lascia segni evidenti: famiglie, proprietà, contratti, relazioni, immagini, ricordi, segreti, elementi destinati a sopravviverci. Per Altofest 2018 abbiamo deciso di creare una tappa autonoma del progetto, chiamata Tracce, dove il passaggio delle persone crea per accumulo un percorso, uno spazio di trasformazione e riflessione.

Concept e direzione artistica: Matteo Lanfranchi
Assistente alla direzione: Beatrice Cevolani
Organizzazione: Isadora Bigazzi

Col sostegno di: La Strada Festival; Pergine Spettacolo Aperto; Danae Festival


Effetto Larsen

Immaginiamo un mondo in cui ogni essere umano possa educarsi ad essere consapevole di sé e degli altri, sviluppando una comunicazione universale che supera confini, nazionalità, ceti sociali, differenze. Usiamo il corpo come strumento principale di indagine e rapporto, la semplicità come modo di agire. Effetto Larsen nasce come compagnia teatrale, e da sempre pone al centro del proprio lavoro le relazioni umane; negli anni, abbiamo sviluppato un percorso di ricerca estremamente originale, atipico, ampliando i nostri orizzonti rispetto alla tradizione teatrale e indagando attraverso i linguaggi performativi l’essere umano e i rapporti interpersonali, elementi fondanti della vita di ognuno di noi. Le nostre modalità di lavoro, il nostro punto di vista e la nostra attività sono in continua evoluzione. Liberi da vincoli di qualsiasi sorta, amiamo aprirci verso altre discipline, luoghi, persone, confrontandoci instancabilmente con la realtà che circonda. In tutti i nostri progetti poniamo le persone in un ruolo attivo: come pubblico, lasciamo loro la possibilità di completare ciò che vedono o di interagire; come partecipanti, di condividere con noi il processo creativo. In tutte le nostre attività, dagli spettacoli da palco alla formazione, facciamo tesoro della più grande lezione che la nostra esperienza teatrale ci ha lasciato: la consapevolezza di sé e degli altri educa alla scoperta di un prezioso spazio interiore, dal quale possono svilupparsi relazioni di qualità più alta. Premi: Network In Situ / Mnemosyne; Network Open Latitudes / Functions; Bando arte e scienza – La Diagonale Paris-Saclay / STORMO® rEVOLUTION; Premio Scrittura di Scena Lia Lapini / Innerscapes; Biennale Giovani Artisti d’Europa e del Mediterraneo / Aggregazione; Primo premio concorso di Drammaturgia Urbana Borgo Teatro / TUO/OUT; Secondo premio Festival Internazionale di Regia Fantasio Piccoli / Lo sguardo di Amleto; GAI-Movin’Up / Dukkha – azione privata; Menzione speciale SubUrbia / Dukkha – azione privata



effettolarsen.it/

Boys don’t cry

Yotam Peled (DE)
Yotam Peled (DE)  Boys don’t cry Altofest

Sono un’anima vecchia in una giungla di cemento. Il mio corpo si espone maschio al mondo mentre prova a liberarsi dalle definizioni di genere. Sogno una storia d’amore, ma mi sveglio con ‘Tinder’. “Boys don’t cry” riflette sulla ricerca di una relazione nella Berlino di oggi. È il ritratto di un uomo in transizione tra vecchio e nuovo, geograficamente e concettualmente. Apre una finestra sulla storia di una intera generazione, indecisa tra i vecchi ideali romantici, una certa idea di mascolinità, e le nuove possibilità offerte da una società post-moderna. Il corpo rivela pensieri che emergono nelle ore più scure della notte quando si è più vulnerabili; si fa poesia, alla quale si aggiungono nuovi versi ad ogni incontro, ogni battaglia persa, ogni rivelazione.

Premi: public award, Awaji Street Art Festival / Japan


Yotam Peled (DE)

Yotam Peled è nato in un Kibbutz del nord d’Israele. A 21 anni, dopo aver concluso il servizio militare nelle forze armate israeliane, ha iniziato a danzare e a studiare circo contemporaneo, teatro e danza all’università. Nel 2015 si trasferisce a Berlino dopo essere stato selezionato nel progetto “Think Big”… Ha lavorato come performer indipendente con diversi coreografi e compagnie in Europa, tra cui: Cooperativa Maura Morales (Dusseldorf), Compagnie Yann L’heureux (Montpellier), Troels Primdahl (Aarhus/Berlin), Jill Crovisier (Luxembourg), Mitia Fedotenko (Montpellier). Il suo solo, “Boys don’t cry”, è stato presentato in festival e teatri in Israele, Germania, Italia, Giappone e Vietnam. Di recente è stato selezionato per creare uno spettacolo per 9 danzatori in “THINK BIG”, un progetto in collaborazione con il Staatsoper and TANZtheater International festival Hannover.



yotampeled.com/

Con il sostegno di: STEP travel grants, an initiative by the European Cultural Foundation with the support of Compagnia di San Paolo

   

Patrocinato da: Ambasciata della Repubblica Federale di Germania – Roma

   Altofest






TAKEYA

Chiara Frigo (IT)
Chiara Frigo (IT)  TAKEYA Altofest

Takeya è un lavoro sulla velocità, in un’unica intenzione che è quella di arrivare fino alla fine. Inizia così, una persona seduta, per tanto tempo. Il respiro che sedimenta, matura, si distacca da ogni impazienza. Quello che interessa è il rapporto tra velocità fisica e velocità mentale, per poter rendere, tra dilatazioni ed accelerazioni, il senso di un intervallo estremamente breve che pur può contenere ampie evoluzioni. In un incedere d’immediatezza ottenuto a forza d’aggiustamenti pazienti e meticolosi. Tutta l’azione si svolge in pochi metri, in uno spazio compresso in cui è ormai l’evento ad arrivare senza avere più il bisogno di spostarsi. È un fenomeno di inerzia, un gioco che infrange l’irreversibilità del tempo.

