2016
ARTISTS
#Residenza – Progetto Pilota Variaciones en torno a El Éxtasis de los Insaciables
Réplika Teatro (ESP)

Questa sesta edizione di Altofest è protagonista di un cambiamento strutturale, la cui sperimentazione abbiamo voluto affidare alla Compagnia Réplika Teatro di Madrid, che l’anno scorso era in programma con un lavoro ispirato ai testi di S. I. Witkiewicz, autore polacco fondamentale per capire l’evoluzione del teatro nel XX secolo. Abbiamo chiesto alla compagnia spagnola di rielaborare il loro spettacolo, El Éxtasis de los Insaciables – programmato nella scorsa edizione di Altofest, coinvolgendo gli abitanti della via Pedamentina, donatori di spazio di Altofest fin dalla II edizione.
La nostra scelta è ricaduta sui Réplika perché hanno colto appieno lo spirito del fest e ne hanno fatta piena esperienza. Abbiamo riconosciuto in loro una capacità di lettura delle dinamiche del fest, un’attitudine alla relazione umana non comune e una predisposizione sana al dialogo.
Con questo Progetto Pilota Altofest si appresta a trasformarsi definitivamente in un luogo di socialità sperimentale.
Produzione: Réplika Teatro
con gli abitanti di Via Pedamentina a San Martino
e con gli attori di Réplika Teatro: Eeva Alvarado, Raúl Chacón, Malcolm T. Sittè, Rebeca Vecino
Regia, drammaturgia, costumi e scene: Mikolaj Bielski
Spazio sonoro: Víctor García
Testi: Stanislaw Ignacy Witkiewicz
Réplika Teatro (ESP)
Réplika Teatro è una compagnia di stanza a Madrid, dove gestisce anche uno spazio teatrale contemporaneo e multifunzionale, dedito alla produzione e alla formazione teatrale. La compagnia è stata fondata nel 1989 dalla coppia Anadón/Bielski, che affidano la guida di una nuova e giovane formazione al figlio Mikolaj, oggi direttore aggiunto di Réplika Teatro e collaboratore della sezione Arte Scenica dell’Istituto di Cultura Polacco. La Compañía Joven de Réplika Teatro si occupa di nuove forme teatrali e creazione collettiva.
replikateatro.com/
Trapped Sounds
Khaled Kaddal (EGY)

“Trapped Sound” (Suoni Intrappolati) mira ad esaminare il conflitto tra l’individuo e l’intelligenza collettiva, che si manifesta nella produzione massiva evidente nei nostri ambienti urbani. Siamo testimoni di un’epoca in cui l’isolamento è la strategia dei potenti. Ne subiamo gli effetti e le forme. Spendiamo la maggior parte del nostro tempo vivendo un esistenza materialistica. Distrazioni e distorsioni ci allontanano dalla verità dell’essere. Il progetto indaga queste dicotomie (interno/esterno, individuo/società ecc..), lasciando emergere la dissonanza tra l’intimo sentire e l’obbligo ad agire.
E’ possibile sfuggire alla omologazione?
con il sostegno di
AFAC
Rawabet Theater, Cairo
Goethe institute, Alexandria
Theater is a must Festival, Alexandria
Khaled Kaddal (EGY)
Khaled Kaddal è un musicista, artista del suono egiziano. Attraverso il suono, la musica e mixed media ricrea installazione e performance. Conduce una ricerca sulle strutture politiche e sociali del nostro tempo attraverso l’esplorazione di vari fenomeni del suono.
Khaled ha vinto una borsa di studio dal British Council and The Arab funds For Art and Culture (AFAC). Al momento studia a Londra per conseguire un Master in Arte e Suoni all’Università delle Arti di Londra.
khaledkaddal.com/
Esposizione Permanente
Cervo Home Gallery (IT)

La casa-atelier di Sergio e Teresa Cervo si trova nel cuore del centro antico di Napoli: un “basso” collegato a un magico spazio sotterraneo che si snoda sotto la pelle della città, tra il sacro della basilica di San Domenico Maggiore e il profano della cappella San Severo.
In questo luogo del FARE si affollano tele, pannelli polimaterici, sculture, tavoli, lampade, sedie, gioielli.
La raffinata artigianalità di questi due lavoratori dell’arte si esprime attraverso l’utilizzo di differenti materiali: ferro, cuoio, argento, legno, tessuti, carta e terre. Teresa e Sergio dal 1977 creano pezzi unici in cui il momento del disegno e della realizzazione sono fusi in modo indissolubile.
Περί έρωτος. About love.
Emmanouela Korki – Ohi Pezoume (GRC)

