2019
ARTISTI
SOLITARIO
Giulio De Leo / Compagnia Menhir Danza (IT)

Da bambino andavo spesso in campagna. Ci inoltravamo a lungo nel fitto del bosco per raccogliere legna. Era faticoso, ma farlo ci sembrava avventuroso, ci faceva sentire adulti. Quando raggiungevamo una radura, ci liberavamo finalmente di tutto per correre e giocare, assolutamente indisturbati. Solo il richiamo della fame ci riportava a casa. Completamente ricoperti di spine e semi di ogni specie. Per un’empatia istantanea con il suo discorso, ogni qual volta Gilles Clemént nei suoi scritti usa il termine “giardino” ho sentito, leggendo, l’impulso di sostituirlo con il termine “danza”. Con mia grande sorpresa i suoi saggi svelavano una visione coerente e radicale sul corpo in movimento. Sulla danza. Clement in realtà ci parla del giardino come topos della civiltà umana. Il giardino è il luogo primario in cui l’uomo esercita se stesso al rapporto creativo con il mondo. Il corpo in tal senso si rivela uno straordinario giardino interiore.
di e con Giulio De Leo musiche di Georg Friederich Händel cura della produzione Marina Peschetola produzione Compagnia Menhir Danza con il sostegno di Compagnia Teatroscalo/Teatro Il Saltimbanco di Santeramo in Colle/Teatri Abitati-Residenze Teatrali in Puglia con la collaborazione del Comune di Ruvo di Puglia-Assessorato alle Politiche Culturali
Giulio De Leo / Compagnia Menhir Danza (IT)
Danzatore, coreografo e curatore di rassegne, festival e iniziative nell’ambito della Danza Contemporanea e dei Linguaggi del Corpo. Come danzatore, collabora con numerosi artisti, compagnie, teatri e Festival: Giorgio Rossi/Sosta Palmizi, Raffaella Giordano/Sosta Palmizi, Compagnia Virgilio Sieni Danza, Virginia Heinen/Compagnia Blicke di Strasburgo, Biennale di Venezia Danza, Fondazione Lirico Sinfonica Petruzzelli di Bari, Teatro Kismet OperA di Bari. Come coreografo e assistente alla coreografia, nel 2008 fonda la Compagnia Menhir per cui firma la coreografia di Danze di neve, Dear Dad, Radicchio, Cigni a sud (2012), Solitario (2013), Gesto sospeso (2015 Bio-sculture e Ulivi), Trilogia (2016 – Romeo e Giulietta, Macbeth, La Tempesta) e Ritual Quintet_01 (2017). Dal 2010 torna a collaborare con la Compagnia Sieni Danza in veste di assistente di Virgilio Sieni nell’ambito di Dialoghi sul corpo, Grande Adagio Popolare_Agorà Bari, L’art du geste dans la Méditerranée – Trois Agoras Marseille e La Biennale di Venezia Danza 2013, assistente alla coreografia per il progetto speciale della Biennale College Danza 2014 Vangelo Secondo Matteo dello stesso Sieni. Come curatore e coordinatore, dal 2008 al 2010 è responsabile artistico del progetto Teatro e Handicap del Teatro Kismet OperA. Dal 2011 ad oggi dirige i progetti speciali Le Danzatrici, Il Vangelo di Pasolini_Volti, Luoghi e suoni della Murgia a cinquant’anni dal film e Gesto Sospeso. Assistente alla direzione artistica della Biennale di Venezia Danza di Virgilio Sieni e coordinatore di Biennale College Danza de La Biennale di Venezia dal 2014 al 2016. Dal 2015 coordina le attività danza di sistemaGaribaldi presso il Teatro Garibaldi di Bisceglie (Libero Corpo e Prospettiva Nievskji Contemporary Dance Short Festival) con il supporto di Città di Bisceglie e Teatro Pubblico Pugliese. Attualmente dirige anche il Progetto Danza di Talos Festival di Ruvo di Puglia.
compagniamenhir.it/
MI-RU
Park Keito (ES)

Questo progetto nasce da una riflessione critica sul concetto di omeostasi: il fenomeno secondo cui il corpo umano tende a mantenere stabile il valore di alcuni parametri interni in risposta ai cambiamenti provocati da fattori esterni. Il sistema è dotato quindi di un meccanismo di regolazione interna grazie al quale può modificare determinate funzioni corporee ed adattarsi al suo ambiente mantenendone l’equilibrio. La parola Mi-Ru ha radici semantiche sia in lingua giapponese che in lingua catalana. In giapponese Mi-Ru significa “Vedere”, “osservare”, “testimoniare”. In catalano può voler dire guardare.
Kotomi Nishiwaki (Coreografie / Performer) Miquel Csaponsa (Musiche / Suoni) Kahori Furukawa (Costumi) Shannon Cooney (Assistente alla coreografia) Prodotto da Sala Hiroshima Barcelona L’estruch sabadell
Park Keito (ES)
Miquel Casaponsa Graells (Barcelona) Studia urban intervention, architettura d’interni e musica a Helsinki e Barcellona. La sua pratica compositiva si basa su improvvisazioni alla chitarra integrate a pratiche di field recording Nell’ambito delle sue collaborazioni con Brendan Dougherty, Monia Montali, Ana Konjetsky, Giovanni Di Domenico, Charo Calvo, ha concepito partiture sonore per numerose performance e installazioni.
parkkeito.wordpress.com
miquelcasaponsa.wordpress.com
HAPPY BIRTHDAY DEAR NAPOLEON
Colectivo Querido Venado (MX)