Ideato ed eseguito da Chiara Frigo
Musica: Random Inc, Alva Noto
Disegno sonoro: Mauro Casappa
Disegno luci: Leonardo Benetollo
Scenografia: Chiara Frigo

Premio GD’A Veneto Anticorpi XL; Selezionato da Aerowaves


Chiara Frigo (IT)

Coreografa e performer, nel 2006 il suo primo lavoro autoriale, Corpo in DoppiaElica, vince il terzo premio al Festival Choreographers Miniatures di Belgrado. Nel 2008 il solo Takeya si aggiudica il premio GD’A Veneto e viene poi selezionato da Anticorpi XL e dal network europeo Aerowaves. Fra il 2009 e il 2010 partecipa a innovativi progetti di ricerca coreografica in collaborazione con Operaestate Festival e importanti case della danza: The Place London, Dansateliers, Dansescenen, Paso a 2-Certamen Coreográfico de Madrid, Dance Week Festival, SNDO di Amsterdam, Circuit Est di Montréal, Dance Center di Vancouver e il Creative Forum di Alessandria d’Egitto. Nel corso del progetto “Act Your Age”, Chiara Frigo avvia una ricerca sul mondo dell’intrattenimento che darà vita a Ballroom e West End. Suite-Hope vince il bando Residences 2011 de La Caldera (Barcellona) e rappresenta l’Italia al Fringe Festival di Edimburgo 2012. When We Were Old, creato con il coreografo canadese Emmanuel Jouthe, debutta al Festival Tangente di Montréal e in prima europea a Romaeuropa Festival DNA. I suoi ultimi lavori sono Stormy, una coreografia realizzata per il Balletto di Roma nell’ambito del progetto Bolero/Trip-Tic, e il suo nuovo solo Himalaya, presentato nell’agosto 2017 al Bmotion Festival di Bassano del Grappa.



chiarafrigo.com/

Urban Spray Lexicon

Ateliersi
Ateliersi  Urban Spray Lexicon Altofest
Ph. Ilaria Scarpa
trailer video

Urban Spray Lexicon è una performance teatrale che nasce da una ricerca antropologica sulle scritte che appaiono e scompaiono dai muri delle città. Una raccolta che compone nuove drammaturgie da espressioni altrimenti fugaci e trasforma i messaggi visivi in gesti performativi. Un’operazione artistica dove il linguaggio teatrale agisce in stretto contatto con le arti sonore e dove le dinamiche del paesaggio urbano diventano materiale scenico. Il focus è sulla sottile linea luminosa cha divide e congiunge la sfera pubblica e quella privata, o meglio, su chi abita e si dibatte in questa zona di confine. L’esigenza di incidere il proprio urlo sul muro è tanto antica quanto irrinunciabile e porta ad interrogarsi sulla natura stessa della superficie murale: elemento che circonda lo spazio pubblico o epidermide esterna di edifici privati? Dietro le scritte la vita: piccoli eroismi senza seguito, come ha scritto una volta Céline, forse, o un altro poeta d’assalto. Durante la residenza ad Altofest 2018, Ateliersi esplora le scritte sui muri della città di Napoli per proporre in quest’occasione speciale un capitolo napoletano di Urban Spray Lexicon come parte integrante della performance.

Di e con: Fiorenza Menni e Andrea Mochi Sismondi
Alla chitarra: Mauro Sommavilla


Ateliersi

Riconosciuto per una scrittura scenica che trasfigura i dati del reale attraverso la loro ricomposizione poetica e musicale, Ateliersi opera nell’ambito delle arti performative e teatrali occupandosi di creazione artistica e della cura della programmazione culturale dell’Ateliersi a Bologna. La creazione di Ateliersi si compone di opere teatrali con drammaturgia originale e interventi artistici in cui il gesto performativo entra in dialogo organico con l’antropologia, la letteratura, la produzione musicale e le arti visive per favorire una comunicazione del pensiero capace di intercettare inquietudini e prospettive che coagulano senso intorno ai sovvertimenti che si manifestano nel mondo. Il lavoro artistico di Ateliersi si caratterizza per un approccio fortemente multidisciplinare e innovativo incentrato su una spiccata performatività a favore della contaminazione del linguaggio teatrale con quello delle altre arti.



ateliersi.it/index_en.html
soundcloud.com/ateliersi
youtube.com/user/teatrinoclandestino

ELEMENTARE

Amigdala (IT)
Amigdala (IT)  ELEMENTARE Altofest

“Canto per consumare l’attesa […] per tenere lontana la notte”
E. Dickinson

Elementare è un’alleanza temporanea tra pubblico e artisti, chiamati a condividere il tempo di una notte. In uno spazio attrezzato per il sonno prende forma una comunità provvisoria, fondata sul desiderio di abitare insieme un crinale, un istante transitorio che verrà fatto durare lungo le ore. Un canto rivolto alla notte, come tempo della sospensione e del sovvertimento, una celebrazione dell’attesa in cui l’alba a venire diventa figura di un attraversamento. Sei voci che si consumano lentamente, l’esercizio di una presenza senza confini certi tra artisti e pubblico, parole che diventano declamazioni, silenzio, elenchi, echi: sono questi gli elementi primari attraverso i quali si tenta di fabbricare uno spazio poetico condiviso. Mentre lentamente si forma un vocabolario, quasi una preghiera collettiva, mentre si compie il gesto di accendere un fuoco simbolico nello spazio fra noi e gli altri, Elementare dà voce al desiderio di dichiarare: noi siamo qui. Cosa ci spinge a cantare per una notte intera? Il rischio, la durata, la fatica, l’accordo che precede l’intesa, il legame, invisibile, il raduno, il cambiamento, l’ospitalità, l’attesa, il risveglio, e il silenzio.

Progetto e idea del Collettivo Amigdala: Meike Clarelli, Sara Garagnani, Federica Rocchi, Gabriele Dalla Barba, Silvia Tagliazucchi
Musiche originali: Meike Clarelli
Drammaturgia sonora: Davide Fasulo, Meike Clarelli
Conduzione coro: Davide Fasulo
con le voci di: Meike Clarelli, Elisabetta Dallargine, Davide Fasulo, Fulvia Gasparini, Antonio Tavoni
Testi: Gabriele Dalla Barba
Scena: Sara Garagnani con la collaborazione di Silvia Tagliazucchi
cura: Federica Rocchi
un ringraziamento ai partecipanti del workshop Maggese – comporre opere sui luoghi – per il loro contributo, in particolare: Fabio Ghidoni, Sabrina Alberti, Erica Greco, Alessandra Marolla

Produzione: Amigdala e Festival Periferico, 2018


Amigdala (IT)

Collettivo attivo dal 2005, Amigdala realizza produzioni site-specific che intrecciano performance, arte visiva, ricerca sonora e scrittura. Si tratta di installazioni performative che nascono in stretta connessione con i luoghi in cui si situano, dopo una lunga analisi delle loro caratteristiche e specificità e grazie a un lavoro di relazioni con le persone che li abitano o li hanno abitati. Opere pensate per una fruizione personale e singolare, che creano uno spazio intimo e immersivo, lavorando sull’alterazione della percezione dello spettatore e su meccanismi di attivazione diretta dei partecipanti, in forme che cercano un equilibrio tra radicalità e delicatezza. Le produzioni di Amigdala lavorano su molteplici piani, intrecciando la costruzione di soundscapes, la ricerca storica e antropologica sui territori, la scrittura drammaturgica e musicale originale, l’attraversamento urbano. Come risultato, a partire da una rigorosa ricerca estetica, ogni opera è in grado di combinare la rilettura della storia collettiva e singolare dei luoghi e la valorizzazione di testimonianze e competenze personali con la ricostruzione di legami affettivi tra le persone e i loro paesaggi.