Da Platone a Dante, dall’antichità al nostro presente, una domanda nasce. Una domanda che io sento essere la più politica di tutte: “cos’è l’amore e come ci fa comportare?”
Portare in luce i processi che il nostro corpo mette in atto nella relazione con l’altro, attraverso i sensi della vista, del tatto, dell’udito, per abbandonarsi alla bellezza dell’incontro.
Cosa accadrebbe se l’amore fosse un Demone (né buono né cattivo, né bello né brutto) e se fosse lui la sola guida verso la verità?
Miss Omonoia
di UrbanDig Project / Ohi Pezoume Performing Arts Company
Coreografia Eirini Alexiou – Ohi Pezoume Performing Arts Company
Adattamento e interpretazione: Emmanouela Korki
Composizione musicale e musica dal vivo: Antonino Talamo.
Video, musica: D. Vergados
Qualche tempo fa, a Dourgouti, un quartiere di Atene, tre donne si incontrano e tra loro si stringe un forte legame. Arrivarono ad Atene da diversi paesi e in tempi diversi, ma poi sono state separate di nuovo. E’ una di loro che incontreremo in questo lavoro, immaginandola nella sua casa e ascoltando il suo desiderio di partire, andare ad Omonoia. La seguiremo nel suo viaggio attraverso deserti, mari, incontrando corpi, sangue e solitudine.
Vite prese in prestito si intrecciano a ricordi personali e oblio. Bisogna allora respirare per farsi leggeri e viaggiare lontano.
Miss Omonoia è parte del nuovo progetto “UrbanDig Omonoia”, sviluppato da “Ohi Pezoume Performing Arts Company “, che presenta una rete di 17 azioni in piazza Omonia, nel centro di Atene. Il progetto vuole metterre i cittadini in relazione allo spazio pubblico attraverso un’azione collettiva, il gioco, e lo spettacolo dal vivo.
Cosa è l’amore e come ci fa agire?
RESIDENZA OPERAPPARTAMENTO
Premio di produzione Operappartamento Altofest 2015
Si ringrazia il sostegno e la generosità della comunità di Altofest e l’ospitalità di Riccardo Limongi
uno speciale ringraziamento a Eirini Alexieou
Ideazione e Coreografia Emmanouela Korki
Musica: Chris Rozakis
Emmanouela Korki – Ohi Pezoume (GRC)
“Ohi Pezoume” è una compagnia di arti performative che si occupa di sviluppo locale e culturale attraverso pratiche artistiche condivise e comunitarie.
Emmanouela Korki è una performer, coreografa e insegnante. Dal 2015 collabora con la Compagnia Ohi Pezoume. Come performer ha lavorato anche con A. Marathaki, Duende Ensemble – J.Britton , Nostalgia company – T. Ralli, G. Simona, M. Klein – V. Kotsalou, S. Hatzaki – Atene e Epidaurus Festival, G. Katafigi, H. Monteiro, Atene Video progetto di Danza, SaLtaTor fisica Gruppo di danza – G. Karouni, B. Dramisioti, A. Kazouri, P. Voulgari, K. Prepi.
L’Operappartamento
L’Operappartamento consiste in una residenza e un premio di produzione. Fin dalla seconda edizione di Altofest viene assegnata ad uno degli artisti in programma, invitandolo per l’edizione successiva a creare in esclusiva per Altofest un’opera che entri in stretta relazione con lo spazio donato e i suoi abitanti.
L’Osservatorio Critico (OCR) assegna la creazione dell’OPERAPPARTAMENTO 2016 alla compagnia Ohi Pezoume (GR). La danzatrice Emmanouela Korki, in residenza creativa presso Casa Limongi, darà vita ad un’operappartamento site-specific, per conto di Eirini Alexiou e della compagnia Ohi Pezoume.
La motivazione espressa dall’OCR: la corrispondenza che intercorre tra il percorso artistico-curatoriale di Erini Alexiou con il format di Altofest rende questa artista una speciale interprete dei luoghi e della loro temperatura emotiva. Eurydice è un intervento toccante che sfrutta l’atmosfera e il reale sensibile locali per trarne segni drammaturgicamente rilevanti dentro un sistema coerente di segni e una gamma articolata di linguaggi.
Pertanto la direzione del festival è felice di invitare Ohi Pezoume a svolgere una residenza creativa, in uno dei luoghi del festival, per la creazione esclusiva di un’OPERAPPARTAMENTO, che debutterà a Napoli nel luglio 2016 durante la VI edizione di ALTO FEST.
urbandig-dih-participants2015.tumblr.com/
Contemporary?
Arts Printing House (LTU)