“È incredibile. Da quanto tempo siamo qui? Ho perso la cognizione del tempo, ma immagina come siamo cambiati durante questa orribile eternità. Pensa alle centinaia di combinazioni che abbiamo creato su questa scacchiera …. eppure, in questo momento siamo tutti esattamente nella medesima posizione in cui ci trovavamo quella notte. O forse si tratta di un’altra allucinazione? Dimmi Napoleone, dimmi tutto di te.” Da L’angelo sterminatore di Luis Buñuel Happy Birthday, Dear Napoleon nasce da un’indagine scenica sul processo di manipolazione e distorsione di un ricordo, attraverso la sua ripetizione costante. La performance presenta lo svolgimento diacronico di una festa di compleanno per Napoleone, nella quale gli invitati viaggiano fra le memorie confuse di diversi episodi avvenuti durante la celebrazione
regia e coreografia: Guillermo Aguilar, Isis Piña, Sergio Valentín
performers: Guillermo Aguilar, Isis Piña, Carla Segovia, Sergio Valentín composizione/musica dal vivo: Aristóteles Benítez
design luci: Jésica Elizondo
scenografia: Colectivo Querido Venado
foto: David Flores Rubio, Arturo Soto Produzione: Colectivo Querido Venado Coproduzione: DISECO, Chanchito Amarillo AE, The Directors
Riconoscimenti: Choreographic Emergency Award for Lepanto 2013 – Best music at the National Contemporary Dance Award for ROOM 2018
Colectivo Querido Venado (MX)
Querido Venado è un collettivo attivo nell’ambito delle arti performative e della danza contemporanea. Fondato nel 2013 da Guillermo Aguilar, Isis Piña e Sergio Valentín, il collettivo esprime sulla giovane scena messicana contemporanea una posizione irriverente e provocatoria. ll loro discorso artistico ed estetico si caratterizza per uno studio sulla reazione cinematica considerata come elemento detonante nello sviluppo dell’opera scenica. Immagini, film ed suggestioni visive vengono integrate nella dinamica creativa. La dimensione visiva delle loro opere si formalizza attraverso la ripetizione ossessiva di azioni portate al punto di usura. L’ispirazione è tratta da movimenti minimalisti, musica elettronica e pop o motivi tratti dal mainstream, che vengono dislocati e tradotti in esperienza scenica. Il loro scopo consiste nell’offrire allo spettatore un’esperienza significativa, inaugurando per lui uno spazio di contemplazione. Punto di riferimento costante nel loro lavoro è rappresentato da quegli autori nei quali riscontrano un un’attenta cura nella narrazione, che si dispiega in immagini sorprendenti. Esplorano un linguaggio minimalista, come elemento di base di un discorso che, combinando diversi segni visivi, consenta di amplificare le possibilità del reale.
colectivoquerido.com
FO(U)R NOTHING
Progetto Brockenhaus (CH)

Questa ossessione di sé, è uno spreco di vita. Potrebbe essere speso per sopravvivere, aprezzare la natura,coltivare la gentilezza e l’amicizia e …danzare! – Solo gli amanti sopravvivono – J. Jarmush FOuR NOTHING è una performance sulla crisi dei valori, sulla perdita di significato del vivere, sul venir meno del senso delle cose di fronte al nichilismo della società occidentale, ma è anche uno spettacolo che vuole riscoprire l’importanza del quotidiano, la semplicità del gesto danzato, l’armonia della composizione. Il progetto prende ispirazione dal testo “NIENTE” dell’autrice danese Janne Teller, una favola moderna nella quale la serenità di un gruppo di adolescenti viene sconvolta dalla decisione di un loro compagno di classe di abbandonare la scuola e ritirarsi su un albero con la convinzione che nulla valga la pena. Da quella posizione privilegiata, dove può guardare tutto dall’alto, il ragazzo istiga i suoi compagni ad abbandonare l’idea di diventare qualcuno e di fare qualcosa nella vita, persino provare emozioni.
ideazione e creazione: Progetto Brockenhaus
performer: Elisabetta Di Terlizzi, Francesco Manenti, Emanuel Rosemberg organizzazione: Vittoria Eugenia Lombardi
Progetto Brockenhaus (CH)
Progetto Brockenhaus è una compagnia di teatro fisico, nata nel 2008 in Svizzera. Il collettivo è formato dagli artisti Elisabetta di Terlizzi, Piera Gianotti, Francesco Manenti ed Emanuel Rosenberg, provenienti dal mondo del teatro e della danza, che si incontrano grazie ad un’affinità poetica. Il nome della Compagnia nasce dall’unione della parola « Progetto », intesa come un gettarsi in avanti dando spazio alla creatività, alla parola svizzero-tedesca “Brockenhaus”, che si può tradurre con “la casa dei cocci”, ovvero un second hand shop. Il collettivo si riconosce in questo nome in quanto in tutti i processi di creazione è fondamentale l’atto di dare una nuova possibilità di essere a cose, parole, immagini, musiche, luoghi e persone con uno sguardo e una proiezione verso un orizzonte ancora da scoprire.
progettobrockenhaus.com
DARK MATTER
O-Team