amigdalaperiferico.wordpress.com/

– extra –

COSALTRO ESPERIMENTI

Antonino Talamo – (IT)
Antonino Talamo - (IT)  COSALTRO ESPERIMENTI Altofest


Antonino Talamo – (IT)





La Madonna dei Servizi

Terracina/Avallone
Terracina/Avallone  La Madonna dei Servizi Altofest

Come scrive Gilles Clément in “Nuages”: Dis-trahere, ovvero tirare altrove, condurre lontano dal reale. Quand’è che questo avviene? Come possiamo valicare questa soglia? La madonna dei servizi è un’operazione di PULIZIA mobile, che avrà come esito finale un’installazione, risultato di un esercizio ideato per Altofest Napoli 2018. Partendo dall’intuizione di Duchamp: se un suono ha una durata prolungata allora diventa qualcos’altro, si consolida, come una scultura, ed è come se si materializzasse; ci interessa l’idea di usare le parole come oggetti, questo crea la connessione tra i nostri linguaggi. La struttura di altofest ci permette di entrare come ospiti nelle vite dei cittadini donatori di spazio e da qui inizia il nostro allenamento. La madonna dei servizi discende a casa vostra con l’intento di vivere un momento di cura. Ella sistema e pulisce una stanza a vostra scelta, fin nel dettaglio. Terminata la pulizia, il rito di purificazione si completa con la composizione di un “tableu vivant” fotoricordo. Così dal quotidiano traghettiamo verso l’immaginazione.

un progetto di
Federica Terracina: ideazione, cura, pulizie, allestimento, foto
in collaborazione con
Mario Avallone: registrazione, manipolazione, installazione del suono


Terracina/Avallone

Mario Avallone Compositore, field recordist e sperimentatore. La sua musica è definibile come elettroacustica e acusmatica.

Federica Terracina (Incredible Fox) Artista indipendente, nata a Orvieto nel 1983, è allieva di Michele Cossyro presso la scuola di decorazione dell’Accademia di Belle Arti di Roma; studia costume storico a Parigi presso “Greta Costume” Istituto Paul Poyret. L’astrazione fenomenica influenza tutta la sua ricerca pittorica. Ha lavorato e collabora con differenti compagnie, performer e fotografi tra i quali Santasangre, TeatrInGestAzione, Davide Adamo, Margo Chou from FAI-AR Marseille, Xavier Girard, La Belle Image fanfare, Antonino Talamo. Il suo lavoro è stato presentato in diverse occasioni internazionali quali Valletta 2018 Capitale Europea della Cultura; Altofest International Contemporary Live Arts, Napoli; Macro, «Factory Pd’A» Museo contemporaneo testaccio, Roma; Outdoor Urban Dal 2015 ad oggi è autrice degli interventi grafici del “Foglio del Fest”, guida estetica di Altofest, redatto dall’OCr (Osservatorio Critico). Di prossima uscita (settembre 2018) è il libro “Epanadiplose” redatto in collaborazione con Julie Bonnafond, casa editrice “Les Editions Abordables”.





Listen

Liuba Scudieri
Liuba Scudieri  Listen Altofest

Tempo, Tradimento, Eredità, Regalo, Generazione, sono cinque parole che compongono il discorso telefonico di Listen. Restare in ascolto vuol dire riuscire a prendere tempo, sapersi fermare, riposare il respiro, fare vuoto per accogliere le parole di un altro. Ascoltare è dunque pari ad ospitare. Istruzioni: telefona nei giorni e negli orari indicati, dichiara la parola scelta, resta in ascolto.


Liuba Scudieri

Liuba Scudieri
Narratrice e antropologa, ha raccolto dal 2000 al 2013 centinaia di fiabe dalla viva voce dei loro portatori. Ha scritto interpretato e prodotto a Marsiglia « Tre donne al Mare », spettacolo di epica narrativa a partire da storie raccolte nel Mediterraneo.





ARTISTS2018

ARTISTS

Aftertaste

Tangaj Dance (RO)
Tangaj Dance (RO)  Aftertaste Altofest
Ph: Ionut Rusu

Two performers are asked to completely depersonalize, to work with dissociation of meaning, to create a different reality governed by random rules. In order to see the world they might try to stop the world. The core of the performance is rooted in a series of interviews, in which people with synesthesia, autism and transgender children talk about their sensorial bodily experiences. In “Aftertaste” the body becomes unformed, disjointed and made up of infinite particles of information, creating an impression of a constant coming back. The information travels with multiple speeds, forward and backward, through the bodies and the sound machines. “Aftertaste” premiered in eXplore dance festival #10 at WASP-Working Art Space and Production and was further presented at the National Museum of Contemporary Art Bucharest, FIX Theatre Iasi, REACTOR Theatre Cluj-Napoca, Ambasada Timisoara, dotdotdot festival Vienna.

Choreographer: Simona Deaconescu
Dramaturgical support: Krõõt Juurak,
Sound designer: Denis Bolborea
Performers: Simona Dabija, Corina Mitrovici

Co-produced by 4Culture & WASP-Working Art Space
Supported by AFCN – The Administration of the National Cultural Fund as part of the project “Room 0003_Lines of flight”


Tangaj Dance (RO)

Simona Deaconescu was born in 1987. She studied both Choreography and Film Directing in Bucharest. In 2014 she was granted the danceWEB scholarship by the Life Long Burning Network. Simona continued her artistic research through residencies offered by Gabriela Tudor Foundation, 4Culture, Battery Dance New York and Forum Dança. In 2016 she received The National Center of Dance Bucharest Award for her contribution to the growth of Romanian contemporary dance. In 2017 she was nominated as an Aerowaves Twenty18 artist with her latest creation: “Counterbody”. In 2013 she founded Tangaj Dance Collective, an independent dance company. Her works have been presented in festivals from Europe, Asia, North and South America. Simona has been teaching dance technique and composition since 2010 and in the last three years she started developing her own movement method. Since 2015 she is the artistic director of Bucharest International Dance Film Festival.



tangajdance.com/

With the patronage of: Accademia di Romania a Roma

ETMAC Extra-Territorial Ministry of Arab Culture

Hafez/Kucharski (US/EG)
Hafez/Kucharski (US/EG)  ETMAC Extra-Territorial Ministry of Arab Culture Altofest

At a time when Arab countries are bleeding away their creative capital with the departure, emigration, or exiling of pioneering intellectuals and artists, one wonders on the future of their practices and legacies. We pose a question: can the institution of the ministry of culture be rehabilitated to serve this new diffuse community of art producers and serve a locus of cultural production outside of the traditional boundaries of the nation? Can the institution evolve to meet the needs of an artistic and cultural community that is, at least temporarily, extra-territorial? And can it help to rebuild shattered national ministries on artists’ terms? Built as an imaginary ministry that supports contemporary artistic creation of displaced and refugee Arab artists, ETMAC is Adam Kucharski’s brainchild in collaboration with HaRaKa’s performance theorist and artist Adham Hafez. It operates as a fictitious entity that runs programs, gives consultancy to institutions on issues of cultural policy and financial planning, and presents lecture-performances. Set between the worlds of institutional making, performance theory, and strategic financial planning, ETMAC is a unique interdisciplinary project. Currently the ministry studies the future of areas as diverse as America’s rust belt, Napoli’s downtown, and New York City’s East Village. ETMAC articulates the contemporary urban challenge as a complex mesh system produced by late capitalism, post-colonialist aches, looming natural and economic disasters, and the failure to accept cities as spaces of polity rather than playgrounds of capital. For Napoli, ETMAC sets up an ephemeral structure that looks into the dynamics of cultural representation, gentrification, and city heritage at times of displacement.