Questa è probabilmente la prima volta in cui tre artisti, in Lituania, hanno collaborato per creare una performance che guarda alla danza contemporanea locale con auto ironia, citando movimenti stereotipati, frasi, perfino dettagli di costume. “Contemporary?” riflette ironicamente sui processi di creazione contemporanea della danza, sulle tematiche, le sue strutture, le poetiche, gli eccessi e la relazione con gli spettatori, per arrivare ad una lampante ed essenziale verità. Si danza senz’altro motivo che danzare.
In cosa consiste uno spettacolo di danza contemporanea? Il pubblico capisce di cosa si tratta? E’ necessario spiegare agli spettatori il suo significato?
Vince il Golden Stage Cross as Performing Arts Phenomenon of the year (2013) in Lithuania
Ideazione e coreografia e interpretazione Agnė Ramanauskaitė, Paulius Tamolė and Mantas Stabačinskas
Drammaturgia Sigita Ivaškaitė
Disegno luci Povilas Laurinaitis
Arts Printing House (LTU)
Mantas, Agné and Paulius, hanno partecipato al programma per giovani artisti “Open Stage ’13”, ospitato da Arts Printing House. Da questa esperienza comune nasce “Contemporary?”
Agné Ramanauskaitė – ballerina, attrice, insegnante e coreografa – ha conseguito il Master in Recitazione e Danza Contemporanea nel 2009, presso The Lithuanian Theatre and Music Academy.
Mantas Stabačinskas è tra i più famosi danzatori, insegnanti e coreografi lituani. In oltre sedici anni della sua carriera professionale Mantas ha collaborato con diversi coreografi internazionali. Fa parte dell’ Aura Dance Theater (Lituania) da undici anni.
Paulius Tamolė è un danzatore e un famoso attore teatrale e televisivo, nonchè coreografo.
Ha iniziato la sua carriera al National Drama Theater (Lituania) nel 2005. Da allora ha collaborato con rinomati direttori di teatro quali Onas Vaitkus, Oskaras Korsunovas, Jana Ross, ecc. Nel 2008 è ha stato nominato per il premio teatrale Miglior Artista dell’Anno in Lituania.
menuspaustuve.lt/
Secret sound stories
V XX ZWEETZ (CHE)

“Secret Sound Stories” è un percorso guidato, intimo e personale, per spettatori singoli. Il suono di una storia trasmesso all’istante in cuffie wifi, che offre un nuovo modo di vedere, di relazionarsi allo spazio in cui l’ascoltatore è immerso insieme ad altri spettatori. Una delicata fusione tra poesia e musica per affrontare l’esistenza. Se ci sono una o più verità, esse sono individuabili attraverso l’assenza, non la sostanza. In un mondo catapultato verso l’abbondanza, il suono è ciò che si avvicina più alla sottrazione: non si accumula, esiste soltanto per un momento e poi svanisce lasciando una traccia nella memoria. Il suono è ciò che rimane del racconto, stimolando negli ascoltatori l’immaginazione e l’opportunità di creare la propria storia in una relazione concreta con lo spazio che li circonda. Se le persone ascoltassero, cambierebbero.
Il progetto nasce dall’idea di Alan Alpenfelt, al quale la commissione della 9° Biennale dell’Immagine di Chiasso ha chiesto di “amplificare” la visita ad una mostra fotografica tramite la radio e il suono.
Ti fermi mai un momento per ascoltare?
Vincitore del Bando della Consulta / Trasparenze Festival – Modena 2016
Regia Alan Alpenfelt
con Gabriele Ciavarra, Ramona Tripodi, Andrea Cioffi, Nello Provenzano, Carla Valente
V XX ZWEETZ (CHE)
L’esperienza della compagnia V XX ZWEETZ, fondata in Svizzera nel 2013, nasce dal profondo legame con il suono e la radio come fonte principale per comprendere il mondo. Approda poi al teatro, ampliando il proprio campo d’azione anche alla fotografia e al documentario. Il fil rouge che collega tutte le sue produzioni è il suono. Il suo principale obiettivo è aumentare la consapevolezza su problematiche sociali, storiche ed esistenziali.
Nel 2016 sono tra le 7 migliori produzioni del Rencontre du Théâtre Suisse.
vxxzweetz.com/
Eye Lie
Valeria Caboi (PRT)