Una materia oscura è in agguato nell’immensità cosmo. Solo grazie a lei lo spazio siderale può mantenere la sua coesione. Nessuno l’ha mai vista, e la sua esistenza non è stata provata dalla scienza. Eppure essa è là, fuori, da qualche parte. Una materia oscura minaccia nel profondo ognuno di noi. Non sappiamo esattamente perché, ma ciascuno di noi è colpevole. Dal momento della nascita ci ritroviamo invischiati in una realtà di oppressione e distruzione. Accecati, sogniamo la nostra fine. Con questo progetto, il gruppo tedesco O-Team cerca un modo per affrontare i sensi di colpa suscitati dalla condizione del pianeta. Osservano gli abitanti dell’Antropocene, attraverso gli occhi di Edipo. Mentre provano a mettere in scena uno spettacolo sulla “materia oscura”, la loro attrezzatura tecnica inizia a sviluppare una coscienza autonoma, a formarsi una propria opinione su chi sia il colpevole della situazione. Come affrontare questo casino? Fino a che punto lo spettacolo dovrà andare avanti? Tentativi di espiazione e narrazioni conflittuali entrano in collisione in un evento teatrale eclettico che tocca molteplici tematiche come crisi, responsabilità, rapporto spazio-tempo, retorica dell’ecologia, materia oscura e narcisismo. Benvenuti nel lato oscuro!
un progetto di e con O-Team feat. Rivkah Tenuiflora concept e testo: O-Team regia, luci, stage design: Samuel Hof costumi: Nina Malotta musica: Rivkah Tenuiflora drammaturgia: Antonia Beermann design sonoro e video: Pedro Pinto con: Il direttore di scena: Antonia Beermann L’artista: Nina Malotta Lo sciamano: Rebecca Hennel L’eroe: tba Dark Matter è una produzione di O-Team in collaborazione con Theater Rampe. Il progetto è sostenuto dalla città di Stoccarda, Assessorato alle Arti e alla Cultura, e da Landesverband freier Tanz- und Theaterschaffender Baden-Württemberg e.V. aus Mitteln des Ministeriums für Wissenschaft, Forschung und Kunst des Landes Baden-Württemberg.
O-Team
Il gruppo teatrale indipendente O-Team è stato fondato nel 2005 e ha sede a Stoccarda, in Germania. Attualmente è composto da Nina Malotta, Samuel Hof, Antonia Beermann, Folkert Dücker e Pedro Pinto. Il gruppo collabora anche con altri artisti, musicisti e esperti coinvolti nei singoli progetti. I membri di O-Team concepiscono il loro lavoro come ricerca teatrale. Il loro obiettivo principale consiste nello sviluppare stati scenici d’eccezione che mettano alla prova il pubblico, provocandolo a riconsiderare le proprie posizioni. Sulla base dei temi trattati, la forma dei loro progetti si evolve spaziando fra performance, teatro di narrazione, teatro di figura, azione urbana, formati immersivi. Nei loro lavori è possibile che un robot sessuale si ritrovi ad incontrare un attore, oppure che l’intera equipe artistica si accampi per settimane nello spazio dove avrà luogo lo spettacolo o che una discarica venga trasformata nello scenario di uno spettacolo all’aperto. I loro lavori più recenti si concentrano sull’impatto dello sviluppo tecnologico sulla vita, la società e le pratiche artistiche. Ad oggi, hanno realizzato oltre 25 progetti teatrali, presentati in numerosi festival in Germania, Portogallo, Simbabwe e altri paesi. Nel 2013, lo spettacolo “Ich bedanke mich für alles” è stato premiato al festival “Radikal Jung” al Volkstheater di Monaco. Nel 2015 O-Team ha vinto il Premio per la Danza e il Teatro della Città di Stoccarda e del Land del Baden-Württemberg per “Lichtung” e, nel, 2019 per “: -Oz”.
team-odradek.de
REALFAKE
Menchetti | Cirera | Serrano (IT Murcia ES)