Concept, Text and Performance: Adam Kucharski, Adham Hafez
Collaboration of HaRaKa Platform, Kuchar&Co.


Hafez/Kucharski (US/EG)

Adham Hafez, HaRaKa’s performance theorist and artist, investigates choreography, performance and sound through live acts, installations, publications, screenings and performances. With work that was installed and performed in reputable venues and contexts including Damascus Opera House, Hebbel Am Ufer, German Dance Congress, Impulstanz Vienna, Cairo Opera House, and MoMA PS1, the diverse work reflects on historical ruptures, critical density, rituals, and the condition of being an Arab subject within myopic discourses. Hafez is currently a PhD candidate at the New York University department of Performance Studies.

Adam Kucharski is an urbanist, artist, and civic policy innovator working at the nexus of public space creation and civic institution building. Adam has been a leading voice for the role of strong civic institutions in the rehabilitation and regeneration of urban cores across the Middle East, and has advised on the creation of innovative urban policies for inclusive and resilient cities. Adam’s artistic and policy interventions in places like Cairo, Jerusalem, and Utrecht have focused on policies and programs that take into account citizens’ rights, equity, cultural production, and environmental justice. Adam is the founder of Kuchar&Co, a uniquely hybrid artist platform that mobilizes collaboration with artists, scholars, and urbanists to inform and advise urban and social policy. Adam has degrees from the University of Chicago and MIT’s Sloan School of Management.





With the support of: STEP travel grants, an initiative by the European Cultural Foundation with the support of Compagnia di San Paolo

   

With the patronage of the German Embassy in Rome

L ‘ A N I T R A S E L V A T I C A

Federica Santoro / Luca Tilli (IT)
Federica Santoro / Luca Tilli (IT)  L ‘ A N I T R A S E L V A T I C A Altofest

inspired by the play by H. Ibsen.

First Tableau “I Sommersi” (lit: Submerged) – Mr. Håkon Werle and son, Gregers – the photographer Hjalmar Ekdal and daughter, Hedvig.

The idea of a Tableau is like with any painting; establishing a distance helps the viewer see more clearly. A “re-de-construction”. Cut up. Here is no linear development; reflecting how no art work, or human being even, are linear, so one by one events just happen, interchange, in this adaptation of The Wild Duck. The Wild Duck, a five act play by Henry Ibsen is a bizarre, intimately spiritual work, both ironic and repulsive. The comparison between what we were and what we are about to become is very cruel and frightening, and if you fall, you might not “be” at all! The final project is made up of two Tableaux. Our first residency for Fabbrica Europa concentrated on the first. Tableau II° – “In the Open” will be developed further in 2019 if not before… Background : Fifteen years before the stage action, a wealthy Industrialist, Werle had gone into business with the old Lieutenant Ekdal (in some State Forests) which failed tragically. However, Old Ekdal being the only accused in this ambiguous bankruptcy was consequently imprisoned, thus bringing disgrace on his family, including his son Hjalmar. The Wealthy Industrialist Werle has been ‘looking after’ the disgraced family on a personal and financial level for the past 15 years. However this benevolence has made the whole Ekdal family miserable and more like victims of his wealth and generosity. Also fifteen years earlier, Gina Hansen had had an affair with the Industrialist Werle. At the time she was a maid for the Werle family but to avoid any scandal she left them and immediately married Hjalmar Ekdal. She gave birth to a girl, Hedvig who was now fourteen years old. There is also the Old Friend of the family, Gregers, son of the Industrialist Werle, who returns to his family home after 15 years.

Curated by: Federica Santoro and Luca Tilli
Direction and dramaturgy: Federica Santoro
Music: Luca Tilli
Scenography: Marina Schindler
Light design: Dario Salvagnini
With Federica Santoro, Gabriele Portoghese, Luca Tilli
Artistic collaborators: Ettore Frani e Paola Feraiorni
The paint on the scene is part of the series “ I Sommersi” by Ettore Frani

Artistic residency at L’Angelo Mai and Kollatino Underground; the Performing SantaCaterina; Festival Fabbrica Europa ..


Federica Santoro / Luca Tilli (IT)

Federica Santoro is a director an actress and a performance artist. Her work as an actor and director includes plays by Sarah Kane, Shakespeare, Elfriede Jelinek, Thomas Bernhard, Peter Handke, Henrik Ibsen. In 2009 she began an artistic collaboration with cellist composer Luca Tilli, their latest collaborations being “The Wild Duck” and “Mancano pochi minuti”. Her most recent collaborations include: performance art collective Artisti&Innocenti, She was awarded the Best Supporting Actor award for her work in Lucia Calamaro’s L’Origine del Mondo (2012) with whom she continued working in Diario del Tempo (2014). In 2016 she was nominated as Best Actress at the Premio Duse per il Teatro awards. She is a professional actor in Italian Contemporary theatre and she has acted with respected directors including Giorgio Barberio Corsetti, Societas Raffaello Sanzio, Alfonso Santagata, Roberto Rustioni, Travirovesce, Lucia Latour and Lucia Calamaro.

Luca Tilli, cello player. Since 2005 his concert work has mainly featured avant-garde music in trio with Luca Venitucci and Fabrizio Spera, as well as playing on various festivals with Sebi Tramontana, Paul Lytton, John Edwards, Phil Minton, Massimo Pupillo, Lol Coxhill, and in the RAST trio with Mike Cooper and Roberto Bellatalla, Zu and David Tibet and Katia Labéque’s Ensemble B for Bang in the place of Giovanni Sollima. Since 2006 he has composed music for Butoh performances for various Festivals, including Soma and Trasformazioni (together with dancer Stefano Taiuti). In 2007 he played in the Daria Deflorian Theatre production “Bianco” and with other theatre companies including: Biancofango and Santa Sangre, (the Konya Project). Since 2009 he has been playing and performing in theatre productions directed by Federica Santoro.