Sentire lo spazio senza poter vedere, lasciarsi guidare da voci che suggeriscono il movimento, la direzione. EYE LIE é un dialogo multisensoriale tra pubblico e performer, in cui la percezione del suono e dello spazio variano insieme al movimento. Quest’ultimo si sviluppa all’interno di strutture prestabilite su schemi legati agli input vocali, non essendo soggetto a una pre-determinazione coreografica propriamente detta. La performer, bendata, non può che eseguire gli ordini di movimento che le arrivano attraverso l’udito, e dei quali l’ordine muta completamente ad ogni spettacolo, rendendo la composizione sonora e coreografica una sorpresa per la coreografa stessa. Il pubblico é invitato a partecipare alla partitura sonora incitando la performer con brevi istruzioni.
Cosa succede al corpo in movimento quando i riferimenti spaziali arrivano solo attraverso comandi sonori?
con il sostegno di Cem Centro em Movimento, Inimpetus Teatro e Escola de Attorse
Coreografia Valeria Caboi
Sound Design Manuel Pinheiro
Collaborazione alla creazione Claudia Canarim, Joana Furtado, Flora Detraz
Foto e Video Joanna Barra Vaz
Valeria Caboi (PRT)
Valeria Caboi, performer e coreografa, dopo l’incontro con la Batsheva Dance Company di Ohad Naharin e con la Hofesh Shechter Company, volge la propria ricerca al movimento non-traumatico. Come performer ha lavorato con Elisa Monte Dance Company (U.S.A – Pergine Spettacolo Aperto), NineBobeNote (The Place – UK), FattoreKappa (Singapore Arts Festival-Napoli teatro Festival), Arthur Pita (London – UK), Guido Tuberi (Balletto di Sardegna), Companhia de Dança do Norte (Portogallo), PIA (Portogallo). Come Coreografa è autrice di GestAzione (PrimoPremioMarteLive2010) e curatrice di Red T-Shirt Project (Italia, Inghilterra, Portogallo), del progetto svedese Open Lab Halland 2015(Svezia), di EYELIE (co-productionC.E.M e Inimpetus).
valeriacaboi85.wix.com/valeriacaboi
IgnorHead
Tasto Esc (ITA)

Una “tavola preparata” con chiodi, molle, e pezzi di ferro; uno strumento artigianale. Un lavoro maturato con la consapevolezza che un processo di distrazione può causare danni anche tra i processi interpersonali e che un ascolto consapevole e privo di giudizi può produrre uno stato di grazia. Gli scritti di Cage sul suono e sull’ascolto sono stati ispiratori. Ignorare la “Forme” per tuffarsi nelle trasformazioni.
Nella borsa degli attrezzi di Giulio Escalona si possono trovare: registrazioni di suoni ambientali, campionamenti vocali, lampadine, radio, strumenti fai-da-te, VHS e qualche delay; queste carabattole servono ad assemblare cose del tipo “paesaggi sonori rarefatti”.
Una sorta di musica primitiva nell’era della tecnologia. Musica per legno, chiodi e altre cose infilate l’una dentro l’altra.
Si può essere più ascoltatore e meno spettatore?
Strumento e suono di Giulio Escalon
Tasto Esc (ITA)
La Capra, quando non è La Capra, è Giulio Escalona (ma non è vero il contrario). Nato nel 1985. Diventa Psicologo, fa il musicoterapeuta e inventa strumenti strani che non sempre sa come suonare. Nel 2015 inizia ad esibirsi soprattutto con lo pseudonimo Tasto Esc sia con video che con audio e sempre con ferraglia e circuiti, rumore e basta senza troppi fronzoli (quando in formato audio e quando in formato video).
giulioescalona.weebly.com/
Rettifilo Ritmico
Antonino Talamo (ITA) / La Belva e le Bestie (ITA)
Un automobile. 3 spettatori. Un autista. La città intorno. La musica dentro.
“Mi hanno insegnato che gli strumenti a percussione devono essere utilizzati solo nei contesti in cui vengono contemplati. Io penso che questa sia una scelta che porta ad una costante omologazione dello strumento, che trascura la storia, la cultura e la sofferenza che l’ha forgiata, per un banale spirito di accondiscendenza sociale”.
Cosa ti muove?
Antonino Talamo (ITA) / La Belva e le Bestie (ITA)
Musicista, Percussionista, Strumentista Live e Studio Recording.
Capace di un virtuosismo ludico con cui dosa sonorità e ritmi, creando estemporaneamente partiture travolgenti in cui si incrociano le fonti disparate, dall’elettronico al tribale, con una spiccata capacità di coinvolgere il pubblico in un qui ed ora inatteso, continuamente sorprendente. In lui si incrociano i linguaggi musicali del sud del mondo.
Suona con Peppe Sannino, Pietro Sinigaglia, Gloria Clemente, Kal Dos Santos,Iacopo Pellegrini, Gilson Silveira, Armanda Desidery, Rino Borriello, Galo Cadena, Roberto Lagoa, Corrado Cordoba, Nunzio Toscano, Annalisa Madonna, Fabio Gallucci, Antonio Pinto, Angelo Ricci, Michele Maione, Gianluca Campanino, Alberto Falco (MOMODUO 2010), Paolo Licastri, Giulia Capolino, Guido Schiraldi, Luca Cioffi,Francesco Manna, Duccio D’alò, DIONISO FOLK BAND, Fabrizio Alessandrini, Mario Sapia e altri.
cosaltro.net
Our House
Polisonum (ITA)