RealFake è un progetto interdisciplinare la quale drammaturgia utilizza i linguaggi performativi e audio\video per parlare della realtà versus la finzione(artificio) e manipolazione mediatica-informativa. Questo progetto nasce nel 2016 e prende spunto dall’idea di Andrea Kunkl con la collaborazione di Raffaella Menchetti, di realizzare delle “Fake interwiew” in strada, a Milano e Roma. Andrea e Raffaella hanno intervistato passanti di diversa età e classe sociale prendendo delle tematiche di cronaca attuali e manipolandole per vedere la reazione e l’opinione delle persone casualmente incontrate per strada. Il risultato fu sorprendente, il fatto di intervistare con un microfono ed una telecamera dava completa legittimità all’informazione falsa (fino ad arrivare ai limiti dell’assurdo). Dopo questo studio Raffaella Menchetti e Clara Cirera hanno deciso di continuare questa ricerca e riflessione sull’ “artificio della realtà”. Attraverso residenze di indagine performativa e partecipativa si creerà un dispositivo installativo-performativo, con l’obiettivo di mostrare in diretta l’artificio manipolatore dei mezzi di comunicazione in relazione all-immigrazione.
Prodotto da LEAL LAV, Michelangelo Butac Coltelli, Festival In\Visible Cities – Contaminazioni Digitali , MediaEstruch. FESTIVAL CONTAMINAZIONI DIGITALI e teatro stabile di sperimentazione Friuli Venezia Giulia CSS (UD) – Ottobre 2017 Italia teatro LEAL.LAV LaLaguna- Novembre 2017 Tenerife FESTIVAL CONTAMINAZIONI DIGITALI e Invisiblecities – Giugno 2018 Cormons MediaEstruch di Sabadell -Novembre 2018
Menchetti | Cirera | Serrano (IT Murcia ES)
Raffaella Menchetti. Laureata all’Accademia di Brera, Nuove tecnologie per l’arte. Si diploma nella scuola di teatro Arsenale. Ha svolto un’ intensa attività espositiva e performativa sia in Italia che all’ estero. Collabora come videomaker per l’archivio V. Agnetti, e come performer e regista con vari artisti internazionali. Sta frequentando il master di arti performative e visive a Madrid, in collaborazione con il Museo R. Sofia e Teatros del Canal. Clara Cirera. Attrice e regista spagnola della scena teatrale francese. La sua formazione artistica comincia in Barcellona, nella scuola Nancy Tuñón e Col.legi del Teatro e prosegue in Francia, nel Cours Florent. Come attrice e regista di teatro lavora regolarmente con la compagnia parigina Les Cri’Arts Sara Serrano. Laureata in regia teatrale e storia dell’arte. Master in pratica teatrale con R. Bruford Università di Manchester. Realizza incursioni nel campo dell’installazione e del montaggio multimediale. Tra gli ultimi progetti la co-regia di Spanish Matchbox. Presenta i suoi lavori performativi in festival e spazi come Fringe-NY (Soledad.es),il Festival Internacional di Brisbane-Australia (Do-Do Land) o Black Box in Oslo-Norvegia.
APRÈS LA CHRONIQUE
La |SIC| (ES BE)

Après la Chronique indaga l’isolamento sociale che caratterizza la nostra società iperconnessa. Après la Chronique trasporta il pubblico in uno spazio generatosi da sé, un non luogo in cui le relazioni umane sono neutralizzate o sussistono solo attraverso il canale mediatico. La situazione iniziale è mondana: i due performer, rappresentati come figure gemelle, siedono a tavola e mangiano. Lo scenario evolve gradualmente, convertendosi in una farsa assurda e surreale, che espone entrambi al rischio di sprofondare in se stessi. Attraverso una messa in scena precisa e meticolosa prende corpo una sinistra atmosfera di isolamento che, per la sua qualità quella rarefatta e concentrata può ricordare allo spettatore alcune scene della serie Black Mirror o le sequenze angosciose e oniriche di alcuni film di David Lynch .
Ph: Nicolas Hermansen Creazione: Nicolas Hermansen (con i perfromers) Performers: Manu Montes, Jordi Font, *Local performer Suono dal vivo: Nicolas Hermansen Producer: Marie Abel Tecnico: Mario Andres Gomez Spider robot design e initial coding: Xu Yinghao Design luci e Stage, lights and props design: Nicolas Hermansen Produzione: Ass. Cult. Mirando Terpsichore production Con il supporto di Fabra i Coats, Fàbrica de Creació e La Blanca performance art lab
La |SIC| (ES BE)
La [SIC] è una compagnia d’arte performativa con base a Barcellona. Nella creazione delle loro opere sceniche adottano un approccio analogo a quello del movimento Slow Food: salvaguardano il tempo necessario ad elaborare le loro creazioni. Intendono così creare uno spazio all’interno del quale la produzione dell’opera costituisca il risultato e non il punto di partenza di un processo riflessivo. Nicolas Hermansen è un artista belga multidisciplinare che lavora nell’ambito della performance, del suono e dell’arte visiva. È il fondatore de a [SIC], live performance arts company. Le sue opere, come solista o con La [SIC] sono spesso descritte come lavori sulla soglia, sul limite di una situazione di rottura. Negli ultimi tre anni molto attivo sulla scena internazionale, ha presentato i suoi lavori in numerosi paesi europei e negli Stati Uniti, partecipando fra gli altri a In-Sonora Festival – Madrid (ES), Acud Theatre, Berlino (DE), Cyprus Buffer Fringe Festival and Mute Festival, Gent (BE). In collaborazione con Mischa Kuball realizza ‘‘Res·o·nant’ per il Museo Ebraico di Berlino (DE).
la-sic.org/
TALLER DE PUBLICO PARA PÚBLICO
Raquel Ponce Hernandez (ES)