Sublime Scum

André Chapatte (BE)
André Chapatte (BE)  Sublime Scum Altofest

Sublime Scum is a malleable and hybrid piece, integrating moments that resemble a concert, a TED talk, a modern dance, a seminar and even an evening at a café. Developed in the rainy dance studios of Brussels between 2016 and 2017, André Chapatte’s solo dance/performance Sublime Scum consists of minimal props and mostly contains languages of the body: songs, dances, remarks, speeches, odd interests, as well as attitudes and different kinds of corporal states. These all come together to form a loose narrative revolving around the common theme of ‘rejection’. The theme is presented as a social subject as well as a universal force, and as such there is an important role for the relationship with the audience in the show. Moments of interaction, questioning, and conversation intersect the singing and dancing, allowing for a serious subject matter to be seen from many points of view in a light hearted and somewhat surprising manner.

Produced at the ‘Institut Supérieure d’Art et Chorégraphie’ (ISAC) in Brussels, Belgium, First presented at ‘La Raffinerie – Charleroi Danse’ in Brussels, Belgium


André Chapatte (BE)

André Chapatte has worked as a conventional cartoonist, later expanding his interest in semantics and pictographs within the audio-visual department of the Gerrit Rietveld Academy. During this period he began taking to the stage to produce interesting narratives, and has developed his current practice around experimenting with stage design, performance, singing and dancing. He examines the paradoxes that lie between contemporary images, and through his performances, drawings, songs and stages, Chapatte observes subjects related to identity, the human relationship to nature, and aspects of a western lifestyle are often taken for granted. Captivated by the cognitive space between images, Chapatte searches for new and necessary symbolism, most times by overlapping conflicting ideas or disarranging elements of cultural positioning. He believes new meaning can be found in the friction between cultures, ideas and popular misconceptions, and that the path to enlightenment can be obtained with intelligent entertainment and accessible story-telling.



andrechapatte.com/

IF

OthernessProject (DK)
OthernessProject (DK)  IF Altofest
Ph: Stine Ebbesen

Spaces recall stories. Tiny people can come to life. Bouncing light bulbs evoke heaven, hell, or just human life. Throw the dice, make your bets, take your chance. The performance evokes the ‘what would you do… if’ question, and each time leaves it to the audience to decide how far they go in the experience. IF is a performative art format, where we look into human existence and co-existence in a broader way than we do whilst living our everyday lives. It offers a parallel universe each and every time. And each and every time the audience, as co-creator takes part in re-building the world. You are invited to rethink your identity, your choices when it comes to joining a community, your decisions on how to cope with societal challenges. At the same time, it is a game, it is a bubble where you can freely experiment and experience the widest ranges of life.

Writer and director: Rita Sebestyen
Performer: Sara Vilardo
Light and sound designer: Ivan Wahren
Dramaturge: Mira Nadina Mertens
Assistant: Stine Ebbesen
Special thanks for the artists taking part at the premiere in Denmark:
Performer Minni Katina Mertens
Music Ya Tosiba

Support to the research: Forsøgsstationen, Copenhagen, 2017


OthernessProject (DK)

Othernessproject is a group of international artists based in Denmark, coming from Norway, Sweden, Italy, Romania, Hungary. They were hosted in important festivals as Bådteatret, CPH / Actor Training in a Globalised World, CPH / International Time Perspective Conference, Nantes (FR) / Passage Festival, Helsingor-Helsingborg (DK-SE) / Bridges Festival, Cluj-Napoca (RO), Rahvusvahekine A-Festival (EE).

Rita Sebestyén is specialised in performing arts and philosophy, fascinated by combining practice and theory. She is interested in creating temporary communities brought together by strong artistic frameworks. She believes that the freedom of alternative worlds can inspire our everyday living. Rita worked out her own methodology to co-learn and co-create, and spread it through university courses, informal teaching, workshops, performances and research in Denmark, Sweden, Romania, Hungary, Greece, Germany, Portugal and Italy.

Sara Vilardo is an Italian performer/actress/theatre-maker based in between Brussels and Denmark. She has been collaborating with different artists internationally as well as creating her own works. Over the past years she has been specializing in performing site-specific and interactive projects. She believes in art as a political poetical act that has the ambition to move the consciousness, look at reality with an imaginative gaze and spread beauty in the world.



othernessproject.org/

with the support of: Embassy of Denmark – Rome; Kultur Ministeriet Agency for Culture and Palaces

MUT_Solo Saxophone

Marc Vilanova (SP)
Marc Vilanova (SP)  MUT_Solo Saxophone Altofest

Sound travels through space. What actually arrives to our ears is a combination of the sound source and the space it went through. In the solo performance MUT, the saxophone becomes a flexible sound source that responds to the physical, acoustic as well as historical and personal characteristics of each space. Marc Vilanova uses a wide range of extended techniques that go beyond the normal approach to the instrument to treat the saxophone as a sound generator. By creating this unique language, the audience is able to deepen their listening. This way of approaching the instrument was inspired by his experience of living in cities where he doesn’t understand the language. When you cannot understand a language, you are able to hear the sound of syllables as they are pronounced, but as soon as you understand the language, your focus shifts to decoding meaning. His musical decisions are also inspired by this early focus on the sounds of the language.


Marc Vilanova (SP)

Marc Vilanova is a saxophonist and sound artist working at the intersection of art and technology, working with electroacoustic compositions, improvisation, and interdisciplinary collaborations with dance, theatre and moving images. He explores the interaction between human beings and machines, often with a focus on the relationship between sound and visual elements. He is a founder member of Tunnel Ensemble and The Strings Theatre Company. His performances have been presented in festivals around the world in Japan, the U.S., Canada, Brazil, Colombia, Iran, Taiwan, Russia and many countries in Europe, collaborating with artists such Fred Frith, Agustí Fernández, John Butcher, Émilie Girard-Charest or Alfred Zimmerlin. His research over the past four years has continued to investigate the instrument as a sound generator using extended techniques. He has lead workshops at the Tokyo National University “GEIDAI”, National Taiwan University Center for the Arts, Universidad de los Andes, Federal University of Rio de Janeiro “UNIRIO”, Sibelius Academy Helsinki, Hochschule für Musik Basel and many more. However, his work is not constrained by a conventional conception of performance. He has created several sound installations and video works that have been awarded with international prizes such as: First prize at the International Contest of Sound Art Performance in Zaragoza 2014, The Encouragement Prize from the Tokyo Experimental Festival 2016, Best Experimental Work at the IV European Contest of Audiovisual Creation CTL’59 or Jury Prize at the World Saxophone Congress – Strasbourg 2015 among others.



marcvilanova.com/

Au-delà de l’humain

Zora Snake (CM)
Zora Snake (CM)  Au-delà de l’humain Altofest

Thomas Sankara once said : “While revolutionaries as individuals can be murdered, you cannot kill ideas”. “Au-delà de l’humain” celebrates this ideology and the sacrifice of the fervent fighters who fought against social injustice and all kind of oppression, and who defended freedom. This performance is inspired by the initiation rituals belonging to the Bamiléké ethnic tribe and their “cult of the skull” to communicate with the ancestors… “Au-delà de l’humain” is a ritual performance that pays tribute to cultural heroes of all times.