Our House è l’esplorazione acustica di un appartamento. Una mappatura e una ridefinizione sonora di un luogo. I suoni sono eventi in costante riconfigurazione. L’ascolto e la ricerca dei suoni che ci circondano stimolano uno sguardo attento, forniscono informazioni sulla natura degli oggetti che ci circondano, sulle relazioni e il loro costante divenire. La ricerca, condotta insieme agli inquilini, si traduce in un’opera interattiva, un vero e proprio strumento musicale, un dispositivo aperto per comporre musica, una modalità per giocare con i suoni che abitualmente sfuggono alla nostra percezione.
La planimetria dell’appartamento, dotata di sensori, permette allo spettatore di interagire, miscelare e ricomporre la propria personale soundtrack dello spazio.
Ti è mai capitato di ascoltare una casa, una strada, una città, come si ascolta una sinfonia, un’opera?
Filippo Lilli, Vittorio Antonacci
Polisonum (ITA)
POLISONUM è un progetto di ricerca sonora sui luoghi. È reinventare lo spazio urbano, destrutturandolo, rompendo gli schemi e la routine, mettendo in relazione tutto quello che sfugge all’occhio umano. Il progetto nasce da una visione ludica di utilizzo degli ambienti urbani. L’idea è quella di costruire nuovi spazi sonori, le cui caratteristiche principali sono la breve durata, la mutazione permanente e la mobilità per osservare, percepire, vivere e abitare la città. Polisonum è stato recentemente selezionato per THE INDEPENDENT, un progetto di ricerca incentrato sull’identificazione e promozione degli spazi e del pensiero indipendente avviato lo scorso anno dal MAXXI Museo delle arti del XXI secolo di Roma.
polisonum.tumblr.com/
#1. Darsi alla Macchia (mediterranea)#2. La Cameriera di Poesia e i suoi servizi sociali
Claudia Fabris (ITA)