Il pubblico sceglie l’artista, decide cosa vuole vedere e stabilisce il tempo adeguato per confrontarsi con creazione. Ma chi sceglie il pubblico? Può l’artista “scegliere” il proprio pubblico? E in caso affermativo, se anche l’artista può eleggere il suo pubblico allora di quale pubblico avrà bisogno l’artista per ciascuno dei suoi lavori? Possiamo “tutti” essere il pubblico di qualsiasi tipo di lavoro artistico? Come imparare ad essere un pubblico alternativo, indipendente, sperimentale, autonomo, portatore di cambiamento? Possiamo distinguere fra pubblico “di professione” e pubblico “amatoriale”? In che misura gli spazi e l’architettura della cultura possono incentivare una determinata attitudine piuttosto che quella opposta? Come modificare il comportamento del pubblico? Una proposta pratico – teorica per riflettere sul ruolo e l’importanza del pubblico come agente di trasformazione dell’evento artistico. Un’opera scenica, che prende forma nel qui ed ora dell’incontro con il pubblico. Non c’è una forma predefinita. Lo svolgimento della performance dipende dagli spettatori-partecipanti che scelgono una direzione oppure un´altra. Una pièce scenica che si serve della metodologia e degli strumenti caratteristici del workshop o di una talk. Un workshop pubblico per il pubblico, che mette in pratica, approfondisce, trasforma diverse posture, comportamenti e maniere di agire, che assumiamo come spettatori.
Creazione e regia: Raquel Ponce Hernandez Produzione: Canaria Crea
Raquel Ponce Hernandez (ES)
Raquel Ponce Hernandez laureatasi in storia dell’arte, si forma come danzatrice, attrice e regista nelle Isole Canarie e a Madrid. Artista residente al Production Studios de La Regenta Art Center. Membro attivo e cofondatrice del collettivo artistico indipendente”El Hueco”. Co-fondatrice della compagnia di sperimentazione scenica “Perro Verde”. Interprete di numerose performance e opere di danza presentate in diverse città europee (Amsterdam, Lisbon, Paris, Brussels, Berlin, Stockholm , Geneva …) Ha collaborato con Gary Stevens (And), Xavier Le Roy (Extensions, Proyect), e Tino Seghal. Ha realizzato opere di carattere espositivo, fra cui “BACK” presentata al CAAM e alla Biennale Moving Image (BIM) a Buenos Aires (Argentina), “Corpografías” presentata nello spazio “Area 60” del TEA e “Drawing” presentata alla Biennale d´Arte di Dakar (Senegal). Con le sue performance ha preso parte a diversi festival di rilievo, fra cui Festival of sound research and related arts “Display” all´Istituto Cervantes (Berlino), “Body to Body” performance festival al La Regenta Art Center, “Cinemadamare” Festival (Italia) e BONE performance festival (Svizzera).
raquelponce.es/
PIACCAINOCCHIO
Roberto Corradino (IT)

Il Pinocchio ormai fatto uomo, adulto, che ha trovato un impiego, lavora, magari a un part time da amministrativo in un ufficio regionale. Ma negli anni dall’altra parte dello specchio é cresciuto il lato nero di Pinocchio e tutto si ribalta : la lama degli assassini che nel capitolo quindici salta e si spezza scopre la sua vera natura di chiodo e il legno della carne di pinocchio oplà, la sua croce perché la croce ce l’hai dentro pinocchio no addosso. L’aveva detto Mastro Ciliegia, che quello era un tronco buono solo per fare una gamba di tavolino, legno da niente. Niente fate, niente volpi niente gatti ma soprattutto niente grilli per la testa. E allora la Storia è strappata, ricomincia da sempre nella pancia del pescecane. Giocando si impara. Piaccainocchio é la confessione finale, la preghiera blasfema in forma di burla a tu per tu con il Padre.
Produzione: roberto corradino & reggimento carri | teatro
Roberto Corradino (IT)
Roberto Corradino & reggimento carri | teatro esplora la tradizione del teatro d’attore in una dimensione performativa e vicina all’happening, attraverso riscritture di classici del teatro e della letteratura, tentando una rifondazione del gesto attorale e drammaturgico fuori dalla rappresentazione ma diretta al senso dell’evento scenico, in una vicinanza pericolosa e artaudiana allo spettatore, una sorta di domanda in tempo reale di partecipazione e stimolazione del pubblico fuori dalle categorie formali di rappresentazione e narrazione. Segnalato come miglior attore under 30 ai premi Ubu 2008, nell’ottobre 2000 crea reggimento carri | teatro, la sua compagnia e sigla produttiva. Finalista al Premio Scenario 2003 ha prodotto con reggimento carri | teatro riscritture e scritture originali e cantieri laboratoriali (come il Censimento dell’Attore del Polo Sud) che gli sono valse segnalazioni e coproduzioni con festival e strutture del territorio nazionale quali festival Gender Bender festival, Es.terni, Fit Lugano Festival, teatro Kismet OperA, Festival Castel dei Mondi, Teatri di vetro Festival.
PROPORTIONS
Aharona Israel (IL)