Prodution: Compagnie Zora Snake
Partners: Festival Ambony Ambany 4 Madagascar; Festival Mantsina Sony sur Scène – Congo-Brazzaville; Festival Les Récréârales; La Triennale danse l’Afrique danse; Festival les Dètours de Babel; Othni (laboratoire de théâtre de Yaoundé-Cameroun).
With the support of the Goethe-Institut Kamerun.


Zora Snake (CM)

Zora Snake is a dancer – choreographer and a performing artist from Cameroon. Founder of the Zora Snake company in Yaoundé. Artistic director of a new dance platform in Cameroon « Modaperf International Festival ». Won the “Popping” dance competition in Cameroon several times. Snake describes himself as “a man, a dreamer, a dancer, a creator, a resistant, a revolutionary, a boxer, an anti-conformist, a warrior of artistic ideas. The choreographer’s creation is based on hip hop dance and the political origins of this dance, that appeared after the division between white majority and black minority in the USA between 1950-1960 in the Bronx ghetto. For Snake, the stage is not a place for performing, it is a sacred place, it is a boxing ring, it is life for a new art in Cameroon and in Africa.



ciezorasnake.over-blog.com/

With the support of the Institut français Italia; Ambasciata di Francia e Francia in Scena

Spettacolo programmato in collaborazione con La Francia in Scena. La Francia in Scena, stagione artistica dell’Institut français Italia, è realizzata su iniziativa dell’Ambasciata di Francia in Italia, con il sostegno dell’Institut français, del Ministère de la Culture e della Fondazione Nuovi Mecenati.

The Method of National Constellations

Michał Stankiewicz (PL)
Michał Stankiewicz (PL)  The Method of National Constellations Altofest

A theatre game, during which the audience set out on a journey to the Structure and gives life to an instant dramaturgy, made of choices and personal relations, in the closest micro-world, where intuition, dream and imagination thrive. In the game-journey, spectators become Users: they make use of, perform, oppose, comprehend, familiarize, try out, and eventually, try on the situation. We build upon the word “experience”, from the verb “to experience, try out, explore, try on, practice”. The concept of the performance is based on the mechanism of adopting and performing social roles; it tests the boundaries of power that roles and situations have over an individual. Some sociologists describe social structures as a system of connections between social positions and places we occupy in the social space, and not between specific individuals. If we look at the social world from this perspective, our imagination will inevitably hint at the idea of taking someone else’s place.

Script, director: Michał Stankiewicz
Narration: Joanna Żurawska Federowicz
Assistant: Martyna Siemieńczuk

with the support of: Fundacja Uniwersytetu w Białymstoku (University of Białystok Foundation)


Michał Stankiewicz (PL)

Michał Stankiewicz is a graduate of the School of Journalism at the University of Warsaw, specialisation: Reportage. He works at the crossroads of theatre, game theory, visual arts, performance and virtual reality. In the theatre, he is interested in designing a situation in which autonomous events can go towards the spectacle. Based in Warsaw.





With the patronage of Istituto Polacco di Roma

GIANNI

La società dello spettacolo (IT) Caroline Baglioni /Michelangelo Bellani
La società dello spettacolo (IT) Caroline Baglioni /Michelangelo Bellani  GIANNI Altofest

“I was almost 13 years old. My dad came back home and told me that the time had come to take care of Gianni. Gianni was a giant. Almost 2 meters high, but to me he seemed 3 meters high, and in my memory it is all like in a black and white movie. Gianni seems today like a far-away memory, but he was far-away also back then. He was the uncle with manic-depressive issues who scared me so much. He had the look of someone who knows things, but he kept them for himself and did not tell us anything. He smoked and kept everything for himself. He did not know peace, Gianni. Each centimeter of his skin sweated of hope to be well. He had long been searching to be well. But who doesn’t want to be well? In 2004, in a box of old cds, I found 3 tapes. 3 tapes that Gianni has marked with his voice, screaming out his desires, singing his happiness, telling his sadness. For 10 years I listened to them and I thought about the strange destiny that united us. A year before I was born Gianni registered words that I, and only I, would listen 20 years later. And suddenly, every time he comes back next to me, big and tall, 3 meters high, in black and white.” (Caroline Baglioni)

Artistic residencies: Auditorium Santa Caterina (Foligno InContemporanea); L’arboreto – Teatro Dimora di Mondaino
Thanks to the Baglioni family per il support and the collaboration
Premio Scenario per Ustica 2015
Premio In-Box Blu 2016
Premio Museo Cervi – Teatro per la Memoria 2017


La società dello spettacolo (IT) Caroline Baglioni /Michelangelo Bellani

Caroline Baglioni graduated from the Centro Universitario Teatrale di Perugia. In 2007 she worked on Purificati by Sarah Kane, directed by Antonio Latella. In 2010 she directed collectively Febbre by Sarak Kane. After graduating in Science of Anthropological Goods, she joined the company La Società dello Spettacolo and worked on several productions. In 2012 she was selected for the dramaturgy course taught by Antonio Latella and Federico Bellini at the occupied Teatro Valle and her text inspired by “Mephisto” by Klauss Mann was published on Dramma.it as the text of the month. With the Compagnia dei giovani of the Teatro Stabile in Umbria she worked under the direction of Danilo Nigrelli, Antonio Latella, Liv Ferracchiati. With the monologue Gianni she won the prize Scenario per Ustica in 2015, the prize Premio In-Box blu in 2016 and the prize Premio Museo Cervi in 2017.

Michelangelo Bellani graduated in Philosophy at the Università di Perugia with a thesis about Pasolini and Debord. He published the essays L’estetica della presenza and La carne dell’io o la scrittura dell’invisibile in “Davar”, by Anna Giannatiempo Quinzio, Ed. Diabasis. With C. L. Grugher and Marianna Masciolini he founded in 2007 La società dello spettacolo and has directed it since then. The productions of the company were well received in national and international festivals (Premio Independents ArtVerona 2014, Premio Scenario per Ustica 2015, In-Box 2016, Premio Museo Cervi – 2017). Michangelo worked as assistant director, actor and director for documentaries, short films, and independent films for Rai and Mediaset. The documentary Sòccantare that he co-wrote and co-directed received the prize Premio Umbria in celluloide at the PerSo Film Festival 2015. For 3 years (2015-2017), he conceptualized and co-curated the international festival Performing Santa Caterina and since 2016 he has been the artistic curator of the Festival L’altra Mente, dedicated to mental illnesses.



lasocietadellospettacolo.org

Tracce – una tappa per After/Dopo

Effetto Larsen
Effetto Larsen  Tracce – una tappa per After/Dopo Altofest

“People are like stained-glass windows. They sparkle and shine when the sun is out, but when the darkness sets in, their true beauty is revealed only if there is a light from within.” (Elisabeth Kübler-Ross, Swiss psychiatrist, founder of the psychothanatology). We rarely think about the end of us: the very idea often arouses anxiety and superstition, making considerations about this natural event harder. Many initiation paths start right with the realisation of our own mortality. A clear and peaceful consciousness, that makes our remaining time more precious. The world does not end with us: life goes on, as inexorable as the end. Being conscious of its fugacity means on one hand to prepare ourselves to leave what we care about, on the other to consider what will remain of us. For more than a year, we have been working on After/Dopo, a project about the end and what remains. Our passage leaves clear traces: families, properties, contracts, relationships, images, memories, secrets, elements that will live longer than us. For Altofest 2018 we decided to create a special step of the project, Tracce (Traces), where people’s passage creates a path, a space for transformation and reflection.