#1. Darsi alla Macchia (mediterranea)
Nato per una lavanderia di Via Roma, a Reggio Emilia, fa tappa a Napoli dove artisti e pubblico verranno invitati a macchiarsi con la loro macchia mediterranea preferita (olio, vino, caffè…) e ritratti nell’atto. La fotografia verrà poi spedita come attestato per l’accaduto. Darsi alla macchia mediterranea è una dichiarazione d’amore incondizionata per il bacino del mediterraneo oggi tanto doloroso e dolorante e atto simbolico di brigantaggio civile, dove il brigante non è il fuorilegge ma chi non si conforma alle strade già tracciate, non si accontenta delle strade battute e cerca la fertilità della vita dov’è più rigogliosa, nella macchia per l’appunto. Anche perché le strade battute sono sempre l’unico luogo in cui non cresce mai nulla.
#2. La Cameriera di Poesia e i suoi servizi sociali
#2a Nostra Signora dei Palloncini
Nostra Signora dei Palloncini attraversa lo spazio come una visione, sospensione momentanea della consueta quotidianità, squarcio nel tempo lineare e razionale, slancio verso l’alto, rivelazione della condizione umana di calice, con la terra sotto i piedi e il cielo tra i capelli, nel cui respiro terra e cielo si mescolano, sfida della leggerezza sorridente alla gravità imperante. A chi le parla incrociandola, offre la possibilità di scegliere una parola arrotolata a caso tra cento differenti, ognuna con una definizione tratta dal Piccolo Vocabolario Poetico che sta scrivendo da alcuni anni e gliela regala come una Sibilla metropolitana.
#2b
Il Riciclaggio Poetico del Denaro / Piccolo atto poetico di rigenerazione civile
Il denaro è ciò che circola più velocemente nel mondo dopo le idee. E se lo riciclassimo utilizzandolo come mezzo di comunicazione, innescando piccole rivelazioni quotidiane direttamente nella mano di chi sta per pagare? Riciclare le banconote in “bianoconote”, farle uscire dal mercato per reinserirle dopo averle timbrate con un atto poetico utilizzando alcune parole tratte dal mio Piccolo Vocabolario Poetico e poi farle circolare, come un anticorpo. Sovrapporre un valore ad un prezzo, un lampo della coscienza al luccichio dell’oro, la creatività dell’Arte alle regole inesorabili del mercato.
Un piccolo rito che sia invito, augurio, scommessa, ispirazione, slancio fiducioso verso le mani sconosciute che le banconote incontreranno nel futuro e che quel futuro insieme costruiranno.
una domanda da condividere con il pubblico
Qual è la cosa più grande che l’arte può fare per voi? Siate irragionevoli e audaci nella risposta
#1 Sei disposto a darti alla macchia? Hai paura di non saperti più smacchiare? Cosa pensi di ciò che sta accadendo nel Mediterraneo in questi anni?
#2a Cosa pensi sia possibile e cosa pensi sia impossibile? Come leggi una coincidenza quando si manifesta nella tua vita?
#2b Cosa pensi sia il denaro? Credi davvero che un pomodoro possa avere un prezzo? Puoi davvero dare un prezzo ad un’ora della tua vita e crederci?
creazione Claudia Fabris
Claudia Fabris (ITA)
Claudia Fabris nasce a Padova nel 1973. Progetta spazi, installazioni ed interventi performativi che creano relazioni e sinergie tra la parola e la visione, l’ascolto e il gusto, in una ricerca artistica che trova nel corpo il proprio fulcro, coinvolgendo gli spettatori su differenti piani percettivi nella convinzione che la Bellezza e lo stupore silenzioso che genera possano ancora ricondurre ogni uomo allo spazio intimo e sacro della propria anima dove ogni trasformazione e rinascita trae origine, forza e nutrimento.
lacamerieradipoesia.tumblr.com/
Dopolavoro #Memoriedalsuolo
Compagnia Pietribiasi / Tedeschi

DOPOLAVORO, nato durante Verdecoprente Festival 2015, è un’esplorazione storica, sociale, antropologica sul piccolo Comune di Alviano (1600 abitanti), in provincia di Terni. Un’occasione per riflettere sul proprio “luogo” di residenza, di lavoro, di svago. Una ricerca di ampio respiro sul tema dell’identità e del Luogo. In particolare, “Dopolavoro” vuole indagare e analizzare la relazione che intercorre tra il senso di appartenenza e di radicamento di una comunità e i luoghi in cui questa comunità risiede e/o riconosce come propri. Il progetto è teso anche a scoprire se le comunità (città o quartieri o borghi o piccoli comuni) siano o non siano “luoghi”.
Qual è il tuo “dopolavoro”?
con il sostegno della residenza Verdecoprente Festival 2015
una Produzione Compagnia Pietribiasi/Tedeschi
di e con: Cinzia Pietribiasi e Pierluigi Tedeschi
Videomaker: Antonio Saracino
Musiche: Alfredo De Vincentiis
Compagnia Pietribiasi / Tedeschi
La Compagnia Pietribiasi/Tedeschi è stata fondata a Reggio Emilia nel 2012. I suoi interessi spaziano dalla video-installazione (Kinect e Video animazione) al Teatro sociale. Ha sviluppato una propria ricerca tra il pensiero scientifico e quello umanistico. Le sue produzioni includono, oltre DOPOLAVORO#MemorieDelSuolo, PUNTO TRIPLO (2015) una performance multimediale sul concetto termodinamico di punto triplo; BIOS (2014) una performance multimediale ispirata al lavoro dello scrittore Julio Cortázar; FREEZE (2013) uno spettacolo ispirato al lavoro dello psichiatra Ronald D. Laing.
cinziapietribiasi.wix.com/compagniateatrale
Papelão
Lara Russo (ITA)