Coreografia per corpo femminile, stoffa e sguardo.
In ‘Proportions’ l’artista si muove coperta da una grande stoffa, attraverso la quale solo alcune parti del suo corpo si offrono allo sguardo dello spettatore. Proprio quelle parti che le donne nelle diverse culture sono costrette a nascondere, divengono visibili. Attraverso l’utilizzo del suo corpo nell’evento performativo l’artista indaga così i meccanismi culturali che determinano la relazione al corpo femminile e le forme della sua rappresentazione.
Attraverso lo stratificarsi di un’azione continua di cancellazione, rottura, copertura ed esposizione del corpo si dispiega una coreografia di immagini sorprendenti e suggestive.
Il corpo femminile, alienato dal proprio contesto culturale abituale, si presenta in frammenti, una distesa di vedute incorniciate. La performance è accompagnata da una partitura sonora, un testo composto di annunci pubblicitari di prodotti cosmetici, ripetuti ossessivamente. Questo elemento aggiunge una componente ironica al lavoro introducendo una riflessione sul mondo dei consumi e il suo crescente desiderio di appropriarsi dell’immagine del corpo femminile.
Coreografia, Performance, testo ed editing sonoro di Aharona Israel
Costume: Melanie Lombard
La performance ha debuttato nell’ambito di ‘Intimadance festival’ con il supporto di ‘Tmuna’ theater.
Con il supporto delle residenze creative ‘Re-Serach’ Natranya e ‘Stage Center’ Tel Aviv.
Aharona Israel (IL)
Aharona Israel coreografa, artista performativa e regista teatrale, vive in Israele. Il suo lavoro spazia fra teatro, danza, performance, live art. Ha svolto un percorso di studi diversificato nell’ambito della danza, dell’architettura e del design. Al momento sta sta completando il suo master in studi teatrali al TAU. Aharona ha svolto numerose residenze artistiche in Israele e all’estero e dal 2003 ha presentato i suoi lavori in Israele, in Europa e in tutto il mondo. È stata invitata a esibirsi in Germania (“Tufa festival” Trier, Societät Theater Dresden, project Stubnitz), in Polonia (festival THEATROMANIA ‘, Bytom), Canada (Festival “Chutzpah!” Vancouver, festival “Summerworks” Toronto, centro MAI Montreal, festival ‘Progress’ Toronto, ‘Arts Court’ Ottawa e Peterborough), Paesi Bassi (Festival ‘Color dance’, Biennale di Architettura, Rotterdam ’05, Ostade Theatre, Perdu Centro delle Arti di Amsterdam, Muiderport Theater Amsterdam), Russia ( Ludi festival Orel) e Israele. La performance “Proportions” è stata presentata in anteprima al Festival “Intimadance” di Tel Aviv nel giugno 2018 e “Family” per “Bat-yam festival” 2018. La sua nuova creazione “Textile and Flesh” è stata presentata per la prima volta nella primavera del 2019.
aharona.dance/
Mouvement d’Ensemble (SACRE)
Inkörper Company (CH)

Con Mouvement d’ensemble (Sacre) Aurélien Dougé, Perrine Cado e Rudy Decelière si interessano agli sconvolgimenti scientifici, sociologici e ambientali che definiscono la contemporaneità con il nome di Antropocene. In questa era geologica le attività umane divengono la fonte principale delle trasformazioni che coinvolgono l’intero sistema terrestre, facendo vacillare le precedenti rappresentazioni del mondo rispetto alla possibilità di concepire i confini tra natura e cultura, vivente e non vivente.
In Mouvement d’ensemble (Sacre) gli artisti esplorano possibili interconnessioni fra gli esseri umani e il loro ambiente. La loro ricerca si basa sull’osservazione di svariati fenomeni naturali e considera diversi punti di vista a partire dai quale è possibile concepire la loro relazione essenziale. In questo contesto una collaborazione con il Museo Etnografico di Ginevra è stata parte del processo che ha condotto alla scrittura visiva e sonora della performance.
Mouvement d’ensemble (Sacre) è un’istallazione in divenire che evolve costantemente attraverso l’azione del performer e la partecipazione attiva del pubblico. In Sacre, Aurelien Dougé, è impegnato nell’impresa fisica di costruzione e decostruzione del dispositivo scenico, attraverso la continua manipolazione e riorganizzazione degli elementi presenti nello spazio. Come il performer, anche il visitatore si riconosce come parte di uno scenario in movimento. La sua presenza, i suoi movimenti, le sue azioni o la loro assenza influenzano l’opera e la sua trasformazione.
Ideazione: Aurélien Dougé, Perrine Cado
Performance: Aurélien Dougé
Set: Perrine Cado, Aurélien Dougé
Luci: Perrine Cado
Suono: Rudy Decelière
Debutto: Febbraio 2018 – Festival Antigel de Genève
Produzione: Inkörper Company
Coproduzione: Centre chorégraphique de Roubaix Nord-Pas de Calais – Ballet du nord / Olivier Dubois, Centre des Arts de Genève, Halle Nord – Espace d’Art Contemporain de Genève
Con il supporto di: Ville de Genève, Fondation Nestlé pour l’Art Contemporain, Fonds mécénat SIG, Fondation Ernst Göhner, Musée d’ethnographie de Genève, Festival Antigel, Fonds d’encouragement à l’emploi des intermittents genevois (FEEIG)
Residenze: Centre chorégraphique de Roubaix Nord-Pas de Calais / Ballet du nord – Olivier Dubois, Centre des Arts École Internationale de Genève, Point Éphémère – Paris , TEEM – Quimper, Halle Nord – Espace d’Art Contemporain de Genève
Contributo per la mobilità: République et Canton de Genève.
Inkörper Company (CH)
Aurélien Dougé ha lavorato come ballerino per Dantzaz company, il Leipzig Opera Ballet, Norrdans company e The Ballet du Grand Théâtre de Genève. Dal 2014 collabora con diversi coreografi, fra cui Romeo Castellucci Cindy Van Acker o Jérôme Bel, e sviluppa le sue opere originali. Nel 2014 ha fondato Inkörper Company, una struttura produttiva che cerca di adattarsi alle diverse proposte, alle diverse forme collaudate e a quelle che verranno. La sua pratica consiste nello scambio con ricercatori e artisti di diverse discipline, nell’incontro con pubblici e territori differenti per creare oggetti che esplorano diverse costellazioni relazionali.
Perrine Cado è scenografa e lighting designer. Si è diplomata all’Ecole Nationale Supérieure d’Arts et Techniques du Théâtre (ENSATT) di Lione. Dal 2014 Perrine collabora regolarmente con Alexis Forestier – Compagnie les endimanchés, Franck Vigroux – Compagnie d’autres cordes e Aurélien Dougé – Inkörper Company.
inkorpercompany.com/
OiL – Ora il Lavoro!
Ateliersi

