2017

Come scrive R. Esposito in “Immunitas” la parola comunità ha un significato originario opposto a quello che comunemente si intende quando la si accosta a concetti come quello dell’appartenenza o della proprietà, difatti, la sua derivazione, e quindi il suo senso originario, è cum-munus, dove munus è il dono, e a differenza del generico donum il munus è esplicitamente il dono che si dà e non quello che si riceve. Scrive R. Esposito: “Ciò significa che i membri di una comunità, piuttosto che da un’appartenenza, sono vincolati da un dovere di dono reciproco, da un obbligo donativo, che li spinge a sporgersi letteralmente fuori di sé, letteralmente ad esporsi, per rivolgersi all’altro e quasi ad espropriarsi in suo favore”.
Altofest mette in atto quindi una vera e propria invasione fondativa, in cui è l’invaso ad aprire il varco all’invasore e ad offrire in dono la propria identità col chiaro intento di dissolverla.
Viene ad accadere una nuova comunità trasversale, grazie al potere “barbarico” dell’arte. Per il cittadino donatore di spazio, non si tratta solo di ospitare un artista nella propria casa, ma di abbassare le difese, di modo da lasciare che l’infezione linguistica contamini lo spazio e le relazioni tra coloro che a vario titolo lo abitano. Questa invasione/infezione è il principio e la fine della comunità, nel suo continuo accadere.
Photo by Vicky Solli, drawings by Ilaria Garzillo
Video teaser Giuseppe Valentino