Un ammasso di cartone come condizione per trasformare e abitare lo spazio scenico. Costruire è l’urgenza che muove l’interprete nell’azione di trasformazione sui materiali, dinamica che modifica anche la sua propria condizione di uomo. Ad una struttura intima di movimento, che viene dapprima protetta e poi decostruita, le fa eco la possibilità di liberarsi nello spazio e dar forma al movimento. Papelão è una riflessione sulla necessità di solidificare le immagini della mente, per viverle in modo transitorio, percepirle con il corpo e renderle danza.
Come può il paesaggio modificarsi attraverso il movimento?
Regia Lara Russo
con Lucas Delfino
scenografia Yesenia Trobbiani
Lara Russo (ITA)
Lara Russo sviluppa i suoi lavori intorno all’interazione del corpo con la materia, all’elemento di rischio e di imprevedibilità che la materia introduce nella composizione coreografica. Il suo percorso si sviluppa tra Barcellona e Berlino per poi continuare in Italia. Partecipa ad I.F.A Inteatro Festival 2013; vince il premio GD’A Giovani Danz’autori con lo spettacolo Allumin-io; finalista al festival ‘Dominio Pubblico’ con LEGAME; riceve la menzione speciale al concorso Danzè, Oriente Occidente; riceve la borsa di studio per Ecite, incontro d’insegnanti di C.I. Ponderosa 2014, Germania; nel 2015 vince il concorso Dna Appunti coreografici a Romaeuropa Festival con lo spettacolo Ra-me che debutta alla Biennale di Venezia 2016.
lararusso.org/
WORKSTATION / CLELIA BALLA
Giusto il tempo di un té (ITA)
Giusto il tempo di un tè interpreterà i momenti e gli spazi di transizione tra gli appuntamenti di Alto Fest. Segmenti percettivi uniranno i luoghi che ospitano gli interventi in programma, tracciando un percorso urbano che sarà raccontato attraverso le registrazioni dei suoni ambientali, degli scorci narrativi e degli spunti visivi. Chi vorrà partecipare, potrà inviare tale materiale, via smartphone, a una postazione fissa, una WORKSTATION visitabile in qualunque momento, allestita durante i giorni del fest presso la sua sede principale in via mezzocannone. Gli elementi saranno raccolti e rielaborati durante lo svolgimento del festival, per dare forma processuale a una composizione audiovisiva, CLELIA BALLA, presentata in occasione della chiusura di Altofest.
Come si racconta l’esperienza di uno spazio?
Giusto il tempo di un tè and Clelia Borino
Giusto il tempo di un té (ITA)
Giusto il tempo di un tè si configura come laboratorio artistico diffuso tra vari luoghi di Napoli, dedicato alla sperimentazione di una pratica conoscitiva processuale e relazionale volta alla condivisione di idee e saperi. Il laboratorio è costituito da un intreccio di spazi, tempi e individui e si struttura come un ciclo di incontri, in luoghi diversi e su argomenti specifici, ai quali prendono parte artisti, storici dell’arte, architetti, designer, giornalisti, coreografi. L’ipotesi consiste nell’immaginare modalità del racconto fluide e alternative agli schemi narrativi e ai meccanismi relazionali.
Tutto ciò che produce – video, testi, immagini, idee, relazioni – viene comunicato seguendo la logica della dispersione, attraverso piattaforme specifiche: Vimeo, Pinterest, Whatsapp, Instagram, Medium, Twitter, Youtube, Facebook, Soundcloud.
facebook.com/giustoiltempodiunte/?fref=ts
Little Star_Inside
Francesca Antonino (ITA)

Un paio di labbra.
Un luccichio, insegna al neon de-caduta.
L’immagine magnificata di un divo (o una diva?).
L’apparire di segrete zone di svago, l’abbandono alla vertigine
del flusso.
All’ebbrezza del volo.
Essere sulla cresta dell’onda.
Per poi precipitare. Di colpo.
Il decadimento. La decadenza.
Abbandonarsi all’intimità,
disfacendosi progressivamente del sé.
Little Star si precisa intorno ad un immaginario pop, riferendosi ad idoli musicali e cinematografici a cavallo tra gli anni ’50 e ’60: l’epoca del primo rock and roll e delle grandi stelle del cinema hollywoodiano. In un altalenare emotivo tra brio e declino, il corpo si ritrova posandosi nello spazio. Trova un luogo dove riconoscersi e dichiararsi, per perdersi nuovamente.
Chi è la Star, nella tua vita?
supported by H(abita)T – Rete di Spazi per la Danza; Comune di Budrio; Fienile Fluo; Maison Ventidue
si ringrazia Agostino Bontà e Spazio Danza Bologna
di e con Francesca Antonino
nutrimento sonoro: Francesca Antonino, Valerio Sirna, Silvio Marino
Francesca Antonino (ITA)
Danzatrice e performer, rifinisce la formazione vivendo a Parigi e ad Amsterdam. Viene selezionata per Scritture per la danza contemporanea, formazione con Raffaella Giordano. A giugno 2015 viene selezionata per la Biennale College Danza di Venezia dal coreografo Salva Sanchis per Islands Revisited. Fa parte del progetto C.U.T.E. di Laura Pante, scelto per Choreographic Collision 7. È fondatrice e membro di Agostino Bontà, collettivo associato Sosta Palmizi. Fa parte del progetto Ballo 1890_Natura Morta di Virgilio Sieni.
Abito
Federica Terracina