“OiL!” è uno spettacolo dedicato alla relazione tra identità e dimensione lavorativa nelle strutture sociali contemporanee. Gioca con i piani di realtà espandendo la relazione tra attori e spettatori, e accoglie la possibilità che il pubblico – sollecitato al confronto su una scelta morale – prenda la parola per ricomporre la separazione tra palco e platea. “OiL!” scava nell’identità lavorativa delle figure in scena così come in quella degli spettatori, proponendo un confronto che rimanda
alle assemblee politiche, agli scambi di idee con il pubblico immaginati da Erwin Piscator, alla visione del Living Theatre su Pirandello e alle prime opere di arte relazionale di Maria Lai.
“OiL!” rielabora l’intuizione alla base di Pensaci, Giacomino! ponendola in relazione con i materiali raccolti da Ateliersi durante un percorso di interviste, assemblee e incontri pubblici sul tema del lavoro, e innesta nella vicenda pirandelliana l’esperienza diretta di un incontro reale che ha cambiato per sempre lo sguardo degli autori. Rappresenta la seconda tappa del percorso di approfondimento e riscrittura dell’opera di Luigi Pirandello, iniziato da Ateliersi nel 2017 con In Your Face.
Di e con: Fiorenza Menni e Andrea Mochi Sismondi
Musiche composte ed eseguite dal vivo da: Vincenzo Scorza
Produzione: Ateliersi 2018
Con il sostegno di: Comune di Bologna, Regione Emilia Romagna, MiBAC
Ateliersi
Ateliersi is an artistic collective of artistic production recognized for scenic writing that transfigures data of the real through their poetic and musical recomposition. He deals with artistic production and the care of cultural programming of the Atelier Sì in Bologna. The creation of Ateliersi consists of theatrical works and artistic interventions in which the performative gesture enters into an organic dialogue with literature, music production and visual arts to foster communication of Thought capable of intercepting anxieties and perspectives that coalesce meaning around subversions that manifest themselves in the world.
ateliersi.it/
2 Ambientes / Napoli
Rodrigo Pardo / Rosalia Wanka

Questa performance di video-danza è stata realizzata per la prima volta nell’appartamento del coreografo per documentare la nascita della pièce Cuadrado Negro Sobre Fondo Negro. Il video mostrava al le situazioni concrete attraverso le quali quel lavoro, destinato al palcoscenico di un teatro, ha preso forma nel salotto di quello stesso appartamento. Realizzato con una sola telecamera ed un esiguo budget di produzione, 2 Ambientes testimonia dell´universo dell´artista, nel quale troviamo il tango, la pittura suprematista e una scena di lotta in stile Batman&Robin.
Se ogni luogo conserva una traccia di ciascun evento che vi si è svolto, quante storie possono coesistere in un appartamento di 30m²?
Coreografia: Rodrigo Pardo
Performer: Rodrigo Pardo, Rosalia Wanka
Con il sostegno di: Yamaha (abbiamo dovuto vendere la moto)
« Jury prize » Dance Camera Istanbul 2007, Turchia
« Jury prize » Cinedans Festival 2006, Olanda
« Nomination best screen choreography » IMZ DanceScreen 2007, Svizzera
« Jury special mention » Il Coreógrafo Elettronico 2005, Italia
Rodrigo Pardo / Rosalia Wanka
Rodrigo Pardo è un coreografo, performer e video artist argentino. Si è formato alla Dasarts-Advanced Studies in Performing Arts di Amsterdam (Olanda), alla Theater School di Bahía Blanca (Argentina) e alla Contemporary Dance School of Teatro General San Martín di Buenos Aires (Argentina).
Il suo repertorio comprende opere di danza, video, musica e progetti site-specific e di natura intermediale. Questa sua pratica di creazione artistica interdisciplinare è caratterizzata da una relazione privilegiata con lo spazio urbano, differenti identità musicali e dall’innesto di elementi di costruiti o di finzione nell’ambito di contesti quotidiani, come strumento per aprirsi ad una più profonda consapevolezza circa i meccanismi di percezione del reale.
rodrigopardo.com/index.html
LOOK AT ME
Monamas Theatre Company (UK GR)