Supported by: La Strada Festival; Pergine Spettacolo Aperto; Danae Festival


Effetto Larsen

We started our activity in 2007, as a working group founded by Matteo Lanfranchi, actor graduated at the “paolo Grassi” School of Drama. We create research projects about performing arts, considering theatre not as a goal but as a tool. We always focus our work on human relationships, observing them from different points of view. Over the years we developed an extremely original research path, widening our horizons from the theatrical tradition: we investigate the human being and its interpersonal relations, founding elements of everyone’s lives. Our working methods, our point of view and our activities are constantly evolving. Free from any kind of constrains, we like to open up to other disciplines, places, people, relentlessly confronting the reality around us. Since 2013 we have been focusing on site- specific and participatory projects at international level. Awards: Network In Situ / Mnemosyne; Network Open Latitudes / Functions; Bando arte e scienza – La Diagonale Paris-Saclay / STORMO® rEVOLUTION; Premio Scrittura di Scena Lia Lapini / Innerscapes; Biennale Giovani Artisti d’Europa e del Mediterraneo / Aggregazione; Primo premio concorso di Drammaturgia Urbana Borgo Teatro / TUO/OUT; Secondo premio Festival Internazionale di Regia Fantasio Piccoli / Lo sguardo di Amleto; GAI-Movin’Up / Dukkha – azione privata; Menzione speciale SubUrbia / Dukkha – azione privata



effettolarsen.it/

Boys don’t cry

Yotam Peled (DE)
Yotam Peled (DE)  Boys don’t cry Altofest

I am an old soul in a concrete jungle. I carry ideas of Masculinity in a body that seeks to be gender free. I dream of romance and wake up with Tinder. ‘Boys Don’t Cry’ is a dance-theater piece that reflects upon the search for a relationship in modern Berlin. It is a self-portrait of a man in a transition between old and new, geographically and conceptually. It opens a window to a story of a generation, torn between old ideals of masculinity and romance, and the new possibilities of post-modern society. The movement is highly physical, non-narrative, an exploration of an emotional world that surfaces in the darkest hour of the night when one is the most exposed. It is much like a poem to which one keeps adding lines – with every encounter, every lost battle, every new revelation.

Awards: Public Award, Awaji Street Art Festival / Japan


Yotam Peled (DE)

Yotam Peled was born in 1989, in a Kibbutz in the north of Israel. At the age of 21, after finishing service in the Israeli defence forces, he began dancing, and later on pursued higher education in contemporary circus, theater and dance. In 2015 he was selected to dance in “Think Big” project, and following that he relocated to Berlin. Since then he has been working as a freelance performer for several choreographers and companies in Europe, among them: Cooperativa Maura Morales (Dusseldorf), Compagnie Yann L’heureux (Montpellier), Troels Primdahl (Aarhus/Berlin), Jill Crovisier (Luxembourg), Mitia Fedotenko (Montpellier). He performed his solo piece called “Boys Don’t Cry” in festivals and venues in Israel, Germany, Italy, Japan and Vietnam. He was recently selected to create a piece for 9 dancers in “THINK BIG”, a project that is a collaboration of the Staatsoper and TANZtheater International festival Hannover.



yotampeled.com/

With the support of: STEP travel grants, an initiative by the European Cultural Foundation with the support of Compagnia di San Paolo

   

With the patronage of the German Embassy in Rome

   Altofest






TAKEYA

Chiara Frigo (IT)
Chiara Frigo (IT)  TAKEYA Altofest

Takeya is a study on speed, with the sole intention to reach the end. It begins by a person sitting down for a long time. The breathing gathers, ripens, detaches from any impatience. The interest is in the relationship between physical and mental speed. Within expansions and accelerations, the sense of an extremely short interval of time is perceived, which reveals imagery, stories and evolutions. This journey made of immediacy is achieved by way of patient and meticulous adjustments. All of the action takes place in a restricted space where external events penetrate, and where there is no need to move. It is a phenomenon of inertia, a game that shatters the irreversibility of time.

Concept e performer: Chiara Frigo
Music: Random Inc, Alva Noto
Sound design: Mauro Casappa
Light design: Leonardo Benetollo
Scenography: Chiara Frigo

Premio GD’A Veneto Anticorpi XL, selected by the Aerowaves network


Chiara Frigo (IT)

Maker and perfomer Chiara Frigo develops her work in the field of contemporary dance and performing arts. Graduated in molecular biology, in 2006 her first creation Corpo in DoppiaElica was awarded the third prize at the Festival Choreographers Miniatures in Belgrade. Takeya was awarded the first prize at GD’A Veneto Anticorpi XL and was selected by the dance network Aerowaves. Since 2010 she has been engaged in international projects such as “Choreoroam”, “Tryptich” and the most recent “Act Your Age”, that sparked a research into the world of entertainment with the creation of Ballroom and West End. She collaborated with quebecois choreographer Emmanuel Jouthe for When We Were Old, which premiered at Festival Tangente/Theatre L’Agora in Montreal and was presented at DNA Romaeuropa Festival. Her latest pieces are Stormy, a choreography conceived for Balletto di Roma within the Bolero/Trip-Tic project, and her new solo Himalaya, presented in August 2017 at BMotion Festival in Bassano del Grappa.



chiarafrigo.com/

Urban Spray Lexicon

Ateliersi
Ateliersi  Urban Spray Lexicon Altofest
Ph. Ilaria Scarpa

Urban Spray Lexicon is a theatre performance born out of anthropological research on the writings that appear and disappear from city walls. It is a new dramaturgy where the collected writings are stored in poems: a way of preserving the ephemeral. It is an artistic operation where visual signs are transformed into performative gestures, where theatrical language operates in close contact with visual and sound arts and where the dynamics of an urban landscape become scenic material. The focus is on the thin bright line which divides and connects the public and private spheres, or rather, on those who live and struggle in this border area. There are products intended to preserve of the walls, which function by forming a protective film over the area of application, so that when a new graffiti appears, it’s enough to rinse it with water. Behind the writing life: small acts of heroism without result, as Céline once wrote, perhaps, or another poet of assault. During Ateliersi’s artistic residency at the Altofest 2018, Ateliersi will collect and explore the writing on the walls of the city of Naples as an integral part of the performance, as it proposes, on this special occasion, a Neapolitan chapter of Urban Spray Lexicon.