Esplorare lo spazio urbano creando un abito su misura. Ridefinire le forme, interagire con l’ambiente e le sue strutture: chi lo vive, l’architettura e la sua organizzazione. Abito è un installazione tessile partecipativa, richiama gli abitanti del quartiere e gli spettatori alla costruzione di questo intervento, a tessere per ridefinire gli spazi. Il tessuto urbano è un dialogo tra codici e strutture sociali, un’organizzazione variabile e multiforme della comunità. Il tessuto è una trama di fili, la caratteristica della materia varia secondo la loro struttura e percentuale. “I tessuti sono fibre vive, se naturali, sono piante.. come la carta. Se pensiamo alla carne e a recidere, mettere, uscire, giocare, cosa ci viene in mente? Io penso alla nascita oltre all’amore della carne. Acchiappare, tenere fermo, resistere, spilli mi fa venire in mente la passione, l’impazienza e poi la ritrovata calma, perché l’occhio del sarto, come quello della ricamatrice è sempre un punto avanti nel vuoto dell’istante. Cucire in spazi pubblici è portare casa, costruire un luogo”.
Come si organizza un quartiere?
Federica Terracina
Dopo gli studi di decorazione all’Accademia di Belle Arti di Roma, Federica Terracina si interessa all’installazione tessile. Segue una formazione in costume storico a Parigi. Nel 2015, crea il marchio indipendente «Incredible Fox & Co». In controtendenza alla produzione di merci scadenti: basate su logiche di sfruttamento, propone una riflessione sull’ecologia. L’ interazione con lo spazio è la chiave della sua ricerca, sia in pittura che nelle installazioni tessili. La prima persona che le ha aperto questa strada è stato il maestro Michele Cossyro poi sono arrivati altri suggerimenti negli anni.
incrediblefox.com/
atelierterracina.wordpress.com/
m²
Dynamis (ITA)

Il resoconto annuale dell’Alto commissario delle Nazioni Unite per i Rifugiati (Acnur), del giugno 2015, attesta che nell’ultimo anno circa 60 milioni di persone sono state costrette a migrazione forzata per sfuggire a scenari di guerra. La performance partecipativa m2 si interroga pragmaticamente sull’unità di misura da cui prende nome, il metro quadro, svelando alla fine le possibili sfumature, al limite tra umano e disumano, che quotidianamente assume. Il pubblico è l’essenza stessa dell’istallazione, la matrice dell’azione che si orchestra, attraverso semplici istruzioni veicolate da una hostess e da uno stuart, in un gioco collaborativo tra sconosciuti. Partendo da stime dedotte da casi reali presi ad esempio, la performance si sviluppa attorno ad una proporzione in scala, tra superficie circoscritta e persone coinvolte, di 1:20 – 1:5 – 1:10. Nei quadrati relativi, seguendo le regole del gioco, potranno trovare proporzionalmente spazio 5, 16, e 9 persone.
È il contesto che ci permette di definire se cento persone sono troppe o pochissime: cento persone per fare cosa?
produzione DYNAMIS / Teatro Vascello – TSI La Fabbrica dell’Attore in collaborazione con ASINITAS ONLUS
Ideazione e realizzazione DYNAMIS
progetto visivo e comunicazione CO-CO
ufficio stampa Marta Scandorza per F/M PRESS
Dynamis (ITA)
Dynamis è un gruppo di ricerca artistica, una comunità di studio dedicata alle arti performative con base a Roma, al Teatro Vascello, dove trova uno spazio prezioso per la sua ricerca quotidiana. Se il pretesto è quello teatrale, il livello della ricerca si sposta continuamente su piani diversi, arricchendosi di collaborazioni apparentemente e canonicamente distanti dall’ambito: pedagoghi, illustratori, insegnanti illuminati, hackers, ufologi, agitatori, dj, studenti, pirate film makers, ONLUS che si occupano di rifugiati politici, riviste e amici. Tra le collaborazioni: Museo MAXXI, MACRO, Fondazione Romaeuropa. Vincitori del premio Movin’up, i loro interventi sono stati ospitati al Festuge Festival per i 50 anni dell’Odin Teatret.
dynamisteatro.it/