LOOK AT ME è una performance che esplora questioni legate al genere, i corpi, la libertà e l’esistenza umana nel tentativo di sovvertire gli stereotipi che pretendono di dettare alle donne e agli uomini determinati comportamenti, modi di agire e di apparire. La performance esamina diversi modi di rappresentare e oggettivare il corpo femminile nei differenti media. In Occidente siamo ossessionati dall’immagine, bombardati da un sistema pubblicitario e comunicativo che trasmette alle donne un sentimento di inadeguatezza rispetto alla propria immagine e alle proprie capacità. LOOK ME investiga le differenze educative e ambientali, che determinano le identità di genere ed esplora la condizione femminile nel XXI secolo in una società in cui l’immagine della donna è reificata e sfruttata dal punto di vista economico, mentre il corpo femminile rappresenta uno dei più potenti strumenti del marketing contemporaneo.
Regia: Chrysanthi Avloniti Con: Chrysanthi Avloniti & Anna Kritikou
Monamas Theatre Company (UK GR)
Siamo Chrysanthi Avloniti & Anna Kritikou fondatrici di Monamas Theatre Company. Sogniamo un teatro capace di educare ed ispirare oltre a narrare, intrattenere, informare. Siamo divertenti, fantasiose, entusiaste, sempre pronte a provare nuove forme e accettare nuove sfide, per creare arte in maniera eccitante, autentico, significativo e potente. Attraverso i nostri lavori vogliamo generare consapevolezza e incoraggiare la discussione di questioni rilevanti per la società , esprimere la necessità di rendere il mondo un posto migliore. Ah!Che romantiche che siamo! Amiamo riscrivere i classici – prendendoci ogni libertà – ma allo stesso tempo vogliamo esprimere la nostra verità e creare opere originali. Il nostro intende inaugurare uno spazio idi domanda e incoraggiare il pubblico a riconsiderare le proprie convinzioni, i propri valori e atteggiamenti. La nostra pratica artistica mescola teatro socialmente impegnato e sperimentazione creativa e mira a modificare le convenzioni che tradizionalmente definiscono spazio, linguaggio, movimento, temi e ruoli teatrali. Siamo sempre disponibili a provare nuove forme e accettare nuove sfide.
monamas.com/
– extra –
COSALTRO ESPERIMENTI
Antonino Talamo (IT)

Cosaltro Esperimenti Antonino Talamo
di e con Antonino Talamo
Antonino Talamo (IT)
Musician, Drummer, Live Instrumentalist and Studio Recording. His playful virtuosity mixes sounds and rhythms, improvising passionate scores through the intersection of various sources, from electronic to tribal, involving the audience in a totally amazing and unexpected present moment. His music is a crossroad for the musical languages coming from the South of the World. Collaborates with Peppe Sannino, Pietro Sinigaglia, Gloria Clemente, Kal Dos Santos,Iacopo Pellegrini, Gilson Silveira, Armanda Desidery, Rino Borriello, Galo Cadena, Roberto Lagoa, Corrado Cordoba, Nunzio Toscano, Annalisa Madonna, Fabio Gallucci, Antonio Pinto, Angelo Ricci, Michele Maione, Gianluca Campanino, Alberto Falco (MOMODUO 2010), Paolo Licastri, Giulia Capolino, Guido Schiraldi, Luca Cioffi, Francesco Manna, Duccio D’alò, DIONISO FOLK BAND, Fabrizio Alessandrini, Mario Sapia and others.
cosaltro.net
INSANITY FAIR
Sara Terracciano (IT)

Questo lavoro è mosso dalla voglia di conoscere un luogo e le persone che lo abitano, come conseguenza di una fascinazione. E il solo modo pratico di catturare questa fascinazione era per me quello di fingermi una fotografa di moda. La fotografia è uno strumento che può riflettere la superficie delle cose, mostrando quello che é, senza giudizio ne nessuna imposizione verbale. In una foto ogni dettaglio può fare immaginare, accennare a una storia, è una finestrella da cui ogni occhio curioso può sbirciare. Al contempo uno sguardo a distanza, dato dalla serialità del lavoro, mostra come in realtà le differenze svaniscono, e la volontà di apparire di ognuno, non rivela una rappresentazione narcisistica. Pur presentandomi come fotografa di moda, non vi è nessuna intenzione da parte mia di rappresentare i Napoletani al di fuori del loro quotidiano, in questo rientra anche il loro mettersi posa, che non è mai azione pre-impostata da me. La mia volontà è di mostrare quanto si sentono belli e sicuri di sé ogni giorno. Il meccanismo sotteso all’immagine di moda qui non funziona, non vi è nessuna tendenza da offrire, nessun modello da desiderare. Il risultato non si dà per effetto contrario, non è un’esibizione del “cattivo gusto”, tutto ciò che viene mostrato aderisce alla cultura dell’individuo, il quotidiano è immenso, il soggetto è la vita stessa.
Photo and concept by Sara Terracciano
Sara Terracciano (IT)
Nel 2016, dopo la laurea triennale all’Accademia di Brera a Milano, decide di trasferirsi a Napoli, cercando una forza vitale che Milano e il nord faticano a restituire, frequenta la il biennio specialistico in fotografia artistica all’Accademia di Napoli. Qui il suo lavoro si allontana dalla dimensione intimista e laboratoriale della camera oscura, per includere le persone. Nella primavera del 2017 inizia il suo progetto nel quartiere Sanità, il quale gradualmente prende forma oscillando tra la fotografia di moda e uno sguardo antropologico, si laurea a marzo 2019 con una tesi di ricerca che, partendo dalla sua pratica fotografica, svolge un’analisi critica degli idoli della società di massa, ma allo stesso tempo mostra come, proprio attraverso i suoi obblighi estetici e i suoi prodotti di intrattenimento culturale, emerge tutta la dolcezza della vita quotidiana delle persone, i loro sogni e le loro aspettative segrete. Dirigendo la sua indagine nei luoghi in cui la relazione umana e la vita di comunità prevalgono sulla dimensione dell’individualismo e di successo personale, è interessata alla fotografia per il suo potenziale di svolgere un ruolo di ascolto.