By and with: Fiorenza Menni and Andrea Mochi Sismondi
Guitar: Mauro Sommavilla


Ateliersi

Ateliersi is an artistic production’s collective from Bologna, Italy which operates in the field of theatre and performing arts. It deals with artistic production (performances, dramaturgy, editorial projects, actor’s training) and with Atelier Sì’s cultural interdisciplinary program. Ateliersi’s creation sets out theatrical works and artistic interventions, where performative gesture forms an organic dialogue with anthropology, literature, musical production and visual arts, facilitating a communication of thought capable of intercepting anxieties and perspectives, which coagulate meaning around the world’s subversions. Ateliersi’s artistic work is characterized by a multidisciplinary and innovative approach focused on a pronounced performativity towards the contamination between theatrical and other artistic languages.



ateliersi.it/index_en.html
youtube.com/user/teatrinoclandestino
soundcloud.com/ateliersi

ELEMENTARE

Amigdala (IT)
Amigdala (IT)  ELEMENTARE Altofest

“I sing to use the Waiting, […] To Keep the Dark away.”
E. Dickinson

Elementare is a temporary bonding between the audience and the artists, called to share together the duration of the night. In a space equipped for sleeping, a temporary community arises from the desire to live together an unknown space, a momentary lapse expanding throughout the hours of the night. A chant to the night, to the time of suspension and subversion, a celebration of the wait where the dawn becomes a symbol of crossing. Six voices slowly consuming, a presence without definite boundaries between artists and audience, words that turn into declamations, silences, lists, echoes: these are the primary elements through which a shared poetic space is fabricated. While a vocabulary slowly arises, almost in the form of a community prayer; while a symbolic fire lightens up the space between “us” and “them”, Elementare gives voice to the desire of declaring: we are here. What drives us to sing throughout the night? The risk, the length, the effort, the accord that precedes agreement , an invisible thread, the gathering, the transformation, the hospitality, the wait, the awakening, and the silence.

Project by Collettivo Amigdala: Meike Clarelli, Sara Garagnani, Federica Rocchi, Gabriele Dalla Barba, Silvia Tagliazucchi
Original music: Meike Clarelli
Sound dramaturgy: Davide Fasulo, Meike Clarelli
Choir direction: Davide Fasulo
Singers: Meike Clarelli, Elisabetta Dallargine, Davide Fasulo, Fulvia Gasparini, Antonio Tavoni
Lyrics: Gabriele Dalla Barba
Set up: Sara Garagnani with the collaboration of Silvia Tagliazucchi
Curator: Federica Rocchi
A special thanks to all the participants of the workshop Maggese – comporre opere sui luoghi – and to Fabio Ghidoni, Sabrina Alberti, Erica Greco, Alessandra Marolla

Produced by Amigdala and Festival Periferico, 2018


Amigdala (IT)

Founded in 2005, Amigdala creates site-specific productions that blend performances, visual arts, sound research and writing. The performative installations have a strong connection with the venues they are situated in, and arise from a deep analysis of each place’s characteristics and from a relationship with its present or former inhabitants. Amigdala’s works are devised for small groups of spectators in an intimate and immersive atmosphere: they aim at changing the audience’s perceptions of the place and setting up mechanisms for involving the audience in a radical yet delicate way. Amigdala’s productions activate several layers: soundscapes creation, public history and anthropology, original dramaturgy and musical compositions, urban crossing. As a result, starting from a rigorous aesthetic research, each work weaves together individual and collective interpretations of the history of a place, and fosters personal experiences and biographies through the recreation of emotional links between people and their landscapes.



amigdalaperiferico.wordpress.com/

– extra –

COSALTRO ESPERIMENTI

Antonino Talamo – (IT)
Antonino Talamo - (IT)  COSALTRO ESPERIMENTI Altofest


Antonino Talamo – (IT)





La Madonna dei Servizi

Terracina/Avallone
Terracina/Avallone  La Madonna dei Servizi Altofest

Gilles Clément writes in “Nuages” : Dis-trahere, in other words move elsewhere, bring one far away from reality. When does that happen ? How can we go beyond this threshold ? The Virgin Mary of housekeeping is an unstable cleaning operation which final outcome will be an installation, the result of an exercise conceived for Altofest Napoli 2018. The starting point is this intuition of Duchamp : if a sound has an extended duration then it becomes something else, it hardens, like a sculpture, and it is like if it would materialize. What interests us is the idea of using words like objects, creating a connection between our languages. The structure of Altofest allows us to come into the life of the space donors citizens and from there starts our practice. The Virgin Mary of housekeeping comes to your house with the intention to live a moment of care. She thoroughly fixes and cleans the room of your choice. Once the cleaning is done, the rite of purification is completed with the composition of a photographic memory “tableau vivant”. This way, we travel from everyday life to the world of imagination.

a project by
Federica Terracina: concept, cleaning, setting, photo

in collaboration with
Mario Avallone: recording, processing, sound design


Terracina/Avallone

Mario Avallone
Composer, field recordist and experimenter. Mario Avallone’s music can be described as electro acoustic and acousmatic. Federica Terracina (Incredible Fox) An independent artist born in Orvieto in 1983, and a student of Michele Cossyro at the Academy of Fine Arts in Roma (Decoration Department)

Federica Terracina
studies historical costumes in Paris at the “Greta Costume” Istitute Paul Poyret. Phenomenal abstraction influences all her pictorial research. She has worked and collaborated with various companies, performers and photographers, among them: Santasangre, TeatrInGestAzione, Davide Adamo, Margo Chou from FAI-AR Marseille, Xavier Girard, La Belle Image fanfare, Antonino Talamo. Her work has been presented internationally, during Valletta 2018 European Capital of Culture; Altofest International Contemporary Live Arts, Napoli; Macro, «Factory Pd’A» Museo contemporaneo testaccio, Roma; Outdoor Urban Dal 2015. Since 2015 she has been the author of the graphic interventions that can be found in the “Foglio del Fest”, the esthetical guide of Altofest written by the OCr (Critique Panel). In September 2018, her book “Epanadiplose”, written in collaboration with Julie Bonnafond (editor “Les Editions Abordables”), will be released.





Listen

Liuba Scudieri
Liuba Scudieri  Listen Altofest

Time, Betrayal, Legacy, Present, Generation: 5 words make up this project, which invites you to make a phone call and Listen. Stay on line, find time, know when to stop, breathe, and empty your mind in order to welcome the words of another. To listen also means to host. Instructions: make a phone call at the specified date and time, speak the chosen word, and listen.


Liuba Scudieri

Liuba Scudieri
Between 2000 and 2013, story-teller and anthropologist Liuba Scudieri has collected hundreds of stories, directly from the mouths of those who carried them. In Marsiglia she wrote, performed and produced « Tre donne al Mare » (“Three women at Sea”), an epic narrative performance based on the oral heritage of the Mediterranean cultures.