In un momento in cui i paesi arabi si svuotano del loro capitale creativo con la partenza, l’emigrazione o l’esilio di molti artisti e intellettuali, viene naturale farsi domande sul futuro delle pratiche artistiche e sulla loro eredità. Può un Ministero della Cultura essere riabilitato per servire questa nuova comunità diffusa di artisti, ed essere centro della produzione culturale nonostante si collochi fuori dai confine di una determinata nazione? Può un’istituzione evolvere per soddisfare i bisogni di una comunità artistica e culturale che è, almeno temporaneamente, extra-territoriale? E può essere d’aiuto per riconfigurare i ministeri di diverse nazioni, seguendo i termini e le condizione degli artisti? Ideato come un ministero immaginario che supporta la creazione artistica contemporanea di artisti arabi rifugiati ed esiliati, ETMAC opera come un’entità fittizia che gestisce programmi, dà consulenza alle istituzioni su questioni di politica culturale e pianificazione finanziaria, e presenta performance in forma di conferenza. ETMAC è un progetto interdisciplinare, che unisce i linguaggi e gli ambienti istituzionali, con diverse teorie della performance e le strategie di pianificazione finanziaria. Attualmente il “ministero” è impegnato nello studio per lo sviluppo di aree ulteriori come la vecchia regione industriale nel Nord-Est degli USA, detta “Rust Belt”, New York City’s East Village e il centro di Napoli. L’ETMAC scandisce il cambiamento urbano contemporaneo come un complesso sistema di maglie prodotto dal tardo capitalismo, dai mali del post-colonialismo, da incombenti disastri naturali ed economici, e dal fallimento della vita politica delle città e delle società. Per Napoli, ETMAC crea una struttura effimera che analizza le dinamiche messe in atto dalle istituzioni e rappresentanze culturali, gli effetti della gentrificazione e la gestione del patrimonio urbano, in periodi di sfollamento e dislocazione delle risorse umane ed economiche.
Ideato, diretto ed eseguito da Adam Kucharski e Adham Hafez
Prodotto da HaRaKa Platform, Kuchar&Co.
Hafez/Kucharski (US/EG)
Adham Hafez, è un artista e teorico della performance, fondatore di HaRaKa project, la sua ricerca abbraccia il campo della coreografia, della performance e del suono attraverso azioni dal vivo, installazioni, pubblicazioni, proiezioni, e performance. Le sue opere sono state presentate in importanti contesti internazionali come la Damascus Opera House, Hebbel Am Ufer, German Dance Congress, Impulstanz Vienna, Cairo Opera House, e MoMA PS1. Il suo lavoro si focalizza sulle rotture storiche, sulla densità critica, sui rituali, e su cosa voglia dire essere un soggetto arabo al centro di discorsi miopi. Hafez è attualmente un dottorando presso il Dipartimento di studi sulla performing art della New York University.
Adam Kucharski studia all’università di Chicago e alla MIT-Sloan School of Management. E’ un urbanista, un artista, e si occupa di innovazione e politiche civiche, lavorando sul legame tra la creazione di spazi pubblici e la costituzione di istituzioni cittadine. Adam ha ricoperto importanti ruoli e collaborato alla riabilitazione e rigenerazione di diversi centri urbani nel Medio Oriente, contribuendo alla riconfigurazione delle politiche cittadine, puntando su innovazione, inclusione e resilienza. In città come il Cairo, Jerusalem, e Utrecht, Adam ha sviluppato interventi artistici e strategici, politiche e programmi, basati su diritti dei cittadini, equità, produzione culturale e giustizia ambientale. Adam è il fondatore di Kuchar&Co, una piattaforma per artisti unica e ibrida, che promuove collaborazioni tra artisti, ricercatori, e urbanisti per informare e collaborare allo sviluppo delle politiche sociali e urbane.
With the support of:
STEP travel grants, an initiative by the European Cultural Foundation with the support of Compagnia di San Paolo

With the patronage of the German Embassy in Rome